L’elisir della salute e della giovinezza non è stato ancora trovato. Nel frattempo, però, si sono avvicendate varie mode alimentari, fra cui quella del digiuno intermittente. Di diete e rimedi per sanificazione psicofisica se sentono in giro. Dall’abitudine di prendere la mattina un bicchiere di acqua calda con ginseng e miele, si è passati a bere, a digiuno, acqua e sale. La domanda che ci si pone: è una pratica che fa bene al benessere della persona?
Secondo una regola medica di primo soccorso, far scioglie in bocca del sale a una persona colpita da un calo improvviso della pressione circolatoria sanguigna, può essere d’aiuto. Però, prima di bere acqua e sale, come rito quotidiano, bisogna essere sicuri per propria condizione di salute. Per esempio, soggetti con l’ipertensione diagnosticata devono evitare ogni tipo di soluzione salina. Bisogna precisare che, oltre al classico sale da cucina, di cui tutti ricorderanno la formula chimica del cloruro di sodio, Na⁺Cl⁻, ci sono altre soluzioni saline che possono creare dei problemi alle persone con la pressione arteriosa alta. Uno non ci pensa, ma alcuni dei ben noti integratori alimentari, contengono dei sali. Minerali come Potassio e Magnesio sono dei sali. Quindi, prendendo l’integratore per il recupero dei sali minerali perduti attraverso la sudorazione, non fanno che aumentare la pressione arteriosa già alta.
L’ipertensione è una malattia che deve essere tenuta sempre sotto controllo, e l’abitudine di bere acqua e sale sicuramente non è indicata per gli ipertesi. Certo, poi ci sono considerare gli altri fattori di rischio come il fumo, l’alcool, l’obesità, e la predizione genetica. Anche l’età del soggetto contribuisce all’aumento fisiologico della pressione arteriosa media. I parametri sono più alti in una persona di 65 anni rispetto a un venticinquenne.
Non si capisce, per le persone sane, il motivo di questa nuova moda. L’organismo assume quotidianamente il sale con l’alimentazione. La misurare la quantità di sodio assunto non è facile. Il sale è presente in tutti gli alimenti. Un basso livello di sodio lo troviamo nei vegetali, un livello moderato lo troviamo nei cibi di derivazione animale, e di un livello ancora più alto nei cibi lavorati. Soltanto nelle ricette e nell’acqua di cottura possiamo sapere l’esatta quantità impiegata.
Forse per gli sportivi e per i lavoratori impegnati in attività pesanti e sottoposti a un clima torrido, l’assunzione di sale suppletivo potrebbe avere un senso. L’assunzione eccessiva del minerale, come già detto in altri termini, aumenta la quantità di molecole nel plasma, la parte liquida del sangue, causando l’aumento del volume ematico e di conseguenza l’aumento della pressione arteriosa media. Inoltre, una maggior concentrazione di sale nel sangue attiva il centro della sete nell’ipotalamo, stimolando l’individuo a bere.
Per evitare dubbi, citiamo le indicazioni dell’Autorità preposta a tutela della salute pubblica mondiale. L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la branca dell’ONU specializzata per le questioni sanitarie, stabilisce che la quantità giornaliera massima di sale che può essere assunta da un individuo è di 5 grammi. Tale limite è stato stabilito proprio per evitare ogni tipo di conseguenze dannose all’organismo umano. Ne consegue che la validità scientifica della pratica di assunzione regolare di acqua e sale è nulla. Perché non fidarsi delle indicazioni dell’OMS?