Si è spento nella notte di giovedì a Johannesburg Nelson Mandela, simbolo della lotta contro l’apartheid
È venuto a mancare all’ affetto dei suoi cari e del mondo intero colui che è stato per tutta la vita il difensore dei deboli e degli oppressi, che ha lottato affinché l’uguaglianza prevalesse sulla diseguaglianza, a 95 anni muore Nelson Mandela, ma per tutti muore Madiba.
Il Presidente sudafricano Jacob Zuma ha dato l’ annuncio, mediante un discorso televisivo a una popolazione incredula e disperata; perché a morire non è solo un uomo, non solo un combattente, ma un eroe.
«I nostri pensieri – ha detto Zuma – sono con la sua famiglia, con i colleghi e amici e con il popolo sudafricano». Il presidente ha espresso inoltre «profonda gratitudine» per Mandela e ha ordinato il lutto nazionale. Le bandiere saranno a mezz’asta in tutto il Paese da venerdì al giorno delle esequie di Stato. «La sua anima riposi in pace. Dio benedica l’Africa», ha detto ancora Zuma.«Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre».
Mandela aveva trascorso ventisette anni nelle galere del regime segregazionista bianco durante il regime pro-apartheid e a favore della negazione dei diritti agli uomini di colore. Una volta uscito di prigione non aveva mai pronunciato la parola “vendetta”, anzi aveva cercato di instaurare un rapporto di pace contro coloro che gli avevano tolto la libertà, ma soprattutto la dignità. Il filo conduttore della sua esistenza è stata la parola “rinconciliazione” per cui ha sempre lottato e combattuto, pur non raggiungendola appieno e fino in fondo.
Nel 1993 venne insignito del premio Nobel per la pace, e nel 1994 divenne il primo capo di Stato di colore, e presidente dell’African National Congress, conducendo il Sudafrica verso la democrazia. Il sogno di un paese diverso, libero, civile, moderno ha ispirato tutta la sua esistenza, convinto che il nuovo Sudafrica poteva nascere solo attraverso la collaborazione con i bianchi e non attraverso l’odio e la guerra.
Da tempo era affetto da problemi polmonari, a causa delle infezioni contratte durante la prigionia a Robben Island. Dal dicembre 2012 era stato ricoverato ben quattro volte. L’8 giugno l’ultimo ricovero in una clinica di Pretoria, dalla quale era stato dimesso a settembre. Da allora viveva nella sua casa vicino Johannesburg, assieme alla sua famiglia e circondato dalle persone care e da tutto il popolo sudafricano che quotidianamente visitava la sua casa.
Il cordoglio è giunto da tutti i capi di Stato del mondo. Il più sentito e commosso è stato quello del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha dichiarato: «Nelson Mandela è vissuto per un ideale e l’ha reso reale. È uno dei personaggi più coraggiosi della nostra era. Appartiene al tempo, alla storia. Ha trasformato il sudafrica e tutti noi». Ha proseguito poi Obama: «Il suo lavoro ha significato moltissimo. Noi troviamo fonte di esempio e rinnovamento nella riconciliazione e nello spirito di resistenza che ha fatto dell’azione di Mandela una cosa vera».
Con Mandela muore un simbolo, un mito, un eroe; ma le sue idee, il suo pensiero vivrà per sempre e ispirerà ancora le nuove generazioni che vogliono lottare contro le ingiustizie, contro le oppressioni, per cercare di creare un mondo migliore, dove la libertà sia un valore vero, concreto e non un’ utopia.