Arriva nelle sale Baby Driver, il nuovo film con Kevin Spacey e Jamie Foxx diretto da Edgard Wright.
Baby è un ragazzo che ha un fischio all’orecchio ed è costretto,per questo, ad ascoltare la musica in ogni momento. Questo lo aiuta a concentrarsi e a percepire meglio i suoni esterni, dato che la musica copre il fastidio, lo rende più dolce. Il ragazzo vive con il padre adottivo sordomuto, a cui fa assistenza. Doc, così lo chiamano nell’ambente, ha per le mani Baby, i due hanno un conto in sospeso. Li lega una indefinita bravura del ragazzo nel guidare e rubare le auto, che però ha fatto un furto nell’auto sbagliata. Doc deve realizzare un colpo per cui Baby è fondamentale. Ma poi “ Tanto alla fine non fa nulla, perchè un ultimo colpo e stiamo pari”, giusto?
Recensione di Baby Driver
La musica, difficile trovare qualcuno che non la ama o non la apprezza. In un modo o nell’altro segue di pari passo le nostre vite, tutti abbiamo quel momento storico a cui accostiamo una canzone. La musica ad alcuni aiuta nella concentrazione, ad altri esalta. A qualcuno aiuta nell’ascolto e altri ancora ci basano i film. Godetevi nel frattempo la sequenza iniziale di Baby Driver.
In questo ritorno dietro la macchina da presa, Edgard Wright dove ha deciso di portare al centro della scena proprio la musica. Centrale nel personaggio di Baby, interpretato da Ansel Elgort (già apprezzato in “Colpa delle stelle”) e in tutto l’arco della durata della pellicola. Centinaia di migliaia di cassette con frasi registrate per poi essere remixate, battute pronunciate a ritmo (nella fattispecie durante le prove nei vari backstage) con annessi movimenti del corpo e sequenze d’azione a tempo con la canzone di sottofondo. Probabilmente se ci fosse un Oscar per il miglior coreografo lo vincerebbe questo film. Andrebbe premiata la complessità con cui gli attori si sono impegnati nel recitare, e nel montaggio delle varie scene, per questo motivo Jonathan Amos, Paul Machliss probabilmente per fine Febbraio dovranno comprare un bell’abito da cerimonia (candidatura agli Oscar ndr).
Edgard Wright, nel dirigere e scrivere un film del genere non ci stupisce. Se in “Scott Pilgrim vs The World” raccontava un romanzo di formazione sulla crescita di questo ragazzo e di come vedeva il mondo, qui fa un passo ulteriore. Con Baby driver, Edgard supera i confini del “Giovane Werther” del film precedente creando un protagonista più grande non solo di età, sempre in un rapporto conflittuale col mondo, ma che vive in maniera simile a una sorta di Romeo Montecchi la sua relazione amorosa. Tra mille tormenti dati dal suo lavoro e dal terribile “capo” che ha, dovrà combattere sino all’ultimo per difendere la sua amata.
Altro elemento molto presente, legato fortemente alla musica, sono gli anni 80. Nel cinema Americano stanno tornando molto di moda, e questo è uno dei film che cita molto quegli anni. Innanzitutto dalle scelte di alcune canzoni che non vogliamo svelarvi, nel nome dell’capo di Baby “Doc” (interpretato da un sempreverde Kevin Spacey) proprio come il coprotagonista della saga “Ritorno al futuro”, da qualche costume, dalla locandina scelta e dalle auto. Insomma c’è odore di anni 80 anche dalle poltrone della sala.
Il film ha due ritmi, parte action e poi diventa un Romeo e Giulietta in salsa moderna. È un prodotto di intrattenimento sincero, con un cast di primissimo livello e da sottolineare inoltre un divertente Jamie Foxx nel ruolo del pazzo.