L‘urinocoltura è un esame microbiologico eseguito su un campione di urina al fine di rilevare la presenza o meno di batteri responsabili delle infezioni a carico delle vie urinarie. Con l’antibiogramma, poi, si può valutare la sensibilità e la resistenza agli antibiotici dei microrganismi presenti nell’urina. Per eseguire una corretta urinocoltura sarà necessario che la raccolta avvenga la mattina stessa dell’esame e il campione dovrà essere contenuto nell’apposito contenitore sterile acquistabile in farmacia o fornito dal laboratorio in cui si sosterrà l’esame. Solitamente, il medico prescrive l’urinocoltura in presenza di sospetto di infezioni al tratto urinario. Tra i sintomi che lascerebbero intendere una infezione ci sono l’impossibilità ad urinare nonostante lo stimolo, il dolore nella regione pelvica e lombare, sangue nell’urina, minzione dolorosa. La causa di queste problematiche potrebbe essere ricondotta ad una cistite o ad una prostatite e l’esame dell’urinocoltura dovrebbe consentire di rilevare con esattezza l’infezione di cui si è soggetti. E’ possibile, però, che nonostante ci siano i sintomi di una cistite o di una prostatite l’urinocoltura risulti negativa. Quali sono le possibili cause di questa negatività?
Cistite e urinocoltura negativa: le possibili cause
In presenza di sintomi quali bruciore del tratto urinario, dolore pelvico, difficoltà ad urinare, il medico di famiglia prescrive l’urinocoltura, un esame non invasivo volto a rilevare la presenza di batteri nelle vie urinarie. Spesso capita, però, che nonostante i chiari sintomi di cistite i risultati dell’esame risultino negativi. Le possibili cause di questa divergenza tra sintomi e risultati sono diverse. Statisticamente, l’eventualità più frequente nei casi di negatività dei risultati con sintomi di una infezione è la presenza dell’escherichia coli. Lo studio è stato svolto in Belgio e la ricerca pubblicata su Clinical Microbiology and Infection. La conclusione a cui si è arrivati è che il 30% delle donne che mostrano i sintomi delle infezioni al tratto urinario avrà risultati negativi all’esame pur avendo l’escherichia coli. La conferma si è avuta con l’esame del campione con PCR. Il batterio in questione è normalmente presente nella flora intestinale dell’uomo e anche di altri animali. Esistono, però, ceppi che mettono a rischio la salute umane provocando disturbi di diversa entità. Le cause di questa infezione sono da ricercare nell’acqua o cibo contaminati ma anche nel contatto tra persone. Per identificare il batterio occorrerà procedere con un esame delle feci dato che l’urinocoltura non basta.
Un’altra possibile causa di urinocoltura negativa con cistite è la presenza di una cistite interstiziale. Detta anche sindrome della vescica dolorosa, questa tipologia di cistite ha origine incerte e particolarità che la rendono alquanto fastidiosa e dolorosa. Parliamo di una delle patologie più complesse in ambito urologico, una malattia infiammatoria cronica della vescica decisamente debilitante. I problemi riscontrati sono principalmente il bisogno costante di urinare e il dolore provocato dalla minzione. La cistite interstiziale può colpire uomini e donne di ogni età anche se generalmente è più circoscritta alle donne di età compresa tra i 20 e i 50 anni. Non se ne conoscono esattamente le origini, si è parlato di cause infettive, ormonali, neurologiche, vascolari o di disordini autoimmuni. Spesso le cause sono molteplici arrivando alla conclusione che la cistite interstiziale sia una patologia multifattoriale. Ciò che si sa per certo è che questa tipologia di cistite è difficilmente diagnosticabile. Le analisi microbiologiche come l’urinocoltura, infatti, risultano negative. In più, gli antibiotici non hanno alcun effetto e non riescono a lenire il dolore né a risolvere la problematica. Questi possono essere, dunque, segnali per cui si è in presenza di una cistite interstiziale e non di una comune cistite batterica. Effettuare l’urinocoltura rimane, quindi, un passaggio obbligatorio da compiere per giungere ad una diagnosi.
Passiamo ora ad un’altra possibile causa della negatività dell’urinocoltura in presenza di cistite. L’esame risulterà negativo qualora il disturbo di cui si soffre è cistite abatterica sintomatica. Si tratta di una infezione alla vescica che provoca disturbi urinari e dolore ma non è causata da batteri. Gli antibiotici non saranno efficaci data l’assenza di batteri e, di conseguenza, occorrerà cercare la causa del dolore altrove. La cistite può essere causata da intolleranze alimentari, rapporti sessuali, renella o calcoli, ph troppo acido, problemi di autoimmunità, endometriosi vescicale oppure può essere la già citata prima cistite interstiziale. Tutti questi fattori provocano sintomi del tutto simili a quelli della cistite batterica ma l’urinocoltura risulterà negativa mentre si potrebbero rilevare leucociti e sangue nel campione di urina. Se i leucociti non sono presenti significa che la causa della cistite non è urologica ma va cercata al di fuori del tratto delle vie urinarie. Data l’assenza di batteri, come già detto, non occorrerà prendere antibiotici ma procedere con altre tipologie di cure. Occorrerà evitare l’acidità urinaria attraverso alcalinizzanti orali e assumendo cibi specifici, rinforzare la parete vescicale con i giusti integratori a base di Gag, assumere antinfiammatori naturali, bere tisane lenitive e prevenire infezioni batteriche che peggiorerebbero la situazione.
In conclusione, qualora l’urinocoltura risultasse negativa in presenza di sintomi di una cistite occorrerà che uno specialista valuti il caso escludendo la forma batterica e vagliando le altre possibilità. La prescrizione di antibiotici non serve una volta accertata la negatività dell’esame delle urine perché non si è in presenza di batteri ma di altre cause da ricercare per aiutare il paziente a risolvere il problema il prima possibile.
Prostatite e urinocoltura negativa: le possibili cause
L’urinocoltura può avere esito negativo anche se si è in presenza di sintomi di prostatite. La prostatite è un’infiammazione della ghiandola prostatica che colpisce dal 30% al 50% degli uomini sessualmente attivi specialmente sotto i 50 anni. La cause possono essere diverse, dai rapporti sessuali alle abitudini alimentari e i sintomi sono dolore sovrapubico, dolore irradiato all’interno della coscia, bruciore durante la minzione, sangue nello sperma, senso di incompleto svuotamento. L’esame delle urine viene prescritto qualora si accertino questi sintomi ma può accedere che risulti negativo. Quali sono le possibili cause della negatività?
L’ipertrofia prostatica è una prima diagnosi da considerare con urinocoltura negativa. E’ un aumento volumetrico benigno della prostata, nello specifico di una parte della ghiandola (zona di transizione) intorno alla parete prossimale dell’uretra prostatica. L’ingrossamento impedisce all’uretra di allargarsi ad imbuto nel momento in cui la vescica si deve svuotare. Le cause dell’ipertrofia prostatica non sono specifiche, contribuiscono al problema l’età e i fattori che gestiscono la fisiologia della prostata e ogni paziente può mostrare caratteristiche diverse dato che i fattori scatenanti variano. E’ comunque un ingrossamento benigno, non è un tumore, e si possono mettere in atto terapie comportamentali e terapie mediche per porvi rimedio. Le prime terapie includono un’alimentazione controllata, attività fisica e un consumo di acqua lontano dai pasti. Le terapie mediche, invece, si basano su due categorie farmaceutiche, inibitori della 5-a- reduttasi per rallentare la crescita prostatica e gli alfa litici per bloccare i recettori alfa e migliorare lo svuotamento della vescica. Dato che l’urinocoltura risulterà negativa, occorrerà procedere con altri esami per confermare la diagnosi di ipertrofia prostatica. Gli esami in questione sono un’ecografia addominale, l’uroflussimetria e la PSA per escludere altre malattie della prostata.
L’urinocoltura negativa può essere associata, poi, ad una prostatite cronica caratterizzata da sintomi quali disuria, dolore pelvico, pollachiuria e, a volte, impotenza. Questa sindrome dolorosa pelvica cronica colpisce generalmente i pazienti al di sotto dei 60 anni, è generalmente di origine batterica ma esiste la possibilità che l’origine non sia batterica. In questo caso l’esito dell’urinocoltura sarà negativo. In presenza di batteri occorrerà procedere con una terapia antibiotica di sei settimane, farmaci antinfiammatori e un trattamento di supporto soprattutto di tipo alimentare. Se la diagnosi è, invece, di prostatodinia (prostatite cronica di origine non batterica) sarà necessario distinguere la sindrome dolorosa pelvica infiammatoria e da quella non infiammatoria. Nel primo caso si riscontrerà l’elevata presenza di globuli bianchi nel liquido prostatico, nello sperma e nell’urina; nel secondo caso, invece, ci saranno solo tracce di globuli bianchi. Le cause della prostatite non batterica non sono accertate. Secondo alcuni medici sono da riscontrarsi nelle terminazioni nervose della prostata, per altri hanno origine autoimmune mentre altri ancora pensano che il problema sia dovuto a traumi della prostata (stress, sollevamento di carichi pesanti, pratica intensiva di sport ad alto impatto). I rimedi farmacologici alla prostatodinia sono gli alfa-bloccanti, gli antidolorifici, i lassativi e gli antibiotici in alcuni casi. Tra i rimedi naturali troviamo l’uso del cuscino qualora si sia seduti a lungo, bagni caldi, niente cibi piccanti né alcol, l’agopuntura, il succo di mirtillo, gli esercizi di rilassamento, la fitoterapia. Il medico cercherà di dare la giusta terapia in base ai sintomi del paziente dopo aver accertato la negatività dell’urinocoltura ed escluso, così, un’infezione batterica della prostata.
Cercare di curare cistite e prostatite da soli è assolutamente sconsigliato. Le varianti sono molteplici e le cause batteriche o non batteriche determinano rimedi differenti. Affidarsi al medico di famiglia o ad uno specialista è l’unica possibilità per risolvere una patologia alquanto dolorosa e fastidiosa che colpisce zone delicate del nostro corpo creando disagi importanti. Il primo passo verso una risoluzione del problema è l’urinocoltura, esame il cui esito negativo potrebbe dare più indicazioni di quanto si pensi.