In questo articolo vi daremo le ultime news che riguardano il mondo delle pensioni aggiornate a novembre 2019: vi forniremo le notizie più recenti che riguardano il sistema pensionistico ed in particolari temi che stanno a cuore a molti italiani in prossimità della pensione, come quota 100, la pensione per lavoratori precoci, la pensione anticipata per le donne (anche nota come “opzione donna”) ed i pensionamenti anticipati in generale nonché quelli relativi alle professionalità della scuola. Dal momento che la manovra 2020 è in discussione proprio in queste settimane, molti temi previdenziali sono sul tavolo del governo: se alcune misure sono state riconfermate e prorogate è realistico immaginare che altre verranno corrette o ripensate nei prossimi mesi.
News pensioni 2019: pagamento ritardato a novembre, quota 100, opzione donna, scuola
Iniziamo questa carrellata tra le ultime notizie in relazione alle pensioni per quanto riguarda novembre 2019 partendo proprio dai pagamenti ritardati delle pensioni da parte dell’Inps proprio nel mese in corso. Il 1° novembre non vi siete visti accreditare regolarmente la pensione? Niente paura, era tutto calcolato! Il pagamento posticipato era stato preventivato e annunciato dall’ente previdenziale: tale posticipo era infatti stato calendarizzato da molto tempo – addirittura da gennaio 2019 – a causa della festività che anticipano il versamento della pensione. La festività di Ognissanti cade infatti il 1° novembre: in quella data teoricamente dovrebbe essere versata la pensione (accreditata infatti, come previsto dalla legge, il primo giorno di ogni mese, infatti); per questo caso eccezionale l’Inps ha allineato l’erogazione delle varie prestazioni previdenziali al primo giorno cosiddetto bancabile del mese e novembre 2019 non fa eccezione. Le date previste per il pagamento delle pensioni di novembre sono infatti state accreditate sabato 2 novembre per i pensionati che normalmente si vedono accreditare l’assegno sul conto corrente postale (dal momento che Poste Italiane lavora regolarmente anche al sabato); i pensionati che invece hanno optato per l’accredito della pensione sul proprio conto corrente bancario hanno invece dovuto attendere il primo giorno bancabile del mese, cioè lunedì 4 novembre.
Un’altra novità importante emersa a novembre 2019 è che Quota 100 è stata confermata mentre l’Ape Sociale (anticipo pensionistico) è stata prorogata per oltre un anno, fino a dicembre 2020. La bozza della manovra 2020 ha fatto trapelare queste notizie assieme a quella che riguarda l’estensione di “opzione donna” a tutte le lavoratrici che matureranno i requisiti necessari entro il 29 febbraio 2020.
Vediamo invece quali sono le condizioni vigenti a novembre 2019 per accedere alla pensione e alle sue formule anticipate. Come abbiamo visto persiste – ed è stata confermata per il 2020 ed estesa fino a tutto il 2021 – Quota 100, una misura previdenziale che consente di lasciare il lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi mediante finestre trimestrali mobili, ovverosia nel momento in cui si raggiungono i requisiti necessari ad usufruire di quota 100 e il primo pagamento della pensione trascorrono 3 mesi. Per i dipendenti del settore pubblico tale finestra è invece di 6 mesi comprensivi di un preavviso di 3 mesi. Chi sceglie di andare in pensione con Quota 100 non può cumulare la pensione con i redditi da lavoro previsti fino ai 67 anni: in questo caso il tetto massimo per redditi derivanti da lavoro occasionale non può superare i 5.000 euro all’anno.
La manovra 2020, come abbiamo visto, prevede anche la proroga di “opzione donna” per tutto il 2020: con questa formula tutte le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 anni di età potranno lasciare il lavoro e percepire una pensione ricalcolata secondo il criterio contributivo e con decorrenza posticipata di 12 mesi, che diventano 18 in caso di lavoratrici autonome.
Come abbiamo detto poc’anzi, a novembre 2019 è stata stabilita – sempre nell’ambito della bozza della manovra economica 2020 – la proroga dell’Ape Sociale per tutto il 2020: in questo caso li Stato finanzia un vero e proprio prestito-ponte che consente a particolari categorie di lavoratori di accedere alla pensione, anche se mancano loro 3 anni alla maturazione dei requisiti necessari. Le categorie interessate da questa misura sono fondamentalmente le seguenti i disoccupati che hanno terminato l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi e che abbiano versato 30 anni di contributi; i lavoratori che presentino un’invalidità uguale o superiore al 74% e 30 anni di contributi; lavoratori dipendenti con 36 anni di contributi versati che svolgono o hanno svolto (per almeno 6 degli ultimi 7 anni) lavori considerati usuranti. Non ci sono ancora certezze rispetto alla versione volontaria dell’Ape, che scade a fine 2019 e al cui riguardo non circolano ancora notizie con carattere di ufficialità.
Per quanto riguarda la scuola, è notizia di novembre che per le lavoratrici della scuola nate entro il 31 dicembre 1961 che abbiano 58 anni di età e almeno 35 anni di contributi versati possono usufruire di “opzione donna” possono presentare domanda di cessazione di servizio entro il 29 febbraio 2020 e lasciare il lavoro nella finestra del 1° settembre 2020. Per i lavoratori della scuola che volessero tentare la via dell’anticipo pensionistico sociale il termine per l’invio delle domande è il 31 marzo 2020: anche in questo caso la finestra di riferimento è quella del 1° settembre 2020. Ricordiamo che la finestra pensionistica per i lavoratori della scuola è sempre fissata al 1° settembre, in coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico, per garantire continuità didattica agli studenti.
News Pensioni anticipate novembre 2019: lavori usuranti, lavoratori precoci, Isopensione
Per quanto riguarda novembre 2019, non ci sono sostanziali cambiamenti per quanto riguarda la situazione dei lavoratori che possono beneficiare della pensione anticipata poiché hanno svolto un lavoro usurante. Per questi lavoratori i requisiti previsti nel 2019 (e che rimarranno tali fino al 2026) sono 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi, la cosiddetta “quota 97,6”. Costoro sono, in pratica, lavoratori che hanno svolto lavori pesanti (il cui elenco è consultabile sul sito ufficiale dell’Inps) per almeno la metà della loro vita o per 7 degli ultimi 10 anni.
Anche a novembre 2019 la pensione per i lavoratori precoci viene erogata a coloro che ne facciano richiesta e che possano comprovare 12 mesi di retribuzione effettiva precedenti al compimento del 19° anno di età, si trovino in precise condizioni illustrate dalla legge e abbiano raggiunto i 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2019. In questo caso la pensione è calcolata con sistema misto o contributivo e viene versata a partire da 3 mesi dopo la data nella quale sono stati raggiunti i requisiti, tra i quali rientrano l’aver svolto un lavoro particolarmente pesante, essere invalidi almeno al 74% o disoccupati che abbiano concluso la Naspi. I lavoratori che hanno svolto lavori gravosi possono anch’essi andare in pensione anticipatamente, presentando l’apposita domanda per via telematica sul sito dell’Inps, compilando un modello apposito, se hanno raggiunto 66 anni di età e 7 mesi di età o 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 10 mesi se donne.
A novembre 2019 sono confermati anche i parametri necessari per maturare la pensione anticipata nel 2020: occorrono infatti, come per il 2019 e il 2019, 42 anni e 10 mesi di servizio per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne; in questo caso l’età anagrafica non è un requisito dirimente dal momento che vengono tenuti in considerazione solo i contributi versati: l’unico vincolo è quello di aver versato contributi per almeno 35 anni, esclusi i contributi figurativi.
Tra le notizie di novembre 2019, vi informiamo che una possibile alternativa a quelle passate in rassegna è l’Isopensione, cioè un anticipo della pensione di addirittura 4 anni pensata per coloro che non hanno raggiunto le caratteristiche previste dalla Legge Fornero. I lavoratori del settore privato e i dipendenti di aziende con più di 15 dipendenti possono approfittare di questo scivolo pensionistico che viene sostenuto economicamente dall’azienda in attesa che vengano raggiunti i requisiti della pensione. Il lavoratore che acceda all’Isopensione riceve in sostanza, dal momento in cui lascia il lavoro fino alla pensione, un importo mensile versato dall’ex datore di lavoro. Attualmente – e solo fino al 2020 – è possibile anticipare il termine fino a 7 anni; dal 2020 sarà anticipabile si soli 4 anni.
Da gennaio 2019 inoltre è possibile accedere alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi; essa può essere richiesta sia dai lavoratori autonomi che dipendenti che siano iscritti all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria) e alle formule pensionistiche esclusive, esonerative, integrative o sostitutive previste dall’ente, e alla gestione separata. La pensione di vecchiaia si incassa a partire dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si è raggiunta l’età pensionabile o in cui si sono maturati i requisiti di anzianità contributiva e assicurativa.
Possono andare in pensione in anticipo anche i lavoratori che abbiano il sufficiente cumulo gratuito di contributi previdenziali versati in gestioni diverse: il lavoratore ha diritto a un’unica pensione che viene calcolata in base alle regole di ogni fondo e rispetto alle retribuzioni di riferimento.
Non si capisce quale sia il problema a prorogare l’ape volontaria che ha costo zero o quasi,mentre si prorogano strumenti onerosi che vanno a carico della collettività; non credo che quota 100 (più propriamente 62+38) e l’ape sociale abbiano risolto il problema della flessibilità delle pensioni, stante il numero elevato di persone che non ne possono usufruire;per queste persone che rimangono ai margini l’unica opportunità di pensionarsi anticipatamente rimane l’adesione all’ape volontaria ancorchè tale strumento sia penalizzante perchè è il lavoratore che paga l’anticipo pensionistico; tuttavia questa è una libera scelta e quelli che la fanno evidentemente la ritengono più conveniente che aspettare la pensione di vecchiaia;perchè si vuole togliere loro tale opportunità?