E dopo i tagli al fumo, quelli dei costi della politica sono caduti nell’oblio post-elettorale
È mai possibile che stiamo a parlare sempre dei guai giudiziari di Berlusconi mentre l’Italia è sull’orlo del fallimento? Non ci sono cose più importanti cui rivolgere l’attenzione? Queste, più o meno, le frasi che girano nell’ambiente politico e associazionistico. E poi, dove sono finite le promesse pre-elettorali circa i tagli ai costi della politica? Per ovviare, il Regime democratico del Governo Letta ha spostato l’attenzione sul fumo. E non sapendo più dove proibire di fumare – perché fra poco toccherà alle nostre case -, hanno pensato bene di interdire il fumo nelle scuole, o meglio, visto che all’interno degli edifici scolastici vige già il divieto, ora tocca alle pertinenze delle scuole: gli spazi aperti.
Ormai è prassi consolidata: i nuovi ministri di ogni nuovo governo devono far vedere che ci sono e allora iniziano a mettere le mani dove non dovrebbero. Ricordo, tanto per fare un esempio del passato, il ministro 110 km/h, Enrico Ferri, che aveva appunto ridotto il limite di velocità sulle autostrade a 110 km/h. Oggi Beatrice Lorenzin, ministro Pdl della Salute – nemmeno ai Trasporti – ha deciso di passare alla storia vietando il fumo a cielo aperto. Enrico Letta lo considera un segnale molto forte per il fatto che la scuola è un luogo di formazione ed educazione. Appunto, formazione ed educazione: quindi bene farebbero a reintrodurre “Educazione civica” come materia di formazione ed educazione alla vita sociale. I divieti servono soltanto a farsi trasgredire, specialmente quando non hanno senso. Le persone sono libere di scegliere quando ci si trova in democrazia, e se per caso si tirano in ballo gli studenti minorenni, il compito di formarli a un sistema di vita sano sono i genitori, non un governo che priva di libertà i suoi cittadini.
Inizialmente il testo prevedeva anche un’altra restrizione del tabacco: il divieto di fumo in auto in presenza di bambini e/o donne in gravidanza. Se si parla di mezzi pubblici tutti siamo d’accordo, ma sui mezzi privati è tutt’altra cosa. Ammettiamo che io viaggi con mia moglie incinta, la quale essendo fumatrice lo fa anche in auto: cosa accade se si viene fermati dalle forze dell’ordine? Quello che intendo affermare è che in questi casi se i viaggiatori nell’auto sono concordi non vedo perché non si possa fumare. In fin dei conti, generalmente, una donna incinta è maggiorenne e vaccinata, quindi in grado di adottare le proprie decisioni. Senza contare il fatto che l’auto per il proprietario è come la sua casa di abitazione, una proprietà privata non soggetta a restrizioni, se non in particolari casi come potrebbe essere un allarme per la sicurezza nazionale. Questo del Governo Letta, in concorso con il ministro Lorenzin, è un atto di proibizionismo puro, di prevaricazione determinata dall’abuso del potere che purtroppo la legge consente o, anche in altri casi, del potere che, legge o non legge, i nostri politici sono abituati a prendersi.
Il primo divieto nella storia della Repubblica democratica (?) italiana risale all’11 novembre 1975, quando entrò in vigore la legge 584 che vietò il fumo sui mezzi di trasporto pubblico, ad eccezione delle carrozze fumatori. La legge estendeva il divieto in alcuni locali pubblici, come ospedali, cinema, teatri, musei e biblioteche. Nel 1991 comparve per la prima volta la scritta “Nocivo per la salute”. Ma è a partire dal 16 gennaio 2003 che l’Italia ha introdotto una legge organica: proibito fumare nei luoghi pubblici al chiuso, con eccezione di apposite sale per i fumatori. Bene, allora all’interno e all’esterno delle scuole si devono creare spazi adibiti al fumo perché, come si dice, ognuno è artefice del proprio destino. Trovo assolutamente giusto che chi non fuma non debba subire il fumo passivo, ma trovo altrettanto giusto lasciare la libera scelta alle persone di fumare o non fumare: sarebbe un po’come, sempre con l’animo nobile di chi tiene ai propri cittadini, vietare di ingrassare, quindi mangiare poco. Ha idea il ministro Lorenzin di quante persone muoiono per infarto o ictus cerebrale ogni anno in Italia? Questi problemi vengono anche a chi non fuma, ma mangia male, troppo e troppi grassi. Che facciamo, vietiamo di vivere? Oppure, seguendo il filo di queste intenzioni si dovrebbe vietare il fumo anche negli appositi spazi dei locali, specialmente dei bar. Perché lo spirito delle norme, giustamente, è quello di vietare il fumo nei luoghi pubblici chiusi.
E se a noi cittadini non andasse di respirare i fumi delle fabbriche, delle centrali elettriche, dei gas di scarico delle auto e moto, dei mezzi di trasporto pubblico, dei camini delle case, degli impianti di riscaldamento, delle navi e imbarcazioni di vario genere, delle piattaforme aeree comandate da motori a scoppio, dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine, del deterioramento dei copertoni dei veicoli? E sono stufo di continuare. E come la mettiamo con il “buco nell’ozono”? Tanto per conoscenza del ministro Lorenzin e del Governo Letta, le categorie ad alto rischio in conseguenza dell’inquinamento atmosferico sono i bambini, gli anziani, i cardiopatici e coloro che soffrono di disturbi respiratori. Come la mettiamo con questi soggetti? Cosa gli raccontiamo?
Il Consiglio dei ministri, in merito a questa ipotetica legge, dichiara di aver dibattuto sull’opportunità di una norma innovativa diffusa nei paesi dell’Eurozona. Anche qui non si capisce il perché i nostri politici vogliono copiare altri paesi europei soltanto quando gli fa comodo. Ci fosse una volta che dicessero di voler imitare gli altri paesi dell’Europa per quanto riguarda i loro stipendi e i costi della politica in generale, l’adeguamento all’Europa per ciò che riguarda la sanità, la moralità politica e via dicendo. No, per queste cose si fa tutto all’italiana. Avrei ancora un paio di curiosità: innanzitutto vorrei vedere come faranno a non far fumare nessuno nelle sedi universitarie; in secondo luogo: come la mettiamo in Transatlantico?
Il provvedimento, oltre a certi obiettivi, ritiene di avere l’Alto compito di “correggere gli stili di vita di chi fuma”. Siamo tutti commossi da questa disinteressata attenzione, però, signori, lasciate che ognuno si scelga il proprio stile di vita, non entrate prepotentemente nella vita delle persone, abusando dei vostri poteri che, come si dice, noi vi abbiamo concesso. Preoccupatevi di fare il vostro lavoro di politici, cioè quelle comuni persone che dovreste essere, che lavorano sodo per il benessere sociale, senza essere cittadini di serie A+++ ma “cittadini”, con il vero Alto compito di sudare per i vostri cittadini, senza protagonismi e forzature, ma consci che ogni mattina, quando vi svegliate, avete un compito che dovrebbe rendervi orgogliosi di rappresentare il popolo italiano, che tutti i giorni vive con la speranza di aprire il giornale e leggere che l’Italia e gli italiani sono fieri di voi.