Oggi affronteremo il significato dell’espressione “fake news” e in quali casi possiamo parlare realmente di notizia falsa, dalla sua traduzione in italiano agli esempi recenti più evidenti, vedremo cosa sono realmente e perché trovano un largo spazio nei social network come Facebook.
Qual è la traduzione in italiano dell’espressione “fake news” e cosa vuol dire?
Sembra l’invenzione del millennio, eppure non è così: le fake news sono sempre esistite, ne è una prova uno scritto del 1809 che spiega in maniera precisa ed analitica come le false notizie vengono redatte e poi diffuse dai diversi media, ovviamente facendo riferimento a quelli dell’epoca.
Letteralmente in italiano l’espressione “fake news” vuol dire “false notizie”. Attenzione, però, quando si tratta della pronuncia o della scrittura del termine perché troppo spesso ci capita di sentire storpiature anche da dotti e intellettuali italiani che, sbagliando la prima parola dell’espressione, incorrono in giochi di parole la cui traduzione risulta piuttosto scurrile.
Essenzialmente una fake news è quella che siamo soliti definire in gergo popolare una bugia o, in maniera più colorita, una bufala. È una notizia falsa, parzialmente falsa o, talvolta, soltanto incompleta alla cui veridicità è, però, facilmente possibile credere.
Spesso vengono promulgate tramite messaggi scritti o vocali da cui è impossibile ottenere la fonte, ma spesso, invece, sono semplicemente diffuse da testate che non hanno eseguito un controllo meticoloso, o che ne abbiano eseguito soltanto uno parziale e non approfondito, sulle fonti, sugli autori e, soprattutto, sui fatti esposti.
Un capitolo a parte, invece, lo meritano le testate che nascono appositamente come satiriche e che hanno fatto delle fake news il loro mestiere. Scritte in gergo giornalistico e con titoli di effetto, poste su schermate che realmente sono organizzate come giornali e testate online, è facile scambiare una notizia falsa volta a farci sorridere per una vera. Attenzione, però, a non cadere nel tranello: in una testata satirica come Lercio o La Refubblica non troverete mai notizie vere. Cosa differenzia, però, queste testate da quelle che realmente producono fake news ogni giorno? Il concept alla base è completamente diverso: come si legge già dai sottotitoli delle testate citate, rispettivamente “lo sporco che fa notizia” e “scherziamo sul serio”, lo scopo ultimo in questi casi è divertire il lettore promulgando notizie- barzellette e non diffondendo notizie che possano costituire un corpus di mala informazione per influenzare i lettori più scaltri. Per questa ragione è, quindi, necessario stare bene attenti e valutare con spirito critico e attenzione ai dettagli: una fake news, infatti, si riconosce anche da come è scritta, dal fatto che presenti o meno errori grammaticali o refusi e, soprattutto, dalla provenienza.
Fake news: alcuni esempi recenti di notizie false
Come abbiamo visto, le fake news sono sempre esistite, sebbene abbiamo iniziato a definirle con questa specifica espressione anche in Italia solo recentemente. Numerosi sono gli esempi più antichi che, ormai, possiamo dire abbiano realmente fatto la storia di questo genere di notizie.
Se è vero che in questo millennio, nell’età dei social media, ogni minima notizia falsa può facilmente essere letta e entrare a contatto con un numero svariato di persone tramite un semplice click, è vero anche che a partire dall’Ottocento si sono verificate occasioni di fake news epocali che ancora oggi vale la pena ricordare.
Nel 1835, ad esempio, il New York Sun, fonte autorevole, per aumentare i propri abbonati, pubblicò una notizia sulla scoperta incredibile secondo cui sulla Luna sarebbero state presenti forme di vita volanti, alcune dalle fattezze umane e altre da quelle simili ai roditori. Una volta raggiunto il suo scopo e la maggiore fama, fu il giornale stesso ad annunciare la falsità della notizia.
A poco meno di un secolo di distanza, nel 1917, invece, altre due testate di rilievo come il Times e il Daily Mail parlarono di fabbriche tedesche in cui i cadaveri dei soldati morti in guerra venivano trattati per poter estrarre la glicerina e fabbricare saponi e margarina: si scoprì, solo successivamente, che fu una voce messa in circolo dai servizi di intelligence britannici per fini propagandistici e con lo scopo di mostrare, non solo più forti ma anche più umane, le forza appartenenti all’Intesa.
La prova che anche le fake news si adattano a tutti i media e a tutti i mezzi di comunicazione in voga in ogni epoca, è il fatto che nell’ottobre, precisamente il 30, del 1935 fu inventata una delle fake news che maggiormente ottenne seguito e che fu diffusa non più tramite carta stampata, ma in radio dal Columbia Broadcasting Network. Fu mandato in onda, infatti, un riadattamento a mo’ di breaking news del romanzo di Orson Wells “La guerra dei mondi” che narrava di una guerra fra il nostro pianeta e altri alieni. Le notizie lampo furono recitate in radio così bene e in maniera così veritiera che i civili si riversarono in ansia e panico per le strade e un cospicuo numero di medici, marinai e soldati si presentò spontaneamente dalle unità di appartenenza per mostrarsi pronti a combattere e a prendere il proprio posto durante la famigerata, nonché ovviamente, inventata, guerra intergalattica.
Questi, però, sono soltanto esempi lampanti di ciò che poteva fare una fake news ben articolata nei secoli scorsi: in tutti questi casi analizzati, ad esempio, troviamo delle fonti autorevoli che si prestano a questo genere di “bravate”. Oggi, invece, il fenomeno delle fake news dilaga a causa della difficoltà relativa alla fonte: tutti abbiamo facoltà di parola, sia nella vita reale che in quella online e quindi, di conseguenza, tutti possiamo creare contenuti, veri o falsi che siano.
Giocare sulla pelle, sui sentimenti e sulle sensazioni delle persone che potrebbero leggerci fa in modo, come vedremo nel successivo paragrafo, che una notizia, per quanto assurda possa sembrare seguendo una attenta analisi razionale, improvvisamente appaia ai nostri occhi come potenzialmente vera. Non è, quindi, un caso che in questo periodo così difficile dovuto alla pandemia da coronavirus in corso le fake news “nascano come funghi”: dalla notizia secondo cui l’aglio e l’acqua calda fossero in grado di debellare il virus, al fatto che la stessa malattia sia stata creata in laboratorio a causa di assurde cospirazioni o complotti. In un periodo di incertezza e ansia, sociale , ma anche social, ognuna di queste notizie potrebbe apparire come veritiera.
Cosa sono le fake news: significato dell’espressione
Le fake news, dunque, sono le notizie false che riescono a instillare il dubbio con il loro contenuto andando a stimolare non il nostro pensiero logico e razionale che ci permette, a seguito di una analisi approfondita e critica, di scegliere se credere o meno ad una informazione, ma il nostro pensiero impulsivo ed euristico governato dalla fretta e dall’istinto. Andando a colpire proprio quest’ultimo, le fake news trovano “scorciatoie mentali” per essere credute notizie vere e reali grazie ai punti deboli del nostro sistema cognitivo, i cosiddetti bias, cioè debolezze davanti alle quali la nostra mente si trova nel momento in cui è necessario prendere delle decisioni o stabilire valutazioni oggettive su oggetti di diversa natura.
La mente umana è dotata di più di un centinaio di bias cognitivi, da quello della disponibilità a quello della simulazione, da quello dell’ambiguità a quello dell’ancoraggio: sapere che il nostro sistema cognitivo tanto incredibilmente acuto quanto così misterioso, abbia delle “falle” ci permette di metterci in discussione e non fermarci all’apparente notizia, ma di valutarla con attenzione e spirito critico.
Perché è facile che le fake news riescano a diffondersi nei social network come Facebook?
Come anticipato nei paragrafi precedenti, sebbene siano sempre esistite, le fake news hanno trovato il loro massimo splendore con la venuta dei social media e network in quanto, su internet, tutto è lasciato alla responsabilità degli utenti. Per quanto Mark Zuckerberg stia cercando a poco a poco di migliorare i suoi servizi aumentando i controlli e avendo preposto un intero team di giornalisti per evitare che le fake news più grossolane possano diffondersi, è ancora difficile garantire filtri e limitazioni certe.
Le fake news che trovano vita nei social network come Facebook riguardano soprattutto argomenti come politica, cronaca nera, scienza e salute come in questo periodo, economia e società. L’unica vera grande causa della loro diffusione è la cattiva attenzione degli utenti e la loro pigrizia: spesso, infatti, sono avidi di condivisioni e, pertanto, si trovano a ripubblicare informazioni trovate nel profilo di altri in maniera istintiva e di fretta, come accennavamo prima, basandosi unicamente su una sola occhiata e senza verificare la veridicità del titolo, il contenuto dell’articolo, la fonte che lo ha reso pubblico e, quindi, senza sottoporlo ad una lettura e ad una conseguente valutazione oggettiva.