I luoghi comuni sul debito pubblico italiano
Come spesso sentiamo dire da pseudo-giornalisti e pseudo-economisti, l’Italia è un paese che ha “vissuto al di sopra dei propri mezzi”, che è un “paese spendaccione”, che ha un “debito pubblico insostenibile”, e via dicendo. Ai più, tali affermazioni potranno sembrare veritiere. D’altronde abbiamo un debito pubblico del 126% del PIL (ma Monti non era venuto per mettere i conti in ordine?). E che dire della spesapubblicaimproduttiva (si, lo scrivo tutto attaccato poichè, come ci ricorda il Prof. Alberto Bagnai, sembra che la spesa pubblica sia solo improduttiva).
Forse arrivati fin qui vi chiederete: “E quindi? Che ci stai dicendo di nuovo? È sotto gli occhi di tutti! Abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi e quindi è corretto, anche se doloroso, che paghiamo pegno”.
Ma è davvero così?
Partiamo dalla prima affermazione: “abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi”. Come il Prof. Andrea Terzi ci dice, nel suo libro “Economia Monetaria – Stock di moneta, flussi monetari, tassi d’interesse e saldi finanziari”, a pp. 39:
“Resta il fatto che l’entità di risorse reali inutilizzate, concisamente espresso dal suo tasso di disoccupazione, indica quanto un paese vive al di sotto dei propri mezzi.”
Con una disoccupazione al 12% ed una giovanile al 37% fate voi…
Inoltre, ciò che non viene mai detto è che il debito privato contratto dalle popolazioni dei PIIGS (soprattutto verso l’estero) è stato favorito dall’entrata nell’Euro (un regime di cambi fissi), dalla liberalizzazione dei capitali e dalla scarsità dei capitali nei paesi periferici che portò ad un rialzo nei tassi d’interesse.
Cioè? Cosa stava accadendo? Che nei paesi periferici arrivava credito a buon mercato dai paesi del Nord (che guadagnavano dai differenziali di interesse) e l’economia cominciava a surriscaldarsi aumentando l’inflazione. Quindi? E quindi, aumentando l’inflazione in “periferia”, i prodotti del “centro” diventavano più competitivi e si alimentava l’indebitamento estero (via importazioni dei paesi periferici). Tutto ciò, successivamente, fece esplodere il debito privato, arrestare l’afflusso di capitali in “periferia”, portando agli effetti devastanti che oggi vediamo, e che sono descritti benissimo da quello che in Economia viene chiamato “Ciclo di Frenkel”. Ed i paesi del “centro”, del Nord, chi sono? Ma in primis la Germania ovvio! Quindi l’occhio va riposto anche dalla parte del creditore, non solo del debitore. Per chi volesse approfondire, consiglio il libro “Il Tramonto dell’Euro” del Prof. Alberto Bagnai.
Passiamo ora al secondo luogo comune: “l’Italia è un paese spendaccione”
Per verificare se questa affermazione corrisponde al vero oppure no, non c’è bisogno di andare a fare difficoltose ricerche, calcoli matematici e quant’altro; basta vedere cosa ci dice il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato nel suo report “La Spesa dello Stato dall’Unità d’Italia – Anni 1862-2009″
E cosa ci dice? Basta vedere il grafico qui
Esso ci mostra che la spesa dello Stato, per tutti gli anni ’60, ’70 e la prima metà degli anni ’80 è stata al di sotto della media europea, per poi superarla di poco a causa di vari fattori che non esamineremo qui. Se l’Italia fosse stato quel “paese spendaccione”, come oggi ci viene detto, il grafico della Ragioneria dello Stato sarebbe stato molto diverso.
Chiudiamo la nostra analisi dei principali luoghi comuni con questo: “il nostro è un debito pubblico insostenibile”. Diciamo che questo è un luogo comune che ha una forte presa sui cittadini anche perchè, come scrissi all’inizio di questo articolo, in percentuale al PIL, il nostro debito pubblico è pari al 126%. Ma sarà vero che è “insostenibile”?
Per rispondere anche a quest’ultimo luogo comune ci è sufficiente vedere cosa dice il Fiscal Sustainability Report 2012 della Commissione Europea a pag. 35 e a pag. 42. Questa è la sostenibilità del del debito pubblico nel breve periodo dei paesi dell’Unione Europea. Avete visto bene? Sicuri? Ok, allora vi sarete accorti che il debito pubblico italiano è perfettamente sostenibile nel breve periodo!
Mi si ribatterà: “Si vabbè e nel lungo periodo? Sicuramente ci ritroveremo con l’acqua alla gola per via della sua insostenibilità”. Andiamo allora a vedere se il nostro debito pubblico sia o no sostenibile anche nel lungo periodo. Possiamo vederlo qui. Avete visto bene anche questo? Sicuri? Perfetto, allora avete visto che il debito pubblico italiano è l’unico perfettamente sostenibile anche nel lungo periodo!
Alla fine di questa nostra analisi, abbiamo smontato i principali luoghi comuni con cui dei pseudo-giornalisti e pseudo-economisti ci bombardano dalla mattina alla sera. Abbiamo capito, inoltre, che il problema NON è il debito pubblico!
Ora andate a sbattere in faccia questi dati a Monti, Bersani, Casini, Vendola e compagnia cantante…
Valerio Spositi
Fonte: Qualcosa di Sinistra