Sin dalla più tenera età a chiunque di noi è capitato di dover prendere un antibiotico almeno una volta nella vita. Ve ne sono di diversi tipi, e sono disponibili in differenti formule. Che siano compresse, capsule, fiale per somministrazioni intramuscolo o endovena, sciroppi ma anche in pomate o colliri, addirittura alcuni in formula spray, tutti ne abbiamo fatto uso una o più volte quando abbiamo contratto un’infezione causata da batteri.
Antibiotici, perché e quando fanno male alla salute
Pur essendo notevolmente efficaci, ci sono delle situazioni in cui gli antibiotici non si rivelano utili ma possono, anzi, diventare dannosi. Di quali situazioni si tratta? Vediamole nello specifico.
In primis, utilizzare antibiotici nel caso in cui si sia affetti da un virus (come quello dell’influenza stagionale) o da funghi (come le micosi). In questo caso l’antibiotico non avrà nessuna efficacia poiché, come già detto in precedenza, questi servono per debellare i batteri. Un altro motivo, che questa volta è indipendente dalla nostra volontà, consiste nella probabilità di sviluppare reazioni allergiche a uno o più componenti del farmaco. In questo caso è consigliabile contattare il proprio medico ed evitare in futuro di utilizzare quello specifico farmaco. E’ da evitare sicuramente un’automedicamento solo perché un certo antibiotico si è rivelato utile nella guarigione di un nostro familiare o conoscente. L’antibiotico, infatti, deve essere prescritto esclusivamente dal proprio medico.
Un’ulteriore motivazione è che la buona riuscita della terapia può essere inficiata dall’interruzione anticipata del ciclo prescritto magari perché sono spariti i sintomi. In quel caso, i batteri sono stati solo indeboliti dall’antibiotico, ma si rafforzano e possono provocare una ricaduta. Ci sono, infatti, scarse probabilità che lo stesso antibiotico possa avere efficacia nelle somministrazioni successive. Più che per qualsiasi altro farmaco, per gli antibiotici è necessario seguire correttamente i modi e i tempi di somministrazione. Ad esempio, una compressa ogni 24 ore a stomaco pieno. Queste indicazioni sono da seguire perché possono causare degli effetti collaterali. Se è consigliato assumere il farmaco a stomaco pieno, significa che se si prende a digiuno potrebbe causare problemi ad esempio alle mucose dello stomaco. Se non si assume negli orari prestabiliti, invece, potrebbe perdere la sua efficacia.
Infine, la regola principale da adottare in qualsiasi caso è quella di osservare scrupolosamente le più elementari forme di igiene, a partire dal lavaggio delle mani.
Il fenomeno della resistenza agli antibiotici, purtroppo, è in continua crescita ed è responsabile del decesso di circa 700mila pazienti l’anno che non rispondono efficacemente a nessuna delle terapie conosciute. Diventa particolarmente preoccupante dal momento che, al giorno d’oggi, non esistono nuovi antibiotici oltre a quelli già in uso.