La guerra di bassa intensità portata avanti dai paramilitari e dal governo, dopo l’attacco nel Caracol La Realidad, ha un’altra vittima: il compagno Galeano
Il 2 maggio la base di appoggio dell’esercito zapatista nel Caracol La Realidad, situata al confine della Selva Lacandona, nel municipio ufficiale de Las Margaritas, è stata attaccata dal gruppo paramilitare CIOAC-H (Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesino-Histórica) e da altri paramilitari militanti nel PAN (Partido Acción Nacional), nel PVEM (Partido Verde Ecologista de México) e nel PRI (Partido Revolucionario Institucional). Secondo il comunicato firmato il maggio dalla Junta de Buen Gobierno di La Realidad, organo amministrativo del Caracol, durante l’attacco, definito erroneamente dalla maggior parte dei media locali e internazionali come uno scontro, è stato brutalmente assassinato il maestro José Luis Solís López della Escuelita por la Libertad según las y los Zapatista, noto come compagno Galeano, e feriti una quindicina di aderenti al movimento zapatista.
L’aggressione del 2 maggio è il culmine di un escalation di tensione iniziata il 16 marzo, quando il gruppo paramilitare cioaquista sequestrò un furgone che trasportava medicinali per la campagna zapatista “Otra Salud Autónoma”. Frayba, centro di difesa dei diritti umani, dichiara che dal 1 maggio, il giorno prima dell’aggressione, era in atto una riunione tra le parti in causa, JBG e CIOAC-H, più la presenza di due osservatori della medesima organizzazione, per cercare una soluzione pacifica al contenzioso. Visto l’accaduto risulta evidente che la via diplomatica non rientrasse tra le opzioni della CIOAC-H, dato che la metodologia dell’aggressione evidenzia una strategia militare: inizialmente sono state colpite due strutture vitali per la comunità, la scuola e la clinica, e in seguito sono state distrutte le tubature che riforniscono di acqua il Caracol, con l’assoluta consapevolezza che la popolazione civile zapatista non dispone di armi da fuoco con cui poter difendere se stessi e le infrastrutture della comunità. Questa strategia era mirata a far uscire i zapatisti dal Caracol così da poterli attaccare più facilmente.
La gravità dell’aggressione è sottolineata dal fatto che, in vent’anni di esistenza del movimento zapatista, questo è stato il primo attacco diretto a un Caracol, luogo fisico dove risiede il centro amministrativo della regione e dove ha sede la Junta de Buen Gobierno, composta solitamente da 15 membri eletti dai vari municipi che compongono la regione. Attualmente ci sono cinque Caracol, ognuna delle quali ha cinque giunte che governano a rotazione settimanale. Il Caracol La Realidad è il primo ed considerato come la madre di tutti i Caracoles.
Negli ultimi anni sono stati sempre più numerose le azioni di repressione attuate da gruppi militari e paramilitari nei confronti delle popolazioni indigene e, in particolare, nei confronti di quelle zapatiste. La Junta de Buen Gobierno dei Caracoles ha denunciato, dal gennaio 2010 all’aprile 2014, più di cinquanta casi di minacce, intimidazioni, provocazioni, aggressioni armate, invasioni di territorio e detenzioni arbitrarie. La creazione di gruppi paramilitari dentro e fuori le comunità indigene risale al 1995 e fa parte della guerra di bassa intensità utilizzata dalle istituzioni per indebolire le basi di appoggio zapatiste e per diminuire il supporto della popolazione locale, creando continue tensioni tra le varie comunità.
La caratteristica principale di questi gruppi è quella di avere il supporto, diretto o indiretto, del governo del Chiapas e di quello federale messicano, e di compiere azioni dirette a obiettivi o soggetti specifici e in momenti chiave per la politica della zona. Una delle finalità di questi gruppi è quella di riprendere le cosiddette “terre recuperate” dalle comunità zapatiste, intendendo con questo termine i terreni sottratti nel 1994 ai latifondisti dai contadini chiapanechi, zapatisti e non. Ed è in particolare verso queste “terre recuperate” che si sta dirigendo l’attenzione del governo e gli attacchi dei gruppi paramilitari, dei quali fanno spesso parte contadini poveri a cui viene promesso un fazzoletto di terra nel caso riescano a cacciare le famiglie zapatiste. Riguardo al Caracol La Realidad la pressione è rivolta a quelle terre che si trovano sul percorso dell’autostrada che dovrebbe collegare San Cristobal al sito archeologico Maya di Palenque, e che porterebbe notevoli ingressi turistici in tutta la zona.
Come reazione all’attacco e all’aumento della tensione e della violenza contro le comunità zapatiste, il 18 maggio sono state organizzate manifestazioni di solidarietà in Messico e in molte città del mondo. Il 23, 24 e 25 maggio, inoltre, sono partite diverse carovane di solidarietà che, da diverse parti del Messico, si recheranno a La Realidad per rendere omaggio al compagno Galeano e per mostrare tanto al governo del Chiapas quanto a quello federale che le comunità non sono sole e che gli occhi del mondo sono rivolti verso la Selva.
Nel comunicato scritto l’8 maggio dal Subcomandante Insurgiente Marcos e intitolato “El Dolor y la Rabia”, si riassume così il lavoro delle comunità zapatiste dal 1994 ad oggi: nuestros esfuerzos son por la paz, los esfuerzos de ellos son por la guerra – i nostri sforzi sono per la pace, i loro per la guerra.