Le notizie e le informazioni sulle pensioni cambiamo di mese in mese ogni volta. È difficile stare dietro a tutte le news, perciò ecco tutte le informazioni necessarie e aggiornate sulla riforma delle pensioni anticipate e tutte le ultime notizie per ottobre 2019.
Innanzitutto sembra essere confermata l’abolizione della legge Fornero, con l’attuazione della riforma quota 100, che sarà possibile per lavoratori privati, lavoratori statali, lavoratori pubblici e lavoratori nel campo scolastico.
Pensioni News Ottobre 2019: quota 100 e riforma delle pensioni anticipate
Col nuovo governo Conte e gli intensi smottamenti che ha avuto la politica italiana negli ultimi mesi, la confusione si espande anche nel campo economico, soprattutto per quanto riguarda le pensioni.
Uno dei punti principali, che sta determinando la politica delle pensioni e che continua a farlo in questo ottobre 2019 è il DEF. Il DEF è il Documento di Economia e Finanza nel quale l’esecutivo italiano inserisce le politiche che vuole attuare, basandosi su certe previsioni di crescita; possiamo dire che il DEF sia il documento nel quale il governo italiano inserisce tutti gli obiettivi economici che si propone di raggiungere.
Se ci basiamo sugli ultimi dati, possiamo vedere come il fattore pensioni sia fortemente influenzato proprio dal DEF, che verrà approvato a giorni dal nuovo governo. Si discute ancora fortemente sulla riforma quota 100, che prevede il pensionamento di chi ha compiuto 62 anni ed ha versato almeno 38 anni di contributi e che è entrata in vigore col Decreto Legge 4/2019.
Ci sono ancora diverse perplessità sulla riforma quota 100, tra cui Tommaso Nannicini, senatore del Partito Democratico, che ha mostrato nuovamente le sue perplessità sulla riforma e che ha invitato sui social a rispondere all’appello di cambiare la legge pensionistica e di superare la riforma quota 100. Nannicini si è scagliato contro la decisione di non modificare nulla a livello pensionistico col DEF e propone più flessibilità ed una pensione di garanzia per i giovani. Nannicini propone di superare la quota 100, richiedendo come requisiti per il pensionamento solamente l’età (già presente con la legge Fornero) ed il possesso di un’anzianità retributiva di almeno vent’anni.
Nonostante il ministro Di Maio e l’ex ministro Salvini continuino a difendere la riforma della quota 100, molte sono le voci discordanti che spingono nel non immetterla nel DEF. Un’altra voce discordante è quella di Carlo Cottarelli, economista ed editorialista, che afferma che la riforma quota 100 abbia sia una delle responsabili dell’aumento della spesa pubblica.
Dagli ultimi riscontri, però, sembra che la riforma della quota 100 non verrà toccata nel DEF e che rimarrà attiva fino al 2021, anno della scadenza della riforma. Lo stesso viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, ha affermato che la riforma non verrà prorogata alla sua scadenza, ma che verrà inserita nel DEF, ritoccando alcune regole della flessibilità e del pensionamento.
Questo rincuora tutti i lavoratori che acquisiranno i requisiti in questi mesi e nello stesso ottobre 2019: la quota 100 rimarrà attiva per ora e tutti i lavoratori che compiranno 62 anni durante questo 2019 e che hanno un minimo di 38 anni di versamento dei contributi, potranno richiedere di andare in pensione.
Ci potrebbero essere delle modifiche per quanto riguarda le finestre per la richiesta di pensionamento, che potranno essere diminuite, ma bisognerà aspettare le prime due settimane del mese di ottobre 2019 per poterne sapere di più.
Inizialmente si era parlato di uno stop della riforma di quota 100 per il 2020, per tentare nuove riforme sperimentali, ma poi sono state smentite queste voci.
L’unica nota stonata è stata messa in luce da Orietta Armiliato, amministratrice del gruppo Comitato Opzione Donna Social: la riforma della quota 100 non si è rivelata poco adatta alle donne lavoratrici. La discriminante sarebbe proprio nei 38 anni di contributi da accumulare nel corso della propria carriera lavorativa, un traguardo difficilmente raggiungibile dalla maggior parte delle donne lavoratrici, date le carriere discontinue, per colpa del sistema lavorativo in Italia.
La proposta, che si spera venga inserita nel DEF, è quella di abbassare di due anni la quota dei contributi per le lavoratrici donne, per il riconoscimento del cd. “Lavoro di cura”. Difatti, su un totale di 175 mila domande di pensionamento che sono arrivate all’INPS entro settembre, solo 45 mila sono da parte di donne, quindi meno di un terzo delle domande provengono da lavoratrici donne, proprio per il mancato raggiungimento della quota di contributi.
La proposta per le lavoratrici donne è la riforma Opzione donna 2020, per la quale le donne che hanno almeno 58 anni di età, con 35 anni di contributi potranno andare in pensione anticipata a patto di accettare il ricalcolo dell’assegno della pensione per il calcolo contributivo.
Notizie più certe arriveranno nelle prossime settimane: tutto dipenderà da ciò che deciderà il governo e quali riforme inserire nel DEF. Il mese di ottobre 2019 sarà essenziale per delineare la politica economica (nel quale rientrano anche le pensioni) per il prossimo 2020.
Quindi, le ultime news parlerebbero di riconferma della riforma quota 100 (anche se con diverse riserve da parte di diversi partiti politici, primo fra tutti il Partito Democratico).
Un’altra riforma che probabilmente verrà inserita nel DEF e che farà parte della Legge di Bilancio del 2020 è la pensione di garanzia giovani, voluta dal governo formato da Partito Democratico e Movimento 5 stelle. Si tratta di una riforma che penserebbe ai giovani che hanno carriere discontinue e che quindi non possono avere una copertura previdenziale. La riforma è pensata per i giovani nati dagli anni ’70 in poi e che avranno assegni di tipo sociale con strumenti di sostegno al reddito, indirizzato alle fasce più povere.
La riforma permetterà quindi di andare in pensione anche per i giovani che hanno più difficoltà a maturare una giusta quantità di contributi, senza dover posticipare troppo l’età del pensionamento.
Altra riforma che verrà inserita nel DEF è l’Ape sociale 2019, ovvero un anticipo pensionistico sociale. La riforma comprende un pensionamento anticipato per i disoccupati, gli invalidi e i caregivers (coniugi, parenti di primo grado convivente con handicap, parente di secondo grado convivente con almeno 70 anni di età e un handicap) che abbiano almeno 63 anni, con 30 anni di contributi versati e per i lavoratori gravosi (operai agricoli, lavoratori della pesca, lavoratori in impianti siderurgici) che abbiano almeno 63 anni con 36 anni di contributi.
La proposta di proroga dell’Ape sociale verrà discussa nei prossimi giorni, per vedere se il governo giallorosso è in grado di sostenere una riforma pensionistica del genere, che prevede, appunto, l’anticipo della pensione.
Altra proposta sulle pensioni è la pensione di cittadinanza 2020, che prevede una pensione di cittadinanza per gli over 67 ed il reddito di cittadinanza per chi è ancora in età lavorativa, ma è inoccupato, disoccupato o con un basso reddito ISEE. La pensione di cittadinanza sarà riservata agli over 67 che hanno una pensione inferiore a 780 euro al mese netti, oltre ad avere un basso patrimonio personale e familiare.
Pensioni Ultime Notizie Ottobre 2019: scuola e lavoratori precoci
Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, tra cui ci sono i dipendenti scolastici, rimane anche secondo le ultime notizie ad ottobre 2019, la quota 100 per il pensionamento anticipato.
Ai dipendenti scolastici è richiesto un preavviso obbligatorio di 6 mesi se si vuole godere dei diritti della riforma di quota 100. La finestra di attesa per la decorrenza della pensione rimane ancora di 6 mesi dal raggiungimento dei requisiti richiesti.
Se si vuole continuare a lavorare durante la finestra di attesa, le dimissioni devono essere date con un preavviso di 6 mesi, prima di entrare in pensione, nel mese in cui il dipendente raggiungerà i requisiti richiesti.
Nel caso, invece, non si intenda continuare a lavorare durante il periodo di finestra di attesa, sia le dimissioni che il preavviso devono essere dati 6 mesi prima del raggiungimento dei requisiti richiesti per il pensionamento. Durante il periodo di attesa, il dipendente non riceverà alcuno stipendio e neanche pensione, fino all’arrivo del primo assegno pensionistico.
Per quanto riguarda, invece, i lavoratori precoci, sembra improbabile la conferma per la riforma di quota 41. Questa riforma è rivolta ai lavoratori che possono attestare un minimo di 12 mesi di contributi prima del 19° anno di età e che si trovano nelle seguenti situazioni: disoccupazione, invalidità superiore o uguale al 74%, assistenza di un coniuge o di un parente di primo grado con un handicap grave e che abbiano svolto lavori gravosi. Possono accedere alla pensione con la riforma quota 41 tutti i lavoratori che abbiano accumulato almeno 41 anni di contribuzione, senza alcun limite di età.
Secondo le ultime notizie nei primi giorni di ottobre 2019, la riforma quota 41 non ci sarà con un governo formato da PD e Movimento 5 stelle. La riforma quota 41 era una riforma volute prevalentemente dalla Lega, che voleva introdurla dopo la riforma quota 100, per superare le disposizioni della legge Fornero. Probabilmente, quindi, non rientrerà nelle riforme per il DEF e si parla della sua attuazione nel 2022.
ho 63 anni 28 di contributi quando potro andare in pensione. saluti e grazie