Enrico Berlinguer trenta anni fa: “Questi partiti degenerati sono l’origine dei nostri mali“
Pubblichiamo questa breve nota di un lettore di Corretta Informazione, che avrebbe voluto mandare ai vecchi e nuovi parlamentari. Sono le parole di Enrico Berlinguer che descrivono perfettamente la crisi dei partiti a cui stiamo assistendo. Parole importanti che è necessario che leggano, e comprendano, non solo i parlamentari, ma tutti coloro che hanno ancora una coscienza democratica nel nostro Paese.
La Redazione
“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile zero. Gestiscono interessi i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa; sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un boss e dei sottoboss”. (*)
Queste cose furono dette più di 30 anni fa da Enrico Berlinguer: cosa è cambiato rispetto ad allora? Che cosa ha fatto la classe dirigente del nostro paese in questo trentennio per risolvere questo problema? Il Parlamento eletto dagli italiani il 25 febbraio scorso è nuovo, giovane e con significativa presenza femminile rispetto al precedente. Conoscono questa intervista? Rientra tra le loro aspirazioni al cambiamento? Sarebbe interessante saperlo. Perché, probabilmente, se non ci fossero stati i vincoli di partito ci sarebbe una diversa maggioranza in Parlamento.
(*) Intervista rilasciata da Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, pubblicata su La Repubblica del 28 luglio 1981 che si allega nel testo originale a differenza di quello riportato in tante pubblicazioni cartacee e sul web.
Roma 11 marzo 2013
Francesco Cavaliere
