Recensione del film “Belli di papà”, in uscita oggi nei cinema con un cast composto da Diego Abatantuono e tanti altri volti noti della commedia all’italiana.
Belli di Papà, recensione e giudizio
Belli di papà è la storia di Vincenzo, interpretato da Diego Abatantuono nelle vesti di un ricco imprenditore che dopo la perdita della moglie si ritrova da solo a crescere tre figli. Vincenzo si rende conto troppo tardi che i tre ragazzi Chiara (Matilde Gioli), Matteo (Andrea Pisani) e Andrea (Francesco Raimondo) li ha solo viziati e a causa di un buco di bilancio nei conti della sua società e un controllo da parte della guardia di finanza, scapperà con i propri figli a Taranto, suo paese natio, dove tenterà di rieducarli… o saranno loro ad educare lui?
Utilizzata come espressione che identifica i figli viziati, questa volta “Belli di papà” diventa il titolo del nuovo film di Guido Chiesa. Dopo ben cinque anni di assenza dalla macchina da presa, e gli ultimi due anni passati ad affiancare Paolo Ruffini nel suo esordio da regista (collaborando anche alle sceneggiature dei suoi due film), Colorado Film affida al prode regista e al suo co-sceneggiatore di fiducia Giovanni Bognetti, un soggetto lineare e semplice, insolito per un regista come Guido che si trova ad affrontare un duro banco di prova, in quanto abituato a dirigere film dal target più limitato di questo.
Dalla visione del film si intuisce che la prova per Guido è stata superata a pieni voti, mettendo in piedi un film ben scritto, con l’obiettivo di far sorridere e lasciare un piccolo messaggio allo spettatore. Il regista sceglie sapientemente di mettere da parte il suo tocco autoriale, per immedesimarsi in una regia dove il linguaggio e il modo di lavorare è molto diverso da quello in cui lui è abituato.
Il ruolo del regista, si sa, è facilmente associabile alla figura dell’allenatore calcistico, che assieme al presidente (in questo caso nelle vesti Maurizio Totti e Colorado Film) mette insieme una squadra e una rosa preposta per fare il meglio possibile. Così è stato scelto un buon cast tecnico, dove fondamentale è, tra i tanti interpreti, la figura del montatore in quanto deve riuscire a montare la storia in maniera lineare senza concedersi troppi spunti validi in un cinema autoriale.
Come cast artistico il regista affida le chiavi del film ad un attore d’esperienza: Diego Abatantuono, che torna nel ruolo di capocomico dopo due anni d’assenza e interpreta alla sua maniera unica e irripetibile il protagonista Vincenzo.
Fra i tre figli, tutti ben orchestrati e bravi, spiccano Matilde Gioli e Andrea Pisani. La prima, torna al cinema dopo la sua prima e intensa interpretazione nel “Capitale umano” e seppur non venga richiesta una dura prova recitativa, come nel film di Virzì, riesce abilmente a calarsi nei panni della commedia e inserisce un ulteriore tassello di una carriera attoriale che può toglierle in futuro grandi soddisfazioni. Il secondo, Andrea Pisani, lo troviamo per la prima volta lontano dal suo compagno Luca Peracino (insieme formano il duo comico “Panpers”) per regalarci una prova attoriale ben superiore della sua precedente apparizione cinematografica in “Fuga di Cervelli”, dove stona poco e rispetta il ruolo puramente comico affidatogli dal regista.