Il 22 marzo, in tutto il mondo, è la Giornata Mondiale dell’Acqua (in inglese: World Water Day). È un importante appuntamento istituito dalle Nazioni Unite nel 1992, quando 172 governi e 108 capi di Stato o di Governo si riunirono a Rio de Janeiro, dal 3 al 14 giugno, per il Summit della Terra, la prima conferenza mondiale sull’ambiente.
La ricorrenza fu promulgata all’interno delle direttive dell’Agenda 21 (letteralmente “cose da fare nel ventunesimo secolo”), un vasto e ben articolato programma su ambiente e sviluppo, per far fronte alle emergenze climatico-ambientali e socio-economiche che l’inizio del terzo Millennio ha inevitabilmente posto innanzi all’intera umanità.
L’acqua è uno degli elementi fondamentali alla base di tutte le forme di vita sulla Terra. È grazie ad essa che il nostro pianeta è l’unico puntino nell’universo in cui è possibile l‘origine della vita, dal big bang fino ad oggi. Il 70,8% della Terra è ricoperto di acqua (circa 1400 milioni di miliardi di tonnellate), il corpo umano è composto da circa il 65% di acqua; è altresì indispensabile anche nell’uso civile, agricolo e industriale.
Il problema fondamentale dell’acqua sulla Terra è che essa non è distribuita in maniera uniforme su tutto il pianeta: in molti paesi urbanizzati, l’acqua è un elemento comune di cui tutti possono usufruire con grande facilità. Circa 210 litri di acqua vengono utilizzati ogni giorno per le normali faccende quotidiane: 60 litri vengono impiegati per lavarci, 35 per lavare i panni con la lavatrice, 25 per lavare piatti e pentole, 18 per lavare frutta e verdura, 50 per lo sciacquone del bagno e circa 10 litri (chi più e chi meno) per far scorrere l’acqua in attesa che diventi più fredda o più calda.
Ci sono però zone del mondo in cui la situazione è molto diversa: 2,5 miliardi di persone non dispongono di acqua corrente pulita e vivono senza avere accesso ai servizi igienico-sanitari adeguati. Nelle popolazioni del Terzo Mondo, per poter raccogliere un secchio d’acqua, devono percorrere chilometri e chilometri a piedi, sotto al sole, perchè non esistono gli acquedotti che comodamente distribuiscono l’acqua in ogni casa. La Giornata Mondiale dell’Acqua serve a ricordarci anche questo, alla luce dei nostri continui sprechi.
Una situazione drammatica a cui si aggiunge, ultimamente, l’allarme lanciato dall’ONU, a seguito della Conferenza a New Delhi: entro quindici anni ci troveremo ad affrontare un calo della disponibilità d’acqua del 40%. Una percentuale senza precedenti. Negli ultimi duecento anni, la logica della produttività massima dei modelli economici capitalistici non ha rispettato i delicati ecosistemi esistenti né la disponibilità delle risorse naturali. Pensiamo soltanto al settore agricolo, che utilizza il 70% dell’acqua dolce disponibile (arriva fino al 90% nei Paesi tecnologicamente arretrati).
Michel Jarraud, a capo di Un-Water e segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), ha spiegato che il settore agricolo sarà uno dei primi a dover incrementare l’efficienza, riducendo gli sprechi d’acqua e aumentando la produttività delle colture in maniera sostenibile. La produzione energetica risucchia il 15% delle riserve di acqua dolce del pianeta, e nel 2035 potrebbe salire fino al 20%.
Attualmente l’accesso all’acqua potabile è un diritto ancora negato per 748 milioni di persone sul nostro pianeta. Secondo Michel Jarraud, l’acqua è legata in modo indissolubile al cambiamento climatico, all’agricoltura, alla sicurezza alimentare, alla salute, all’uguaglianza, alla parità di genere e all’educazione. L’acqua è vita, lavoro, dignità, e ogni uomo sulla Terra ne ha diritto.
La Giornata Mondiale dell’Acqua è dunque un momento di grande sensibilizzazione per ricordarci di questo diritto e rimettere l’attenzione globale sulla critica questione dell’acqua nel pianeta, educando alla sostenibilità e alla sobrietà della vita sulla Terra.