Per uno studente universitario calcolare il voto di laurea non è solo una formale statistica ma quanto più una specie di compulsione, un particolare meccanismo appagante in grado di rasserenare o, alla peggio, aggravare la propria situazione psicofisica. Ma come si calcola il voto di laurea con una media del 27?
La media del 27 è tipica di molti abili studenti in corso che hanno eccelso su alcuni esami, arrancando, invece, su alcuni un po’ più ostici o magari capitanati da qualche professore eccentrico ed esigente. In questo articolo ci concentriamo sul caso specifico della media del 27, e nelle prossime righe cercheremo di capire un po’ come si fa il calcolo della media per il conseguimento della laurea.
Come calcolare il voto di laurea con media 27
Quella dei CFU è davvero una sfida dalla quale ogni studente universitario non può sottrarsi. Chi ha iniziato un percorso accademico lo sa bene quanto sia determinante un esame all’interno della propria vita.
Si può dire, senza troppi giri di parole, che il calendario di uno studente si basa sugli esami universitari. Lo “studente in crisi” non è solo un trending topic da tirare in ballo per farsi due risate leggendo pagine web divertenti, ma un vero e proprio statuto di verità. E l’ironia dei social non fa che metterlo ben in risalto.
Sì perché non si tratta solo del numero di crediti formativi che si riesce ad ottenere in una sessione, ma anche il voto che va ad influenzare inevitabilmente la serenità dello studente che, per forza di cose, è costretto a ricorrere all’ironia per sopravvivere alle sessioni.
Calcolare il voto di laurea è perciò l’ossessione nella mente dello studente in crisi, più o meno giustificata. Perché, stando ai fatti, anche lo studente con una media eccellente riesce ad andare in crisi e formularsi continuamente la fatidica questione.
A maggior ragione, chi si trova sospeso tra il buono e l’ottimo vuole prevedere come andrà a finire, partendo con unamedia del 27. Come si calcola il voto? La laurea prende in considerazione innanzitutto la media ponderata, ottenibile dalla seguente regola matematica:
Moltiplicare il voto di ogni esame per i rispettivi crediti, sommare tutti i risultati e dividere il tutto per il numero totale di CFU.
Per fare solo un esempio indicativo, avremo un caso come:
[(25 x 6) + (27 x 12) + (29 x 6)] : (6 + 12 + 6) = 27
Applicando poi la media del 27 alla formula per ottenere il voto finale, calcoliamo il voto di laurea moltiplicando la media per 11 e poi dividendolo per 3. Quindi avremo:
(27 x 11) : 3 = 99
L’esempio della media ponderata è puramente indicativo e fatalmente “spaccato”. Spesso succede che la media non sia un numero naturale bensì decimale, fatto di mille cifre e approssimazioni. In tal caso va tenuta a mente un’ulteriore regola che calcola, nel nostro caso, la media del 27 per eccesso o per difetto.
Se la media è superiore al 27,5 il numero arrotonda a 28, se invece è inferiore a 27,5 la media del 27 rimane invariata. Perciò, anche per chi ottiene un 26,8 – ad esempio – rientra nella media del 27 per il voto di laurea che calcola per eccesso i decimali superiori a 0,5 e per difetto quelli inferiori a 0,5.
Voto di laurea: media 27, calcolo minimo e massimo su 110
Il calcolo della media ponderata ci ha condotti finalmente davanti al calcolo minimo su 100 per il conseguimento del voto finale di laurea. Il calcolo minimo per chi ha la media del 27 è perciò 99/110.
Con questo voto di laurea di partenza, vediamo a quale calcolo massimo può aspirare il candidato di laurea davanti ad una commissione che, come abbiamo visto, avrà già valutato per eccesso o per difetto la sua media del 27.
Se il voto di base per lo studente con media 27 è quindi 99, il calcolo massimo del voto di laurea è determinato dalla discussione stessa. Ogni università prevede un calcolo soggettivo del voto, ma generalmente uno studente di un corso di laurea può ambire fino a 5 punti da aggiungere alla propria media. Dipende dall’istituto universitario.
Stando a questo esempio, possiamo calcolare che uno studente con la media del 27 può arrivare ad un calcolo massimo di 104/110. Ma è sempre così? Non è detto, e a tal proposito è giusto fare un’osservazione più approfondita sui famosi punti della tesi. Che cosa sono?
Punti tesi, media ed extra: voto di laurea finale con media del 27
Giunto al patibolo finale, lo studente deve inevitabilmente contare sulla sua media, la stessa con la quale affronterà la discussione e che, con essa, determinerà il voto finale di laurea. In cosa può sperare il candidato prossimo al voto di laurea con media 27? Prima di perderci in numeri e calcoli, è sempre raccomandabile puntare ad alzare la media prima della laurea, se si vuole avere un voto il più possibile vicino al 110. La media del 27 è un buon voto e che si traduce in un punteggio di partenza molto valido, il quale però può puntare al 110 solo se l’università di appartenenza eroga tanti punti tesi ed extra.
In genere all’interno di un corso triennale l’università impartisce un punteggio che va da 1 a 5 punti. Ma, sottolineiamolo, ogni università ha le sue modalità di erogazione dei punti.
Questi punti tesi costituiscono il voto finale di laurea e vanno a completare il punteggio derivante dalla media totale.
Come abbiamo visto, chi parte da una media del 27 può arrivare benissimo ad un 104 se totalizza il massimo dei punti tesi. Cinque punti (o il punteggio massimo stabilito) vengono assegnati ad una buona tesi originale, anche di tipo compilativa, che sia in grado di esprimere un concetto di senso compiuto durante tutta l’argomentazione.
Ma soprattutto i cinque punti vengono assegnati volentieri quando il candidato riesce, nonostante l’ansia da prestazione comune a tutti, a mantenere il controllo dell’esposizione e un linguaggio appropriato e pulito.
La performance può infatti ripagare molto e stupire il risultato, ma non c’è da preoccuparsi troppo focalizzandosi solo sulle parole e sull’apparenza, rischiando di trascurare l’argomento, o peggio, impappinarsi.
La naturalezza è il modo migliore per raggiungere l’obiettivo dei cinque punti e garantisce un’esposizione chiara e argomentativa. È difficile credere poi che ci siano professori che, qualora la tensione prosciugasse salivazione e parole, proibiscano un bicchiere d’acqua al candidato e conceda lui di procedere nel discorso. È la prassi, e l’agitazione ne fa parte. Ci sono poi voti di laurea che godono di punti in più. È il caso dei punti extra che possono garantire qualcosina in extremis.
Ad esempio, sono molte le università che premiano gli studenti che hanno conseguito un certo numero di lodi durante il corso accademico, restituendo loro un punto extra alla laurea. Alcune università danno un punto per ogni 5 lodi ottenute; ma anche questo è solo un esempio e non una regola universale.
C’è la possibilità di un punto extra anche per chi si presenta alla cattedra con una tesi di laurea sperimentale che, a differenza di quella compilativa, richiede un lungo lavoro di ricerca da parte dello studente che può quindi argomentare una vera e propria teoria, contestata o meno poi in seduta di laurea.
Insomma, chi sta elucubrando sul voto di laurea con media 27 farebbe bene anche a consultare il regolamento dell’università che spesso regala sorprese inaspettate. Ad esempio, se i punti tesi sono più di cinque nasce la possibilità di raggiungere il massimo dei voti! Esistono università che impartiscono fino a 7 punti alla discussione.
Oppure, alla peggio, e se si è ancora in corso, magari si fa in tempo a strappare un bel 30 agli ultimi esami dell’università, andando incontro ad una seduta di laurea che magari prevede un massimo di 3 punti per discussione. O molto semplicemente essere soddisfatti di tutto lo sforzo compiuto per arrivare alla meta, e vedere come andrà!