Recensione di Beata Ignoranza, nuovo film che riporta al cinema la coppia Marco Giallini – Alessandro Gassmann, con trama, cast giudizio.
Massimiliano Bruno riporta al cinema la coppia composta da Marco Giallini e Alessandro Gassmann
Vi è mai capitato, nel bel mezzo della vostra caotica routine quotidiana, di fermarvi un minuto e chiedervi cosa stiate facendo? E non nel senso materiale della questione, ma nel suo senso più astratto. State davvero provando emozioni, positive o negative che siano? State facendo qualcosa di nuovo, per poter rispondere in maniera soddisfacente alla fatidica domanda “quand’è stata l’ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta?”?
Ebbene, da questa serie di domande è partito l’incipit che ha poi portato, nel giro di qualche tempo, il regista Massimiliano Bruno a dar forma alla sceneggiatura del suo ultimo film, Beata Ignoranza. La sua quinta opera dietro la macchina da presa, arriva a distanza di due anni dal grande successo de Gli Ultimi Saranno Ultimi, e sarà disponibile nelle sale italiane a partire da giovedì 23 febbraio 2017, distribuito da 01Distribution e prodotto da Fulvio e Federica Lucisano. Mentre ci avviamo verso la fine del secondo decennio del nuovo millennio, ci sentiamo nel cuore dell’era tecnologica, quella in cui macchine e dispositivi elettronici ci permettono di evitare qualsiasi sforzo quotidiano, sostituendo ogni interazione sociale con un semplice click. E se fino a qualche tempo fa almeno i rapporti umani sembravano preservati da tale stravolgimento moderno, negli ultimi anni questa certezza appare sempre più vacillante.
La Beata Ignoranza a cui il titolo del film fa riferimento, non è altro che l’estraneità da tale lobotomizzazione, il processo che, indipendentemente dalla nostra età, ci rende tutti estremamente simili. L’individualità è andata man mano scomparendo, tutto avviene mediante un computer, dalla visione di un film allo shopping, passando per la lettura di un libro, l’ascolto di un cd o addirittura per il sesso. Insomma, sembra proprio che le macchine abbiano preso il sopravvento, in maniera ben più radicale rispetto a quanto predetto, tra gli altri, da Charlie Chaplin in Tempi Moderni ottanta anni fa.
Recensione e trama di Beata Ignoranza, anche Carolina Crescentini nel cast del nuovo film
Al contrario però di moltissime persone, il regista Massimiliano Bruno si è reso conto di essere diventato vittima di tali dipendenze, da smartphone ma soprattutto da social network, ed ha deciso di costruirci sopra un film con saggezza ed autoironia. Protagonisti di Beata Ignoranza sono due attori considerati come pilastri della nuova commedia all’italiana, ovvero Marco Giallini e Alessandro Gassmann, i quali tornano insieme a distanza di due anni da Se Dio Vuole. Questa volta sono accompagnati da Carolina Crescentini, Valeria Bilello ed una giovane Teresa Romagnoli, al suo esordio cinematografico. Sul grande schermo si alternano così le vite di questi due uomini, Ernesto e Filippo (Marco Giallini e Alessandro Gassmann), così diversi non solo nelle loro personalità ma anche e soprattutto nelle loro abitudini. Il primo viene definito da amici e colleghi come un “preistorico”, totalmente radicato nel passato, lontano da tecnologie o superficialità da social network. Il secondo invece, rappresenta il classico Peter Pan che vuole stare sempre al centro dell’attenzione femminile, lontano da responsabilità o qualsivoglia accettazione del tempo che passa.
Adottando la tecnica del montaggio alternato, usufruendo di diversi sbalzi temporali ed ispirandosi al Dramma della Gelosia di Ettore Scola, il regista Massimiliano Bruno dà vita ad un film perfettamente coerente con lo stile da lui presentato in ciascuno dei lavori cinematografici proposti negli ultimi anni. Il filone narrativo “da ridere”, si intreccia con quello “da morale”, unendo le risate con l’amara consapevolezza di non essere troppo diversi dai protagonisti del film.
Proprio come nel film che vedeva protagonista il magico trittico Mastroianni, Giannini, Vitti, i due attori di Beata Ignoranza guarderanno dritti nella telecamera e spiegheranno direttamente al pubblico come sono arrivati a vivere determinate situazioni, a tratti esasperanti. Ci si ritrova quindi a schierarsi per l’uno o per l’altro fronte, quello del social-dipendente o quello che proprio non accetta di stare al passo con la società odierna, quello di Baudelaire e Kafka e quello di Er Faina e del Je Suis.
Per quanto opposti però, i due uomini sono uniti da Nina, giovane ragazza, cresciuta da Ernesto ma biologicamente figlia di Filippo. Artefice di questo “scherzetto” è Marianna (Carolina Crescentini), venuta però a mancare diversi anni prima. Assente fisicamente, la donna è però presente nella mente di Ernesto ed in qualità di voce della sua coscienza è pronta a guidarlo quando l’uomo si troverà a seguire la gravidanza di Nina (Teresa Romagnoli), a scoprire tutte le somiglianze che a lei lo legano nonostante il mancato legame di sangue, la nascita di un nuovo amore nei confronti di Margherita (Valeria Bilello), ed un’inaspettata apertura nel proprio modo di pensare ed interagire col prossimo. Filippo, oltre a dover riaprire i libri di scuola per studiare i limiti (è un professore di matematica), scoprirà i limiti della propria dipendenza, e dovrà fare i conti con tutte le conseguenze delle scelte compiute negli anni, a computer acceso ma a mente spenta.
Nina sceglierà di registrare un documentario per testimoniare la sfida, della durata di circa due mesi, per cui Ernesto dovrà avvicinarsi al mondo dei social e Filippo dovrà invece disintossicarsene totalmente. Si crea così un perfetto equilibrio tra chi “entra nella rete” e chi “esce dalla rete”. Insieme daranno tutto un altro senso al verbo “condividere”, abbondantemente abusato sul web. Soprattutto il primo capirà come lo schermo di un pc possa sopprimere un determinato tipo di personalità, ma possa liberarne un altro, rendendolo meno rigido e più amorevole agli occhi di chi lo circonda. Il secondo metterà da parte il proprio alter ego virtuale, approfittando di un appuntamento con se stesso per conoscersi come mai fatto prima e per toccare con mano il mondo che lo circonda.
Insomma, Beata Ignoranza coglie nel segno con ironia, facendo ridere per oltre un’ora e mezza di film ma lasciando allo spettatore diversi spunti di riflessione. Non si vuole demonizzare la tecnologia, ma piuttosto sottolinearne l’utilizzo più ragionevole e sano, perché in fondo diventa sempre più sottile la linea tra il “modernizzato” ed il “webete”. Torna inoltre ad essere diretta da Massimiliano Bruno anche l’attrice Emanuela Fanelli che, dopo l’esperienza sul piccolo schermo con Dov’è Mario, al fianco di Corrado Guzzanti, dimostra ancora una volta tutta la spontaneità del proprio talento.