Tornano nelle sale le avventure di Giuseppe Garibaldi con Claudio Bisio, Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi, diretto da Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana.
Giuseppe Garibaldi, dopo l’esperienza di 7 anni fa come Presidente della Repubblica, ha abbandonato la politica ed è tornato al suo paese portando con se la sua amata Janis e ha creato il suo nuovo nucleo da cui è nata sua figlia Guevara. L’Italia però è chiamata alle urne e nel paese vige una forte instabilità politica. Nessuno avrà una maggioranza netta, ma bisognerà mettere insieme almeno 2 forze per formare un governo. Chi sarà il premier?
Videorecensione di “Bentornato Presidente”
Recensione del film “Bentornato Presidente”
La carriera di un artista è fatta di mille insidie e cambi di rotta sempre inaspettati, ma avere una buona partenza può far solo che bene. Stiamo parlando di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, figli del web e dell’occhio arguto di Sabina Guzzanti che, nel 2012, ha portato le loro idee su La 7 in prima serata con “Un, due, stella”. Oggi i 2 giovani registi lucani, dopo il successo dello scorso anno con “Metti la nonna in freezer”, si sono riapprocciati alla regia realizzando, assieme al contributo di Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano, un particolarissimo “Istant Movie”. Da tempo, negli uffici di Indigo, balenava l’idea di realizzare un seguito alle avventure che, nel 2013, portarono un ignoto Giuseppe Garibaldi a capo dello Stato. Nonostante la politica in questi anni gli abbia regalato tante possibile svolte, mai però queste si sono degnamente concretizzate in una storia che potesse appassionare il team creativo Bonifacci-Giuliano. Poi però, il 4 marzo dello scorso anno, siamo stati chiamati alle urne e non c’è stato un vero e proprio risultato netto, ma un periodo di incertezza. Così è scattata l’idea: se quell’uomo fuori dagli schemi politici, necessario a rappresentare 2 forze così importanti fosse proprio Giuseppe Garibaldi?. Da quel momento Nicola ha ricontattato quei talentuosi ragazzi lucani regalandogli in così poco tempo una seconda regia.
Il film, per come è stato costruito, sembra calzare perfettamente nelle corde di Stasi e Fontana dato che il loro successo iniziale lo devono alla satira. Infatti questo secondo capitolo annulla il precedente lavoro di Riccardo Milani (che non ha potuto prendere parte alle riprese di questo perché impegnato nel suo nuovo film scritto assieme a Paola Cortellesi in uscita il 18 aprile), riscrivendone la grammatica e incentrandosi su una chiave fortemente satirica. È dai tempi di Serena Dandini che nella cultura italiana mancava un lavoro di questo spessore perché della bravura di Crozza oramai siamo abituati. Stasi e Fontana seppur girandolo di fretta, sembrano essere due registi decisi, precisi, con le idee molto chiare, che conoscono la macchina cinema meglio di tanti altri loro colleghi, che al montaggio danno il meglio di se. Proprio nel mettere insieme il prodotto che emerge il grande lavoro di Giancarlo che, senza nulla togliere a Giuseppe, regala al film una vera marcia in più. Il film sembra durare troppo poco talmente è veloce, dinamico, ed ha un timing perfetto nel rispetto della parte di commedia che non potrebbe mancare senza il grande lavoro del cast.
è molto difficile esordire e lo è ancor di più replicare essendo convincente, proprio per questo Bisio porta a casa una delle prestazioni più difficili della sua carriera. Riguardo Sarah Felberbaum ha il più duro dei compiti: non far rimpiangere Kasia Smutniak, pur restituendo una sua originalità, ci riesce molto bene. La parte più divertente del film non può che essere quella di Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi. I due impersonano degli ipotetici Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Se Paolo Calabresi ci regala l’ennesima prova del suo enorme trasformismo rendendo credibile anche questo suo ultimo cambiamento, di Guglielmo Poggi possiamo ammirarne una conferma. Lo scorso anno lo abbiamo visto accanto a un mostro sacro come Sergio Castellito, dove la sua interpretazione non sembra risentire dello scarto d’esperienza. In questo film si conferma e preme l’acceleratore ironizzando anche sulla sua generazione mantenendo sempre l’occhio puntato sulla nobile arte della satira.