La follia in Medio Oriente non sembra intenzionata a frenarsi. All’indomani della strage in Kenya, con il bilancio finale di 147 morti, arrivano le parole di Ayman Al-Zawahiri.
Il leader di Al Qaeda, movimento islamista fondato da Osama Bin Laden nel 1989, rinuncerebbe ad ogni potere finora in suo possesso lasciando liberi gli appartenenti al gruppo terroristico da ogni vincolo di fedeltà. In questo modo li spingerebbe direttamente ad unirsi all’Isis di Abu Bakr Al-Baghdadi.
Sono i nomi del terrore più forti al mondo. Al Qaeda nasce in Afghanistan e ha fatto valere le sue intenzioni più volte, soprattutto con la strage dell’11 settembre. L’Isis è comparso in Iraq nel 2011 in occasione della guerra civile in Siria, mostrandosi attraverso video raccapriccianti e decapitazioni di ostaggi poi dati alle fiamme.
Esiste da sempre una rete che collega questi due gruppi terroristici, da oggi ancora più uniti per combattere meglio i loro nemici, l’Occidente e gli sciiti.
I gruppi qaedisti sono ormai sparsi non solo in Medio Oriente, ma anche in tutto il Nordafrica. L’Isis è nato come fosse un ramo della macchina guidata da Ayman Al-Zawahiri ma durante la guerra in Siria ha assunto caratteri sempre più autonomi arrivando a contrapporsi ai qaedisti del Fronte Al Nusra.
Tornando alle dichiarazioni di Al-Zawahiri, restano ancora da verificare. Per adesso ci affidiamo alle dichiarazioni di Aimen Dean, ex attivista di Al Qaeda passato successivamente nei servizi segreti britannici. Tutti con l’Isis dunque, cavalcando l’onda di una sempre più crescente espansione dalla Siria fino allo Yemen, col tremendo obiettivo di annientare tutto ciò che non corrisponde alla loro idea di civiltà.