Vola sempre più questa Lazio. Vola e convince ormai, alla sua sesta vittoria consecutiva, portandosi a ridosso della Roma, vicina ad un secondo posto che fa riecheggiare la famosa musichetta della Champions, da anni dimenticata dalla sponda bianco azzurra del Tevere. Vola affidandosi ai soliti, a quel Felipe Anderson, ribattezzato addirittura FA7, con allusioni madrilene, ed il nazionale Candreva. 2 a 0 al Verona e altri 3 punti in cassaforte, ad inseguire quel secondo posto “lontano” un punticino solamente.
Staremmo scrivendo del sorpasso laziale ai danni degli odiati cugini romanisti, se non fosse stato per De Rossi che ha fermato tutto. Si, proprio lui, il contestato Capitan Futuro che con un tapin d’inserimento ha portato 3 punti d’oro in quel di Trigoria. Non una bella Roma, i sintomi della malattia si sentono ancora, ma, si sa, quando uno è malato, anche solo un piccolo miglioramento può essere un grande risultato. Vince ma soffre, perché il Cesena in casa ne ha fermate di grandi, per informazioni chiedere a Juventus e Lazio, e non ci sta a lasciare tre punti alla Roma. Attacca la squadra di Mimmo Di Carlo, ci prova, ma un Garcia rivoluzionario, dentro Ucan dal primo minuto e, nei minuti finali, difesa a 5 con l’entrata di Yanga Mbiwa al posto di Ljaic, riesce a riportare il successo. 1 a 0 bugiardo per le azioni, ma chiudersi e subire a volte paga, chiedere a Mourinho nell’anno del triplete interista.
Parli di Inter, parli di triplete e sicuramente una lacrima ai nostalgici interisti mourinhani sarà scappata. Perché l’Inter di ora è un’altra storia, un’altra pagina. Nera per lo più, vista l’ennesima sconfitta ai danni della Sampdoria di Mihajlovic e del neo azzurro Eder che, invece viaggia verso un ben felice ritorno in Europa. Ma dicevamo degli uomini di Mancini. I 3 punti mancano da un mese, 23 febbraio Cagliari-Inter 1 a 2, e nel mezzo due sconfitte e due pareggi in campionato, senza contare l’eliminazione, o auto eliminazione, fate vobis, tra le foreste della Sassonia e le fabbriche della Wolfswagen. Il bel gioco manca, gli stimoli scarseggiano e la possibilità di non vedere l’Inter il giovedì è concreta. Il Mancio dovrà tirare fuori qualche asso dalla manica per cambiare questa squadra, come faceva da giocatore con tacchi al volo.
Se una Milano piange, l’altra sorride. Inzaghi e il Milan ritrovano una vittoria pesantissima per morale e classifica contro un Cagliari che può recriminare rigori. Grave infatti l’operato di Tagliavento che non concede un rigore ai Sardi e ne da uno, palesemente iniziato fuori area, ai Diavoli rossoneri. Galliani gongola, Zeman si starà fumando la sua solita sigaretta per non parlare. Comunque 3 a 1 con i tifosi che contestano e lasciano da sola la squadra, presa per mano dai piedi di Jeremy Menez, sempre più Leader di questo Milan.
Lacrime di coccodrillo invece al San Paolo. Un Napoli troppo spavaldo lascia giocare l’arrembante Atalanta dell’ex Reja, che passa con Pinilla su azione molto dubbia. Il pareggio arriva nei minuti finali dopo che Zapata entra e risveglia un Napoli addormentato. Dure le parole dello staff partenopeo, “campionato falsato“, visto il presunto fallo sul gol orobico, ma sinceramente, piuttosto che arrabbiarsi, bastava giocare e segnare come sa fare.
Sabato alle 18 il Chievo di uno scatenato Paloschi, al suo terzo centro in due gare, affossa un Palermo orfano dei gemelli del gol, Dybala e Vazquez, alle prese uno con sirene europee, l’altro con la testa all’azzurro. A non dormire sonni tranquilli Ianchini, avendo come datore di lavoro un certo Zamparini.
A pranzo la domenica di Serie A ci ha servito un bel match tra la sagra degli italiani, Empoli e Sassuolo. Scontro a viso aperto per le due rivelazioni del campionato con Saponara mattatore dell’incontro. Un bel 2 a 2 tra Udinese e Fiorentina fa rimanere gli uomini di Montella agganciati al treno europa con super Mario Gomez protagonista con una doppietta. Di Wague e Kone le firme dei friulani. A Parma, in un clima tutt’altro che disteso, il Torino di Ventura passa 2 a 0 su un Parma che tutto sta pensando tranne al campo, con i dolori del fallimento e la ricerca di acquirenti per salvare una squadra gloriosa come quella ducale.
In ultimo, ma non ultima, anzi, la Juventus di Tevez vince di misura contro un bel Genoa. Splendido il gol del 10 bianconero che fa tutto da solo scaricando di destro una botta sotto la traversa. Umore alle stelle per la banda di Allegri, dopo aver schiacciato i tedeschi del Borussia, liquida la pratica Genoa non senza qualche patema, visto un fallo in area su Perotti ed un rigore leggero segnato, ma poi parato da un ottimo Lamanna, alla Juve.
Invariati i primi 3 posti della Serie A con Juventus, Roma e Lazio. Si stacca il Napoli, lontana l’europa per le milanesi. In fondo si lotta per non rientrare nei due posti che valgono la B, visto l’ultimo, e quasi certo, posto del Parma.