Aprire un’attività commerciale è un passo importante per ogni imprenditore, sia per chi ha esperienza che per chi si avvicina per la prima volta nel mondo del commercio. I fattori di rischio sono elevati, soprattutto in un periodo in cui tante serrande si abbassano svuotando i centri storici, e sono numerosi gli adempimenti da affrontare per mettersi in linea con tutti i requisiti stabiliti dalla normativa in vigore. Scopriamo dunque cosa sapere su costi, normative e licenze.
I costi
Se parliamo di spese da sostenere per l’apertura di un nuovo negozio, fornire delle cifre anche solo indicative è inutile, perché non esiste un valore o un range ben preciso di riferimento. Determinare il costo esatto per l’apertura di un negozio dipende da molteplici fattori, come la località, la dimensione del negozio, il settore merceologico, i costi iniziali di avviamento e le varie spese operative.
Tra i costi di avvio possono essere menzionati la cauzione per l’affitto o acquisto del locale (che variano in base alla posizione e alle dimensioni), le eventuali ristrutturazione e arredamento (strettamente legate alle esigenze specifiche del negozio), il costo di attrezzature e forniture iniziali (variabili in base al tipo di prodotto venduto o servizio offerto) e dell’attivazione delle utenze di elettricità, acqua, Internet ed altro.
Tra le regolari spese operative, invece, vanno citati l’eventuale affitto mensile dei locali, le spese per dipendenti e collaboratori, le bollette e la manutenzione degli impianti, quello elettrico, di riscaldamento o acqua, e le forniture continuative di merce.
Ma è vasto anche il panorama dei costi amministrativi e legali, tra tasse e contributi, costi per il commercialista, costi per ottenere licenze e permessi, costi di marketing e pubblicità, costi per le assicurazioni. Esistono infatti specifiche soluzioni per i negozianti. La polizza DinamicaPlus Commercio è ad esempio un piano assicurativo completo che tutela i commercianti rispetto a incendi e danni e danni a terzi provocati. Infine va valutata l’opportunità di creare un fondo di emergenza, fondamentale per coprire spese impreviste o periodi di minore affluenza.
Le normative e le licenze
Dunque cosa dice la normativa italiana per l’apertura di un’attività commerciale? Naturalmente bisogna seguire un preciso iter burocratico e soddisfare alcuni requisiti e adempimenti principali. Per quel che riguarda i requisiti personali dell’imprenditore, per aprire un negozio non bisogna essere stati mai dichiarati falliti o avere condanne penali o detentive, non bisogna essere stati sottoposti a sorveglianza speciale o essere stato dichiarato “delinquente abituale”. È necessario essere maggiorenni ed avere residenza in Italia.
È il primo passo formale per iniziare un’attività commerciale è l’apertura della Partita IVA, essenziale per tutte le operazioni fiscali. Bisogna procedere poi all’iscrizione al Registro delle Imprese, da effettuare presso la Camera di Commercio locale, che serve a registrare formalmente l’attività. Altro step riguarda la regolazione delle posizioni INPS e INAIL. Presso l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale bisogna aprire una posizione previdenziale per la copertura sociale dell’imprenditore e dei dipendenti, mentre per quanto riguarda l’INAIL è fondamentale regolare la posizione assicurativa per la copertura contro infortuni sul lavoro e malattie professionali. Al Comune va comunicato l’inizio dell’attività entro 30 giorni, allo scopo di informare le autorità locali. A seconda della natura del negozio e della merce venduta, possono essere richiesti permessi o certificazioni aggiuntive (come l’HACCP per gli alimenti). Esempi di procedure minori sono, infine, l’autorizzazione specifica per esporre un’insegna fuori dal negozio e i diritti SIAE se nei locali vengono diffuse sotto forma di musica o video opere coperte da copyright.