Il Cavaliere cede ad Alfano e dice sì alla fiducia
Il governo Letta rimane, il Cavaliere si arrende. Con evidente rammarico e forte sorpresa Berlusconi spiazza tutti, e decide proprio negli interventi precedenti al voto che Letta aveva fissato per ieri, di rinnovare la fiducia al governo «delle larghe intese», il Pdl – dice il Cavaliere – sta con la maggioranza. Con 235 voti a favore 70 contrari e 6 astenuti, tra le fila del Pdl, Berlusconi, proprio nei momenti finali e più drammatici di questa faticosa giornata politica, salva il governo. L’inaspettato dietrofront, frutto di un travaglio interno, per stessa ammissione dell’ex premier, certifica la sua sconfitta, e la resa alla linea voluta dai dissidenti interni, capeggiati dal vice premier Alfano.
Questo smacco sembra stabilire che la guida del partito non sia poi così salda tra le sue mani. Quagliariello, affermando che «ci sono due classi dirigenti incompatibili», sottolinea come la spaccatura nel partito sia grande e insanabile, e a questo punto sembra essere a rischio anche la manifestazione anti-decadenza del 4 ottobre. Questa data probabilmente sancirà la definitiva scissione nel Pdl, tra chi sostiene il segretario e chi rimarrà sotto la gonnella del vecchio leader.
Il governo, in realtà, già in mattinata aveva i numeri per andare avanti, grazie all’appoggio dei 23 firmatari provenienti da Pdl e Gal. Il Cavaliere, insomma, con il suo intervento ha solo evitato che il voto sancisse l’amaro volta faccia di alcuni dei suoi in modo palese, delimitando la spaccatura verso un dialogo interno del partito, senza rendere pubblico lo scontro. Enrico Letta ha dichiarato: «La fiducia ci sarebbe stata comunque. L’Italia ha bisogno che non ci siano più ricatti, tipo o si fa questo o cade i governo».
Il governo Letta ha superato anche questa dura giornata, ma di sicuro qualcosa all’interno della maggioranza è cambiata. Numericamente non sarà più la stessa e, probabilmente, sarà anche più unita di prima. L’ultimo nodo da sciogliere ora riguarda il caos nel quale il partito del Cavaliere è sprofondato. Potrebbero formarsi nuovi gruppi parlamentari, e rendere la situazione politica più stabile? I prossimi giorni saranno fondamentali in questo senso, e questa soluzione potrebbe non essere scontata come si crede. Di certo, stando anche alle parole di una più che affranta Mariastella Gelmini: «I destini sono separati». Bondi e Nitto Palma, invece, sono i più duri e attaccano sia le dichiarazioni di Zanda, che è intervenuto dopo il cavaliere, e i cosiddetti «dissidenti». Il primo passo, però, verso la formazione di un nuovo gruppo parlamentare sembra già stata fatta dal più radicale dei dissidenti, Cicchitto, che ha dichiarato nel pomeriggio: «Adesso dobbiamo lavorare sotto la guida di Alfano».
Mentre il Pdl è nel caos, il premier Letta incassa la fiducia e nel suo intervento in aula sottolinea quanto sia importante mettere al centro le esigenze del Paese. Chiude rassicurando gli italiani sulla legge di stabilità prossima al voto: «Il cuore sarà la riduzione delle tasse sul lavoro».