Il 2017 ormai è iniziato da diversi giorni e sono davvero tante le persone che continuano a chiedersi se ci saranno novità sul fronte di amnistia e indulto: mentre continuano a girare notizie sulla possibile riforma della giustizia, non si fermano gli appelli di coloro che chiedono un atto di clemenza, quello che da molti viene considerato come passo fondamentale per cercare di risolvere i problemi (tra cui quello del sovraffollamento) che da anni affliggono le carceri italiane, coinvolgendo sia i detenuti che il personale che vi lavora.
Gli appelli del mondo politico e di Papa Francesco per una riforma della giustizia
Molti esponenti del mondo politico continuano a toccare l’argomento: Walter Verini, esponente del PD e capogruppo della Commissione Giustizia alla Camera, spera innanzi tutto che si arrivi presto alla calendarizzazione e alla votazione dei provvedimenti che riguardano la riforma del processo penale (con importanti novità sul fronte della lotta alla corruzione, della semplificazione del processo e del passaggio da un sistema carcerario rivolto alla punizione ad uno più orinetato alla rieducazione) e, pur riconoscendo i passi in avanti che sono stati fatti con i recenti provvedimenti, spinge affinché vengano prese misure per migliorare le condizioni dei detenuti e per favorirne gli impegni mirati alla riabilitazione (lavoro, attività ludiche o intellettuali, laboratori e così via); Rita Bernardini porta avanti la battaglia dei Radicali e ribadisce ancora una volta che nelle carceri italiane la legge, il diritto e la Costituzione troppo spesso vengono messi da parte e che l’amministrazione della Giustizia non rispecchia quanto indicato dalla nostra legge fondamentale e dagli accordi internazionali siglati dall’Italia: i Radicali continuano a chiedere una riforma della giustizia e l’abolizione dell’ergastolo ostativo, accompagnati da un provvedimento di amnistia e indulto. Molto presto dovrebbe tenersi l’incontro con il ministro della Giustizia Orlando.
Rimanendo in ambito politico, proprio in tema di amnistia e indulto ha detto la sua anche Benedetto Della Vedova, il sottosegretario agli Esteri: pur premettendo di non adorare l’idea di un atto di clemenza, ammette che fosse per lui provvedimenti di questo tipo sarebbero già stati adottati, perché la pena deve essere scontata in modo civile. E come spesso viene confermato dalle notizie che arrivano dalle carceri italiani, spesso non è così: il sovraffollamento non è l’unico problema degli istituti penitenziari, nei quali si registra anche un personale sempre più ridotto sia tra gli agenti della Polizia Penitenziaria che tra le altre figure fondamentali come educatori e psicologi. E poi non bisogna dimenticare i continui appelli di Papa Francesco, rinnovati anche via tweet, con i quali chiede che le carceri possano diventare luoghi di rieducazione e reinserimento sociale, con condizioni di vita per i detenuti che possano essere degne di persone umane.
Le news su amnistia e indulto e le ultime notizie dalle carceri italiane
Insomma, le spinte verso un provvedimento di amnistia e indulto non mancano di certo, ma dalla stanza dei bottoni arriva qualche news? Purtroppo no: gli ormai famosi disegni di legge presentati parecchio tempo fa rimangono ancora in Commissione Giutizia al Senato in attesa di essere considerati per la creazione di un testo unico. Ma osservando il calendario delle sedute in programma questo mese sembra proprio che non ci saranno novità immediate.
Ma basta dare un’occhiata alle notizie che continuano ad arrivare dalle carceri per rendersi conto che qualcosa va fatto: citiamo qualche aggiornamento giusto per fare capire qual è la reale situazione. Nei quindici istituti situati in Campania sono ospitati 6887 detenuti, ovvero quasi 800 in più rispetto a quella che sarebbe la capienza massima; il Sappe, che continua a denunciare le aggressioni agli agenti che purtroppo si registrano praticamente ogni giorno, fa notare che nei penitenziari siciliani l’organico è sotto di almeno 750 unità, l’Osapp invece sottolinea le difficili condizioni igienico-sanitarie delle carceri e chiede che gli agenti possano essere vaccinati contro la meningite, visto che stanno costantemente a contatto con tantissimi carcerati, tra i quali anche stranieri che quando arrivano in Italia vengono sottoposti ad una visita medica sommaria. E poi i sindacati di Polizia Penitenziaria ricordano che c’è il problema rappresentato dal rischio di radicalizzazione: istituti affollati, personale numericamente insufficiente, difficoltà a comprendere la lingua araba e a gestire tradizioni diverse sono, uniti alla grande confusione, gli ingredienti che possono favorire lo sviluppo del fanatismo.