Il 20 e 21 settembre scorsi gli italiani sono tornati alle urne per la prima volta dopo il lockdown: si è votato per il referendum sul taglio dei parlamentari per tutti gli italiani, ma per 7 regioni è stata anche l’occasione per votare i nuovi Consigli regionali e i governatori (le regioni interessate sono state Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia). Le elezioni regionali sono state un punto focale per gli equilibri del Paese, essendo l’appuntamento politico dell’anno, atteso da mesi da entrambe le parti, sia il centrodestra che il centrosinistra.
Per quanto riguarda il referendum, ha vinto il Sì con il 69,64% delle preferenze, contro il 30,36% dei votanti no. Sicuramente questa votazione segna un punto inedito nella politica e nella legislazione italiana, ma a preoccupare i partiti politici sono state perlopiù le elezioni regionali. Il centrosinistra temeva di perdere la Toscana, baluardo rosso da anni, mentre il centrodestra sperava di prendere più regioni possibili.
Alla fine c’è stato un pareggio tra le due parti e hanno entrambe preso tre regioni a testa. Il centrosinistra ha vinto in Toscana con Eugenio Giani, in Puglia con Michele Emiliano e in Campania con Vincenzo De Luca; il centrodestra, invece, ha vinto in Liguria con Giovanni Toti, nelle Marche con Francesco Acquaroli e in Veneto con Luca Zaia. In questo modo l’equilibrio delle forze, a livello regionale, è rimasto intatto con un pareggio quasi del tutto inaspettato per il centrosinistra. In Valle d’Aosta, la situazione è più complicata: a vincere è stata la Lega, ma Matteo Salvini rischia di non riuscire ad andare alla guida della regione, anzi, probabilmente si troverà a governare insieme al Partito Democratico; questo avviene perché la Valle d’Aosta è una regione a statuto speciale e le regole sono molto diverse da quelle del resto d’Italia.
Ma per quanto riguarda il referendum, quali saranno le conseguenze? La vittoria del sì porterà ad un taglio dei parlamentari e alla modifica della Costituzione, in particolare degli articoli 56 e 57. Il numero dei deputati passerà da 630 a 400, mentre il numero dei senatori passerà da 315 a 200 (nel numero saranno compresi anche i parlamentari eletti all’estero). Il taglio dei parlamentari porterà ad una diminuzione della rappresentanza per i cittadini: se prima del taglio dei parlamentari, vi era un deputato ogni 96 mila abitanti, con le nuove riforme, ci sarà un deputato ogni 151 mila abitanti; per quanto riguarda il Senato, invece, si passerà da un senatore ogni 188 mila abitanti ad un senatore ogni 302 mila. Ciò è stato molto criticato da chi voleva far vincere il No (gruppo composto specialmente dai piccoli partiti di sinistra), perché l’Italia è uno dei Paesi con un minore rapporto di rappresentanza tra cittadini e parlamentari.
Molte regioni, oltretutto, subiranno un forte taglio di rappresentanza: regioni come la Basilicata, il Molise e l’Umbria avranno un taglio dal 33% al 39%. Al Senato, alcune regioni perderanno diversi eletti, come il Veneto, che perderà il 33% degli eletti al Senato o la Basilicata, che addirittura ne perderà più della metà, il 57%.
Secondo sempre la Costituzione, però, la nuova riforma costituzionale non verrà applicata almeno fino alla prossima legislatura, perciò il referendum non avrà alcun effetto su questo governo. Questo elemento, però, porta a dei malumori nel governo, anche nella maggioranza, con alcuni esponenti dell’opposizione che richiedono a gran voce lo scioglimento delle Camere per poter rispettare immediatamente il voto degli italiani, nonostante lo scioglimento delle Camere non sia obbligatorio dal punto di vista della Costituzione; inoltre, l’opposizione chiede anche che si accorcino i tempi per una nuova legge elettorale, dato il grande cambiamento che c’è stato con questo referendum.
Sono diversi gli elementi che vanno ad influenzare i sondaggi politici di questo periodo e anche dei prossimi mesi. Perciò, vediamo come andranno i sondaggi politici di ottobre 2020 per Movimento 5 Stelle, PD, Lega e Fratelli d’Italia.
Sondaggi politici elettorali ottobre 2020: il punto sul Movimento 5 Stelle
Dopo la vittoria del referendum sul taglio dei parlamentari, il Movimento 5 Stelle si interroga sul da farsi. È vero che la vittoria del Sì, anche con un profondo scarto sul No, è stata una vittoria per il movimento, ma allo stesso tempo, le elezioni Regionali non sono andate molto bene. Il Movimento 5 Stelle si è sempre impegnato per tagliare i privilegi dei parlamentari e adesso potrebbe puntare anche al taglio degli stipendi dei parlamentari. Il taglio dei privilegi è rimasto uno dei pochi temi ad unire il Movimento 5 Stelle (anche se non del tutto, visto che otto deputati rischiano l’espulsione dal Movimento, per aver votato no). A livello regionale, il Movimento 5 Stelle ha fatto cilecca, cedendo quasi tutti i territori, compresa la Liguria, dove era candidato Ferruccio Sansa. In molti danno la colpa di questa débacle alla tendenza del Movimento 5 Stelle di non radicarsi nel territorio, a differenza di molti altri partiti.
La vittoria al referendum per il Taglio dei Parlamentari non ha salvato il Movimento 5 Stelle dal prendere una sonora batosta alle Regionali, perdendo su tutto il territorio. Basandosi sui sondaggi politici condotti da Ipsos, vediamo il Movimento 5 Stelle rimanere poco sopra il 15% (precisamente il 15,7%), che li rende il quarto partito politico nel Paese, dopo la Lega, il Partito Democratico e Fratelli d’Italia.
Ovviamente facendo un confronto col passato, si tratta di un risultato molto deludente per il Movimento 5 Stelle che, un paio di anni fa, viaggiava oltre il 30%. Il calo dei consensi, soprattutto a livello regionale, è dato dalla poca attenzione al territorio e da quella che sembra una confusione politica ormai troppo prolungata. I possibili problemi interni potrebbero portare ad una spaccatura del Movimento 5 Stelle, staremo a vedere come evolverà la situazione. Soprattutto, non bisogna sottovalutare la grande perdita di consensi che ha avuto il Movimento 5 Stelle dopo l’estate, risultando il partito politico che ha perso di più durante i mesi estivi.
Sondaggi politici elettorali ottobre 2020: il punto sul Partito Democratico
Possiamo dire che il Partito Democratico è uscito quasi vincitore da questa tornata elettorale, sia per quanto riguarda il referendum sul taglio dei parlamentari (nel quale il PD votava Sì) e sia per quanto riguarda le regionali, dove il partito è riuscito a prendersi tre regioni (Toscana, Campania e Puglia), facendo un pareggio con il centrodestra, per un totale di 3 a 3 per il controllo delle regioni. Diciamo che questa vittoria non era scontata, soprattutto in Puglia, ma dobbiamo anche contare la sonora sconfitta nelle Marche, regione che passa al centrodestra dopo 25 anni di centrosinistra.
Nicola Zingaretti, però, è positivo e, dopo la vittoria alle Regionali afferma che “Il Partito Democratico è il primo partito d’Italia”, ma rimprovera anche il Movimento 5 Stelle, affermando che, se fossero stati dalla loro parte durante le elezioni regionali, il centrosinistra avrebbe vinto su tutti i fronti. Zingaretti punta a farsi sentire in Senato per poter spendere in maniera corretta le risorse date dal Recovery Fund, oltre a spingere ancora per il Mes.
Ad oggi, il Partito Democratico è al 20,1%, secondo partito in Italia, sotto la Lega di Matteo Salvini e sopra, con un distacco del 4%, a Fratelli d’Italia.
Il Partito Democratico ovviamente punta alla guida del Paese nelle prossime elezioni, ma ci sono alcuni elementi da non sottovalutare, che potrebbero variare le preferenze dei cittadini. Innanzitutto si parla di un ritorno di Renzi al Partito Democratico, dopo la sonora sconfitta di Italia Viva nelle ultime elezioni regionali.
Ma soprattutto, il Partito Democratico e Zingaretti potrebbero approfittare del ribasso del Movimento 5 Stelle per inglobarlo in una sola coalizione e vincere alle prossime elezioni. Il PD è conscio di non potercela fare da solo, soprattutto se nel centrodestra ci sarà un’alleanza tra la Lega e Fratelli d’Italia e questa situazione presente potrebbe essere un’ottima occasione per Zingaretti, per inglobare il Movimento 5 Stelle.
L’istituto di mercato Ipsos ha chiesto in un sondaggio se il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle potrebbero diventare il prossimo centrosinistra e i cittadini si spaccano. Per avere una situazione politica più chiara e meno nebulosa, bisognerà aspettare le prossime settimane e continuare a tenere sotto controllo l’andamento del Movimento 5 Stelle nei sondaggi politici. È il momento di una nuova rivalsa del Partito Democratico?
Sondaggi politici elettorali ottobre 2020: il punto sulla Lega di Matteo Salvini
Le elezioni regionali dello scorso weekend non sono andate bene per la Lega, soprattutto dopo le previsioni del leader Matteo Salvini, che aveva previsto una vittoria 7 a 0 del centrodestra. Come abbiamo visto, la “partita” tra le due parti è finita con un pareggio e ciò si è riflesso sui sondaggi politici.
Secondo i sondaggi di Tecnè, la Lega si riconferma primo partito in Italia, con una percentuale del 26,2% e uno scarto di ben sei punti sul secondo partito, il Partito Democratico.
Diciamo che, è vero che le elezioni regionali sono finite con un pareggio, ma possiamo vederle anche come un piccolo successo per il centrosinistra. Era risaputo che il centrodestra avrebbe vinto in Veneto con Zaia, ma è anche vero che le regioni della Toscana e della Puglia, andate al centrosinistra, sono rimaste in dubbio fino all’ultimo.
Oltretutto nel centrodestra c’è vento di burrasca per quanto riguarda la leadership della coalizione: i nomi che si rincorrono sono Matteo Salvini, Luca Zaia e Giorgia Meloni. L’istituto Ipsos ha chiesto ai propri intervistati chi vedrebbero come prossimo leader del centrodestra: il 46% degli intervistati ha risposto Matteo Salvini, ma il 35% ha risposto Luca Zaia, una percentuale che Salvini dovrebbe tenere sotto controllo, poiché è a rischio di perdere la leadership della coalizione di centrodestra.
La piccola perdita percentuale della Lega nei sondaggi politici, l’insidia di Luca Zaia per la leadership del centrodestra e i risultati delle elezioni regionali, potrebbero portare la Lega di Matteo Salvini a perdere terreno, insidiato soprattutto da Zingaretti e il PD e da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni.
Nonostante la Lega goda di un vantaggio notevole sul secondo partito, il PD, è ormai lontano dalle alte percentuali viste ad inizio anno, quando la Lega toccava il 30%. Oltretutto le elezioni Regionali non sono andate come previsto, dobbiamo aspettarci un cambiamento?
Sondaggi politici elettorali ottobre 2020: il punto sul Fratelli d’Italia
Se il Movimento 5 Stelle e la Lega hanno subito dei cali nei sondaggi politici, è Fratelli d’Italia a vincere “metaforicamente” la medaglia d’oro in questi giorni.
Attualmente il partito di Giorgia Meloni si attesta al terzo posto, come terzo partito in Italia, con il 16,1% Si tratta di un risultato straordinario per Fratelli d’Italia, che ha visto un’ascesa continua dei suoi consensi dalle scorse elezioni europee. Oltretutto si fanno sempre più forti le voci che vorrebbero proprio Giorgia Meloni a capo della coalizione del centrodestra, al posto di Matteo Salvini. Se vediamo i risultati di oggi, non possiamo che confrontarli con quelli di inizio anno, che vedevano il partito di Giorgia Meloni fermarsi al 10%: guadagnare 6 punti nei sondaggi politici, è un successo straordinario per Fratelli d’Italia e proprio per questo, il nome di Giorgia Meloni sta iniziando a farsi forte per la leadership del centrodestra.
Ciò che fa pensare ad una leadership della Meloni nella coalizione del centrodestra è proprio la continua crescita del suo partito, in ogni regione d’Italia. Si tratta, infatti, dell’unico partito che cresce in ogni regione, a differenza degli altri che subiscono dei cali, anche profondi. Ciò che spinge Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia alla positività elettorale, è anche la straordinaria vittoria nella regione Marche con Francesco Acquaroli, che passa al centrodestra, dopo 25 anni al centrosinistra.
La crescita costante di Fratelli d’Italia potrebbe ridisegnare gli equilibri dei rapporti di forza al Parlamento dei prossimi mesi, ma soprattutto potrebbe mettere molto in subbuglio il centrodestra, a causa della lotta per la leadership. Il centrodestra attualmente è quasi al 50% e conta Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia; al contrario, il centrosinistra si fermerebbe solamente al 41,8%.