Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin avvisa che se non si aiutano nel modo adeguato le famiglie, tra vent’anni ci saranno conseguenze gravissime sul welfare, dato che il numero dei giovani lavoratori che pagheranno i contributi sarà drammaticamente basso. Il problema c’è e bisogna iniziare a pensare di proporre soluzioni concrete. In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, la Lorenzin spiega che sulla vicenda gravano due problemi.
In un futuro con pochi lavoratori ci saranno difficoltà per il welfare
Il primo è rappresentato dal modo in cui le norme vengono attuate in Italia, ormai tristemente nota per la lentezza della sua burocrazia; il secondo invece è dato dalla sottovalutazione del tema della cura dei bambini. La Lorenzin spiega che ha notato con piacere lo sblocco delle procedure da parte del ministro Poletti e l’ormai quasi certa trasformazione da sperimentali a permanenti delle norme sugli ammortizzatori sociali (ad esempio quella sul congedo parentale su base oraria).
Lorenzin: servono interventi per aiutare le famiglie contrastare la denatalità
Ma non è ancora sufficiente: serve un programma nazionale per contrastare la denatalità e il ministro Lorenzin dice di aver iniziato sul versante sanitario con il piano sulla fertilità. Il tema della denatalità è però più ampio: si tratta di una questione culturale, economica e sociale. Quindi servono interventi come un periodo di maternità più flessibile, magari con l’aiuto del telelavoro: all’estero ci sono donne che riescono ad avere tre o quatro figli e portare avanti una carriera da top manager.
E poi bisognerebbe coinvolgere di più i padri: le norme di adesso prevedono già il congedo per i papà, ma non vengono sfruttati perché vengono visti come un disvalore e questo, prosegue la Lorenzin, è un problema culturale. Il Ministro parla anche della questione femminile, che molti considerano un tema ormai superato, ma in realtà, anche se sono stati fatti passi importanti, la lotta prosegue quotidianamente verso una parità che è ancora lontana.