In queste ore le discussioni che animano Piazza Affari e dintorni riguardano le azioni Monte dei Paschi di Siena: il titolo MPS ha trascinato verso il basso tutte le banche, gli operatori si chiedono se conviene acquistare o comprare e molti piccoli investitori sono alla ricerca di consigli su come muoversi con i loro risparmi; cerchiamo di capirne di più, a partire da quali sono le cause che hanno portato a questa crisi di inizio luglio 2016.
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L’invito della Bce e il crollo dei titoli MPS
La nuova caduta libera della azioni Monte dei Paschi è iniziata la sera di lunedì 4 luglio, con un crollo vicino al 14% dopo che si è sparsa la notizia della lettera inviata dalla Bce e contenente l’invito alla cessione in tempi brevi di 10 miliardi di crediti netti in sofferenza: il titolo ha sforato le varie soglie che prevedono il congelamento, prima il 5%, poi il 10% per arrivare a sfiorare il 15%. MPS vanta 27 miliardi di euro di sofferenze nette: un vero e proprio ostacolo ad ogni piano di sviluppo dell’istituto; proprio per questo la banca centrale europea ha dato una sorta di ultimatum per la riduzione di almeno 10 miliardi dei cosiddetti crediti deteriorati. Una richiesta molto importante e tanto, troppo diversa da quelli che erano i piani della banca.
Il Monte dei Paschi infatti nel suo piano industriale 2016/2018 prevede una riduzione degli ncl più bassa, ovvero 5,5 miliardi tramite operazioni di vendita sul mercato. Altri 6 miliardi invece verrebbero recuperati per vie interne. Per adeguarsi alle richieste della Bce, Monte dei Paschi molto probabilmente si vedrà costretta a effettuare più cartolarizzazioni del previsto, con la trasformazione dei crediti in sofferenza in titoli finanziari da vendere ad investitori qualificati. Detta così sembra una cosa facile, ma un’operazione del genere comporterebbe per la banca dei problemi di bilancio importanti. Le sofferenza attualmente sono contabilizzate per circa il 40% del loro valore originario, mentre sul mercato verrebbero scambiati ad un valore più basso (in media intorno al 20%).
Nonostante la chiusura in positivo degli ultimi bilanci, le sofferenze stanno portando l’istituto nuovamente in crisi e a Piazza Affari la cosa non è passata inosservata: tra le incertezze sul futuro della banca e gli interrogativi scatenati dalla Brexit le azioni Monte dei Paschi stano attraversando una lunga stagione di ribassi: hanno perso l’80% in un anno, il 71% negli ultimi 6 mesi e addirittura il 40% se consideriamo solo l’ultimo mese. A tutto ciò aggiungiamo il fatto che tra un mesetto circa (più precisamente l’8 agosto) verranno pubblicati gli esiti degli stress test attraverso i quali la Bce valuta la situazione patrimoniale degli istituti più importanti del Vecchio Continente: c’è la paura di una bocciatura di MPS, con conseguente obbligo da parte della banca centrale ad un rafforzamento, con nuovo aumento di capitale ed emissione di nuove azioni da collocare sul mercato. Ed emettere nuovi titoli proprio in questo periodo risulterà molto più difficile per Monte dei Paschi.
Le altre banche provano a recuperare: cosa fare con le azioni Monte dei Paschi?
Nel corso della giornata di martedì 5 luglio 2016, mentre le azioni Monte dei Paschi continuano la loro discesa, i titoli delle altre banche hanno ripreso a salire: sembra quindi che gli investitori credano che alla fine arriverà un aiuto di Stato per una soluzione di sistema che coinvolgerà le sofferenze delle banche italiane, una cosa che alla fine porterà benefici più o meno a tutti i grandi istituti del Bel Paese. Intanto i sindacati, preoccupati dall’andazzo, hanno chiesto che sul titolo venga messo uno stop alle speculazioni e invitano il Governo ad intervenire con tutti gli strumenti disponibili per dare tutela all’intero settore bancario. Il Premier pensa quindi ad uno scudo pubblico, una soluzione applicabile senza andare incontro a violazioni delle regole europee. Giovedì il consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi si riunirà ed entro il giorno successivo verrà inviata una prima risposta alla Bce.
I dubbi su cosa accadrà dopo la crisi di luglio 2016
I titoli MPS nel corso del pomeriggio sono arrivate a 0,291; secondo alcuni esperti il valore potrebbe scendere ancora per raggiungere un minimo individuato a 0,281. Ovviamente gli investitori sono particolarmente nervosi e ci sono forti dubbi sulle posizioni da assumere: lo testimonia anche l’alternanza di decisioni di acquisto e vendita che non fanno altro che aumentare la volatilità e il numero degli scambi giornalieri ben oltre la media. La speculazione continua a farla da padrona e le voci di un intervento pubblico non rassicurano del tutto gli investitori. Anche sul web è chiara la divisione tra i piccoli azionisti: ci sono i pessimisti che sono convinti che la banca sia addirittura destinata a fallire e quindi, rassegnati a perdere, piuttosto che tenerle fino a quando saranno carta straccia decidono di vendere le loro azioni ora; ci sono anche quelli convinti che lo Stato non permetterà mai che un istituto così importante possa saltare e che con l’aiuto del Governo la banca possa mettere una pezza alle sue falle, dando una spinta al titolo. E c’è chi è ponto ad approfittare della situazione per entrare ora, in attesa di un rialzo. Quel che è certo è che chi pochi giorni fa (alla vigilia del referendum della Brexit) si trovava con dieci euro di azioni Monte de Paschi in mano, oggi si ritrova con una quota inferiore ai sei euro.