Solo Barabba è stato liberato per acclamazione popolare… e ci è bastato! Berlusconi sconti la sua pena (meritata)
Berlusconi, oggi, come la Cuccarini, ieri, è il più amato dagli italiani. Il Barabba del terzo millennio. E, in primis, dai suoi parlamentari. Ho dovuto assistere a una trasmissione, dove il sottosegretario alla presidenza del consiglio Michaela Biancofiore, Pdl, continua a essere in preda al delirio: amiamo Berlusconi come un padre. Poi salta agli occhi una sua dichiarazione rilasciata il giorno prima della manifestazione – leggasi sceneggiata – a sostegno del Cavaliere in Via del Plebiscito, dove ha luogo la residenza capitolina dell’ex premier, contro la condanna dello stesso a quattro anni per frode fiscale da parte della Cassazione: “Nonostante faccia parte della delegazione di governo, sarò presente con assoluta convinzione alla manifestazione a Roma degli elettori del Pdl”, in quanto “il bene che voglio a Berlusconi verrà sempre prima di una poltrona, che peraltro tutti ricopriamo grazie ed esclusivamente alla sua persona”. Così la Biancofiore ha confermato la sua presenza in piazza, nonostante i ministri abbiano deciso di non partecipare per “opportunità istituzionale”. Che emozione vedere così tanta manifestazione di amicizia e amore per il Cavaliere, la riconoscenza per il regalo che ha fatto loro l’ex premier: poltrone e poltroncine. Si nota subito l’amore disinteressato dei seguaci di Berlusconi, che hanno un alto senso dell’onore e dello Stato, tanto da rassegnare tutti le dimissioni al loro leader. Che naturalmente le ha respinte. Peccato, era la volta buona per riuscire a liberarci di tutta quella gente in un solo colpo.
Intanto, da più parti, iniziano i timidi tentativi di una richiesta di grazia per il Cavaliere, tanto per tastare il polso alla situazione, tanto per far presa nella mente dei suoi sostenitori, che fra poco ci crederanno come fosse una loro radicata convinzione. E in principio fu il caos. Perché a entrare a gambe tese, continuando nei suoi vaneggiamenti, ci ha pensato Sandro Bondi, ex ministro della Cultura, che ha messo in piedi una diatriba con il Quirinale, paventando una “sorta di guerra civile” dagli esiti “imprevedibili” se non verrà garantita “l’agibilità politica” del Cavaliere. Il Colle dà dell’irresponsabile a Bondi, il quale non si ferma, anzi, ribatte dicendo che non si farà chiudere la bocca da nessuno. E continua su “Il Giornale” con una lettera in cui afferma che l’Italia sta vivendo “un altro momento storico in cui ferocia e barbarie possono scoppiare e esplodere in ogni momento, accanendosi preferibilmente contro capri espiatori delle colpe nazionali”. Certamente stava parlando di se e dei suoi colleghi, della loro paura che i loro sostenitori gli facciano fare la fine di Robespierre, perché loro sono tra i responsabili sia della recessione, perché insieme a Berlusconi dovevano studiare le leggi per togliere dai guai giudiziari il Cavaliere, e quindi non avevano tempo per governare, sia di questa situazione scabrosa del governo delle larghe intese, ancora in piedi perché l’ex premier ne ha bisogno come l’aria che respira.
La domanda spontanea riguarda i motivi per cui l’ex ministro Bondi non sia stato denunciato, dalle autorità competenti, per istigazione alla rivolta e altri ravvisabili reati. A tal proposito, come il cacio sui maccheroni, si ricorda che nel 2011, i massimi dirigenti del Pdl piemontese hanno presentato un esposto alla magistratura contro Marco Ferrando e il PCL per la loro campagna “Fare in Italia come in Tunisia e in Egitto”, quindi istigazione alla rivolta. Strana la vita. Certo, l’uscita della “guerra civile” è una provocazione, per mettere in piedi un po’ di tensione e, magari, convincere qualcuno a rimettere in carreggiata Berlusconi; insomma una specie di ricatto “terroristico”, ma che non deve attecchire perché nel caso di grazia, mancata decadenza dalla carica di Senatore o elezione a Senatore a vita o qualsivoglia altra scappatoia, sarebbe un atto inopportuno, iniquo, destabilizzante. Per quale motivo il Cavaliere dovrebbe essere un cittadino di seria A, mentre c’è gente che marcisce in galera perché ha rubato da mangiare al supermercato? Berlusconi è stato condannato in tre successivi gradi di giudizio, dove è sempre stato riconosciuto colpevole, quindi i suoi seguaci dove prendono tutto questo ardire, consapevoli di disonorare il popolo italiano – meno quegli 8-9 milioni di elettori che si sono lasciati menar per l’aia -, smontando nei suoi ultimi pezzi rimasti quella che dovrebbe essere, in un paese civile, la certezza del diritto? Già Berlusconi ha beneficiato dell’indulto del 2006, tra l’altro fatto dal Governo Prodi, che poi, pare, abbia ringraziato facendolo “saltare” con la compiacenza – dietro pagamento – dell’ex Senatore Idv Sergio De Gregorio, il quale – per sua stessa ammissione – ha ricevuto dal Cavaliere tre milioni di euro, parte come finanziamento alla sua fondazione, parte in contanti e in nero, per passare al Pdl e fare cadere il Governo Prodi. Inutile dire che Berlusconi è indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti insieme allo stesso De Gregorio e a Valter Lavitola.
Altra parlamentare berlusconiana, sempre in mezzo quando si tratta di prendere le parti di Berlusconi, è Daniela Santanchè. E le lagne sono sempre le stesse: Berlusconi è un grand’uomo, un grande politico, ha 8 milioni di elettori, è perseguitato da vent’anni dai giudici comunisti – perché di fascisti non ce ne sono -, non può essere condannato uno che è sulla scena politica da vent’anni e via dicendo. E avverte: “Letta non pensi di commissariarci o di usare toni intimidatori. Noi non ci facciamo commissariare da nessuno”. Anche la Santanchè, come altri, sta curando i propri interessi. Quando era portavoce de “La Destra”, nel 2008, fece un’affermazione che riguardava Berlusconi: “Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali” e “Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare”. Questo in marzo. In aprile polemizza ancora con il leader del Pdl, sostenendo che “Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do…” Sempre nel 2008, insieme ad altri dirigenti de “La Destra”, lascia il partito e fonda il “Movimento per l’Italia”. Nel 2009 si presenta alle amministrative alleata con il centrodestra di Berlusconi, e nel 2010 si federa con il Pdl e, pur senza rappresentanza parlamentare, entra a far parte del Governo Berlusconi IV con la carica di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma di governo, carica che ha creato non poche polemiche all’interno del centrodestra. Con le dimissioni di Berlusconi, la Santanchè, non essendo parlamentare e non avendo cariche nel Pdl, resta senza incarichi politici e istituzionali. Con le elezioni politiche del 2013 viene eletta deputata nelle fila del Pdl. Bisogna anche aggiungere che la sua società di pubblicità “Visibilia”, fondata nel 2007, è concessionaria della raccolta della pubblicità de “Il Giornale” di Paolo Berlusconi.
Concludendo: se, per pura ipotesi, il Cavaliere fosse reintegrato nelle sue funzioni politiche e sociali – in che modo avrebbe poca importanza – il fatto costituirebbe giurisprudenza? Credo di sì, costituirebbe un grave precedente. Allora, fra i condannati e quelli che lo saranno sarebbe una manna dal cielo. Ci si può immaginare chi ha commesso certi reati, specialmente la miriade di evasori fiscali, che ci costano quasi 200 miliardi di euro l’anno, che si presentano in tribunale, tranquilli e sbarbati, pretendendo di essere – giustamente – trattati come Berlusconi?
Ma Brunetta, imperterrito, continua a voler sottoporre al Quirinale la necessità di impedire che il leader del primo partito italiano (?) sia “privato della libertà politica”, e quella personale limitata il meno possibile. Aggiungendo che solo così potrebbe restare leader della nascitura Forza Italia. I casi sono due: o Brunetta e compagni credono veramente a queste parole, e allora dopo attenta visita dovrebbero essere collocati a riposo senza stipendio e pensione, oppure, in caso contrario, pensano che il popolo italiano sia diviso in due categorie: i berlusconiani e gli stupidi.