Amnistia e indulto: in arrivo novità nel 2025?

Pubblicato il 2 Ago 2024 - 10:40am di Luca Apolloni

L’annoso problema delle carceri italiane si può risolvere, in parte, con lo strumento dell’Amnistia e Indulto. Le pressioni esercitate sul ministro di Grazia e Giustizia Nordio sono notevoli e da più parti. Anche Papa Francesco auspica nuove forme di amnistia e/o indulto per i detenuti in vista dell’Anno Santo indetto per il 2025. Il sovraffollamento e i casi di suicidio impongono al Governo italiano di mettere mano alla materia.

Sono strumenti già previsti nell’ordinamento giuridico italiano, istituti giuridici previsti dalla costituzione italiana, l’art. 79, e dal Codice Penale. L’indulto, in particolare, è stato scelto dai padri costituenti come atto di clemenza verso il cittadino colpevole di un crimine non grave per il codice penale. Strumento, secondo le loro intenzioni, che poteva essere usato nei momenti difficili della Repubblica  in quando è motivo di opportunità politica e di pacificazione sociale della nazione.

L’indulto è un provvedimento rivolto a tutti i detenuti per i quali lo Stato dichiara annullati gli effetti della pena inflitta. All’autore del reato vengono tolti gli anni da scontare in carcere, ma non i motivi della detenzione. Il reato non scompare e risulterà sempre nel certificato del casellario giudiziale, quello che comunemente chiamiamo fedina penale.

Diversa è l’Amnistia. Un provvedimento generale, cioè riguarda tutti i reclusi, con il quale lo Stato dichiara che alcuni reati non sono più considerati crimini da perseguire. Crimini che saranno tolti dal Codice Penale, e quindi, di conseguenza, non andranno a toccare la fedina penale.

Entrambi hanno l’effetto immediato di diminuire la popolazione carceraria. L’affollamento nelle celle è la causa di reazioni gravi e violente nelle prigioni. La cronaca quotidiana ci riporta periodicamente  atti di rivolta o di suicidio.  Gli istituti penitenziari italiani non sono sufficienti a contenere tutti i condannati.

Per risolvere il problema, oltre all’indulto e l’amnistia, il Governo ricorre ad altre misure come i decreti legge. L’istituzione competente, in questa materia, è la materia Ministero di Grazia e Giustizia e il Guardasigilli.

Recentemente è stato approvato in Parlamento il decreto carceri. In una intervista, il ministro Nordio, ha ricordato che verrà rilanciato un piano di interventi per migliorare il comparto di sua competenza e che già quest’anno sono stati triplicati gli investimenti inclusi i finanziamenti per le nuove carceri. Saranno introdotti sistemi alternativi a quello del carcere, partendo da un principio esposto dal vice-ministro onorevole Sisto: “il Governo è per una pena umano-centrica, con pene sostitutive e misure alternative come la necessità di lavoro (da svolgere al di fuori della prigione), le comunità per i tossico dipendenti, e una serie di scelte che non sono necessariamente quelle carcerarie e non a caso la costituzione parla di pene e non di pena”.

I tempi, per l’introduzione negl’istituti giuridici di Amnistia e Indulto, saranno pronti per l’anno 2025? Forse, Papa Francesco ha incoraggiato il Governo italiano a prendere questa decisione definitiva durante la sua visita al carcere femminile della Giudecca a Venezia nell’aprile scorso. Il messaggio indirizzato a tutti i capi di governo con la Bolla di indizione dell’Anno Santo 2025, è proprio di concedere “l’amnistia ai detenuti”. Questo è il suo pensiero del Pontefice, il quale ripensando al suo viaggio nella città di San Marco, ha scritto: “[…] Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”.

Ci sono tutti presupposti per la concessione dell’amnistia e dell’indulto nel 2025. Provvedimento, appunto, opportuno politicamente, ma anche necessario vista la situazione drammatica in cui si trova il sistema carcerario italiano.

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