Se si portano avanti le riforme, ci saranno interventi sulle pensioni e su Tasi, Irap e Irpef (con le tasse che si abbasserebbero di 50 miliardi in 5 anni): torna di moda il patto con gli italiani, ma stavolta a proporlo è Matteo Renzi, che promette un programma 2016/2018 allettante e ricco, ma senza dubbi anche oneroso e difficile da realizzare.
L’abolizione della Tasi dal 2016
Il primo passo del percorso sarà rappresentato dall’abolizione della Tasi a partire dal 2016: in pratica la tassa sulla prima casa verrà tolta di mezzo dopo dieci ani dalla sua reintroduzione. Ma attenzione, le abitazioni accatastate nelle categorie A1, A8 e A9 (quindi le ville, le case di lusso e i castelli), anche se sono prime case, continueranno ad essere assoggettate all’Imu.
In media la Tasi costa duecento euro a famiglia: la sua cancellazione potrebbe ridare slancio ai consumi, ma costerebbe allo Stato circa 3,5 miliardi di euro. In più la local tax di prossima introduzione andrebbe completamente rivista. Dietro front anche sulla tassazione dei terreni agricoli (dopo i pasticci dei mesi scorsi, con rinvii e individuazione di nuovi criteri), per un costo di poco inferiore ai 300 milioni, e degli impianti industriali definiti “imbullonati” (gettito di un miliardo).
Irap e Irpef: interventi per oltre 30 miliardi
L’Irap era già stata ritoccata nel 2014 e nel 2015, ma per il 2017 il Governo Renzi averebbe intenzione di attuare un ulteriore taglio, che interesserebbe anche l’Ires, per un importo totale di 15 miliardi (ovvero una cifra tre volte superiore al valore dell’intervento attuato quest’anno sull’imposta regionale sulle attività produttive).
Un’altra rivoluzione che, come la Tasi, riguarda la maggior parte degli italiani è quella relativa all’Irpef. Nel corso degli anni, tutti i Governi che si sono succeduti hanno pensato a modificare le aliquote Irpef, ma il tema è così complesso e le cifre in ballo sono talmente alte che nessuno di loro è riuscito ad intervenire concretamente. Circolavano voci circa l’intenzione di passare da 5 a 2 aliquote (23% e 33% più la no-tax area fino a 10.000 euro), un’operazione da un costo di circa 18 miliardi.
Bonus di 80 euro anche per le pensioni
Ma il piano Renzi tiene in considerazione anche le pensioni: la volontà è quella di estendere il famoso bonus da 80 euro anche ai pensionati che ricevono un assegno Inps di 500 euro. Il costo di questo intervento sarebbe di poco superiore ai 2 miliardi di euro. Sarebbe interessante sapere se una misura del genere verrà presa anche per le partite Iva, ma per il momento non c’è stato alcun riferimento.
Insomma, dalla Tasi alle pensioni, il piano del Governo Renzi verrebbe a costare 45 miliardi; il problema è reperire le coperture. L’Esecutivo spera di strappare all’Unione Europea un po’ più di flessibilità sul deficit e sui ritmi di riduzione del debito pubblico ed è convinto di poter ottenere di più dalla spending review (anche se i risparmi futuri serviranno soprattutto per evitare di far scattare le clausole di salvaguardia).