A distanza di un anno dall’inizio del conflitto russo-ucraino i venti di guerra continuano a soffiare molto forte e, purtroppo, non accennano a smorzare la loro foga. Ad oggi, non è possibile prevedere quali saranno le conseguenze tanto per l’Ucraina quanto per l’Europa la quale, pur non essendo direttamente coinvolta nel conflitto armato, è comunque coinvolta a livello politico ed economico. Uno dei principali temi che la guerra ha portato all’attenzione mondiale è proprio la probabile entrata nell’Unione Europea. Augurandoci che la guerra finisca quanto prima, cerchiamo di analizzare gli eventuali scenari che potrebbero aprirsi qualora l’Ucraina entrasse veramente a far parte dell’UE.
Quando avverrà l’entrata dell’Ucraina nell’UE
All’indomani dell’aggressione armata di Mosca nei confronti dell’Ucraina – lo scorso 2 febbraio 2022 – la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha ribadito la volontà coesa dell’Unione Europea di far entrare l’Ucraina all’interno della Comunità europea. Tale volontà è stata poi ribadita in diverse occasioni da tanti altri capi di Stato tra cui Mario Draghi che, al momento dello scoppio della guerra, era a capo dell’esecutivo tecnico dell’Italia.
Le parole hanno avuto un inevitabile effetto, non solo sul piano politico ma anche su quello economico. Nella nostra disamina, infatti, non si può non considerare che il processo di inclusione sarà indolore. L’Ucraina è un paese estremamente vicino alla sfera d’influenza russa e una sua ipotetica annessione alla Comunità europea non lascia indifferente il Cremlino.
Naturalmente, non vogliamo minimizzare gli eventi che stanno accadendo in questo momento, riducendo il discorso a pochi temi importanti, la situazione infatti è ben più complessa di quella che stiamo raccontando tuttavia, la “questione europea” – se vogliamo chiamarla così – è sicuramente centrale nelle considerazioni relative all’attuale conflitto armato. Pertanto è normale domandarsi quando avverrà l’eventuale entrata dell’Ucraina nella sfera europea e cosà accadrà una volta che l’Ucraina entrerà ufficialmente a far parte dell’Unione Europea. Ma andiamo con ordine.
Malgrado le belle parole che i capi di stato possono pronunciare all’interno dei loro discorsi e malgrado la retorica comune che, comunque, rimangono messaggi ben chiari a Mosca, occorre però considerare la politica UE e i trattati esistenti. L’eventuale entrata futura dell’Ucraine nell’UE, infatti non può prescindere dall’osservanza delle regole accettate e condivise dall’intera comunità. Il futuro dell’Ucraina in Europa sarà quindi dipeso dai trattati comunitari e dagli impliciti coinvolgimenti ai quali gli altri paesi aderenti al trattato comunitario potrebbero andare incontro.
Sfatiamo subito un pensiero condiviso: l’entrata di un paese all’interno della Comunità Europea non è assolutamente immediata e occorrono alcuni passaggi necessari che inevitabilmente allungano i tempi di attesa.
Infatti, benché la guerra scatenata da Mosca abbia accelerato l’iter di presentazione della domanda di accesso non solo dell’Ucraina, ma anche di altri paesi dell’est, quali la Moldavia e la Georgia, tuttavia l’ingresso non è ancora stato approvato.
La domanda è stata accettata praticamente subito dopo lo scoppio del conflitto bellico, tanto che, al momento, l’Ucraina è il primo paese ufficialmente candidato per l’ingresso in Europa. Inoltre, proprio per la sua vicinanza ai territori dell’Europa, l’Ucraina è uno dei paesi membri della Politica europea di vicinato, un programma di manovre politiche europee verso i paesi confinanti con l’Unione europea le quali hanno lo scopo di rafforzare i rapporti politici, economici e anche sociali, tra l’Europa e gli stati confinanti (soprattutto a Est e a Sud).
A seguito della presentazione della domanda al Consiglio europeo, la Commissione e il Parlamento si riuniscono per espletare le procedure di valutazione della richiesta di adesione, come illustrate nell’articolo 49 del Trattato europeo, e che si concludono con una votazione favorevole o contraria alla concessione dello status di paese candidato. A seguito della concessione dello status partono i negoziati per verificare la conformità del Paese ai dettami dell’Unione europea e che comprende tutto il corpo legislativo dell’Unione europea, suddiviso in 35 capitoli. Mediamente, la trafila di accertamenti e negoziati prevede all’incirca una decina di anni (nei casi migliori). Naturalmente, nelle fattispecie più complicate, come ad esempio l’Ucraina, la traila potrebbe richiedere ulteriori anni a causa della complessità delle relazioni politiche e culturali del Paese e, soprattutto alla luce del recente conflitto armato che interessa il Paese in questo preciso momento. Il fatto che un Paese candidato sia coinvolto in un conflitto, purtroppo è un elemento fortemente discriminante per l’entrata o meno di un Paese all’interno dell’ingerenza europea, poiché, stando ancora al Trattato europeo, vige il mutuo soccorso in caso di azioni belliche che coinvolgono uno dei paesi degli Stati membri.
Bisogna quindi prevedere scenari a lungo termine per valutare se il Paese candidato potrebbe essere coinvolto in un conflitto armato che implicherebbe un coinvolgimento diretto degli altri Stati membri. Tutte queste considerazioni sono essenzialmente utili per rispondere a una domanda: quando (e se) l’Ucraina entrerà in Europa.
Al momento, a parte per quanto concerne l’accoglimento della domanda di accesso all’Unione europea da parte del Consiglio, non sono stati fatti ulteriori passi avanti per annettere anche l’Ucraina tra i Paesi appartenenti all’unione europea.
L’accelerazione dell’iter, se mai c’è stata, è avvenuta solamente nella fase iniziale del processo ma per quanto riguarda i controlli e i negoziati quelli sono assolutamente obbligatori e, pertanto andranno espletati. Visti i tempi medi e, considerando che l’Ucraina si trova in una posizione molto complicata è verosimile immaginare che ci vorranno più di dieci anni prima di poter includere l’Ucraina tra i Paesi europei.
In altre parole, non è possibile fare una previsione certa di quando l’Ucraina entrerà finalmente in Europa né tanto meno possiamo ipotizzare una data certa dell’evento Non ci resta che aspettare, dunque, gli sviluppi futuri, augurandoci soprattutto che l’attuale conflitto possa finire il prima possibile.
Adesione Ucraina all’Unione Europea: rischi e vantaggi
Se in merito all’ingresso dell’Ucraina all’interno della Comunità europea è un dato ancora del tutto incerto, tuttavia possiamo provare a ipotizzare uno scenario in cui il Paese è finalmente entrato in Europa al fine di valutare rischi e vantaggi.
Che ci piaccia o meno, infatti, l’Ucraina non è un paese qualunque e la sua vicinanza con Mosca, contestualmente alla presenza di una forte componente culturale russofona stanziata storicamente nel paese, rende la transizione del Paese all’interno della sfera europea piuttosto complicata.
In una eventuale adesione del paese all’UE, gli effetti sortiti non sarebbero percepiti solamente dal Paese interessato, ma anche dall’Europa. Ci sono non pochi analisti che riconoscono in una eventuale adesione europea da parte dell’Ucraina molti rischi per la Comunità europea e, di contro, altrettanti analisti che vedono in un’eventuale annessione dell’Ucraina all’Unione Europea una manovra che potrebbe apportare dei vantaggi. Cerchiamo quindi di vedere insieme alcuni dei principali rischi e vantaggi che potrebbero derivare dall’ingresso dell’Ucraina in Europa.
Il primo rischio è rappresentato proprio dall’attuale contenzioso con la Russia. Infatti, nell’ipotesi in cui si raggiungesse un armistizio, ma senza un vero e proprio trattato di pace, il conflitto sarebbe solamente congelato. Infatti se l’Ucraina entrasse in Europa nello stato in cui è attualmente, coinvolgerebbe tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (Italia compresa) nel conflitto militare, proprio in virtù delle regole e dei principi di mutuo soccorso sanciti all’interno dei Trattati europei. In altre parole l’Europa rischia seriamente di trovarsi in guerra contro la Russia. Quindi il primo vero rischio derivato dall’annessione dell’Ucraina all’interno della sfera europea è costituito dalla guerra, che inevitabilmente coinvolgerebbe tutti gli Stati membri.
Dal canto suo, rimanendo sempre all’interno dell’alveo delle ipotesi, nel caso in cui il conflitto si riacutizzasse nuovamente, l’Europa non potrebbe fare a meno di intervenire per difendere quello che, sempre in via ipotetica, è uno stato membro a tutti gli effetti. Il non intervento dell’Europa, infatti, rappresenterebbe una vittoria, in termini strategici e geopolitici, per il governo di Putin, perché minerebbe seriamente la stabilità del progetto europeo.
Se l’Ucraina entrasse in Europa, vi sarebbe poi un altro rischio di non minore importanza. Avere Kiev all’interno della Comunità europea implicherebbe, inevitabilmente, la monopolizzazione russa dell’agenda europea. Dobbiamo infatti considerare che l’Ucraina a fronte dei suoi 44 milioni di abitanti diventerebbe il quarto Stato membro più popoloso dell’Europa e questo inciderebbe moltissimo nelle commissioni parlamentari e nei processi decisionali della Commissione e del Parlamento. L’agenda europea sarebbe probabilmente paralizzata dall’ingresso di Kiev che, verosimilmente, premerebbe moltissimo per la risoluzione delle questioni con la Russia e avrebbe la facoltà, proprio per la proporzione numerica di cui sopra, di far pesare le sue proposte su quelle delle altre. Le conseguenze sarebbero poi avvertibili anche sul piano economico.
Inoltre, l’entrata di Kiev nell’Unione europea, potrebbe incentivare Mosca a inasprire il conflitto, allontanando sempre di più la speranza di una risoluzione pacifica.
Tuttavia, se da una parte vi sono molti svantaggi nell’accogliere l’Ucraina in UE è vero anche che qualche vantaggio potrebbe figurarsi all’orizzonte.
Su tutti, il principale vantaggio è rappresento dalla possibilità di gettare le basi per un concreto progetto di comunicazione e collaborazione con l’Est Europa rimasto, per certi versi, ancora legato alle ideologie imperialiste e colonialiste del secolo scorso. Di fatto, l’atteggiamento dimostrato da Mosca e da tutti i paesi filorussi è, dopo secoli, di forte resistenza al progressismo occidentale e ogni tentativo di allineamento alle politiche comunitarie è sempre fallito, contribuendo al consolidamento di posizioni imperialiste e dittatoriali.
Naturalmente, un dialogo con Mosca e con tutti i territori fortemente filorussi è ancora di là da venire, ma un futuro ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea potrebbe gettare le basi per un ripensamento dei rapporti extraeuropei.
Infine, un altro indubbio vantaggio per l’Europa è rappresentato dalle risorse che l’Ucraina, vero e proprio granaio dell’Europa, porterebbe all’economia della Comunità europea la quale, a sua volta, beneficerebbe di quelle risorse sfruttando le potenzialità del libero scambio delle merci sul territorio della Comunità.