L’età è sempre quella, sempre giovane. I motivi inutili e stupidi come il divertimento trash. Il finale: sempre lo stesso, che non sembra tangere i colpevoli, ma che invece scuote la vittima di turno. Uno magari un po più debole rispetto agli altri, o più fragile, o magari solamente più timido o che non sa menare o fare il bullo e quindi deve accettare i soprusi.
Il Liceo è quello di Cuneo, ma l’atto di bullismo è avvenuto in gita scolastica, il solito campo scuola a Roma. I ragazzi, tutti tra i 15 e i 16 anni, decidono di riunirsi in una camera all’insaputa dei professori, ovviamente. E fino a qui, la normalità. Gli studenti giocano, ridono, scherzano, molto probabilmente bevono pure.
Uno di loro però, viene preso di mira. Allora iniziano le prime battute, poi cominciano a spogliarlo e, denudato, gli rasano i peli. No, non è più normalità. Il ragazzo è debole, forse per l’alcool, ma non riesce a far smettere il tutto e vorrebbe essere lasciato in pace.
Spuntano anche caramelle usate come decorazione in modo indecoroso. Poi esce fuori il solito telefono, questa volta della vittima, e il classico compagno di turno che deve riprendere il tutto, immortalare quasi come un cimelio, un altro atto di bullismo. Il video, ovviamente, comincia a girare. Dalla classe sua alle altre classi per uscire a tutta Cuneo ed arrivare nelle mani di un professore e in quelle dei genitori del ragazzo.
Si va subito dalla preside, la quale convoca prima tutti e poi uno ad uno, i colpevoli del fatto. Non partono denunce, ma la punizione c’è ed è esemplare: sospesi tutti dai 5 ai 15 giorni e 4 in condotta che fioccano.
La decisione sfocia nella rete, tramite Facebook, ed inizia un dibattito su ciò, con le mamme dei colpevoli che dicono a La Stampa: “Macché bullismo. Macché violenze. È stato uno scherzo. Forse pesante, ma uno scherzo. Lo sbaglio è una punizione tanto severa“.
Una mamma dice: “Parlo a nome di molte delle mamme, anche se non ho figli al liceo. State raccontando un caso che non esiste. Se c’è qualcosa di grave è che abbiano sospeso quattordici studenti e dato il quattro in condotta a tutti. Non li fanno neppure accedere ai programmi per prepararsi a casa. Significa condannarli ad essere bocciati, a perdere un anno di scuola. Una rovina per molti. Anche in termini economici, con quello che costa oggi frequentare un liceo».
Pronta la risposta della preside dicendo è inaccettabile che si pensi ad un semplice scherzo e che il problema nasce proprio da qui, dal fatto che sono i genitori in primis a pensare che sia un semplice scherzo, non un atto di bullismo. Poi ha detto che molti ragazzi e genitori dopo la decisione hanno capito la gravità dell’accaduto. Molti, ma non tutti si vede.
Bisogna cambiare, cercare di uscirne fuori, ma se questo cambiamento non parte dai genitori, c’è ben poco da cambiare. La vera rovina, forse, è il troppo protezionismo dei genitori sui ragazzi.