Ci sono novità in vista per il Bonus Bebè: il ministro della Salute Lorenzin spera di poter inserire nella prossima legge di Stabilità delle misure a favore delle famiglie che hanno dei figli, ritoccando l’importo emesso attualmente dall’Inps e riconoscendo ulteriori benefici a chi mette al mondo un secondo figlio; cerchiamo di capire cosa cambia e chi potrà ottenere il contributo.
Importo e requisiti previsti dalle attuali regole del Bonus Bebè
Al momento il Bonus Bebè viene riconosciuto alle famiglie con un reddito Isee inferiore ai 25.000 euro: gli 80 euro al mese fino al compimento del terzo anno di età del bambino (o fino al raggiungimento dei tre anni dall’ingrasso nel nucleo familiare in caso di adozione) raddoppiano se la famiglia può contare su un reddito Isee inferiore ai 7.000 euro. Ricordiamo che l’Isee è un indicatore che non tiene conto soltanto dei redditi, ma anche di altri fattori come i debiti, le proprietà e il numero dei componenti del nucleo familiare. Per accedere al bonus è necessario fare domanda all’Inps.
Nel 2015 per la prima vota il numero delle nascite si è attestato al di sotto della soglia dei 500.000: i dati non sono ancora definitivi, ma secondo le previsioni Istat in tutto i nuovi arrivati durante l’anno passato sono stati 488.000 (i figli nati da coppie immigrate rappresentano circa un quinto del totale). Nel 2010 vennero registrate 561.000 nascite. Sono numeri che hanno spinto il ministro Lorenzin a pensare a degli interventi per arrestare questo calo demografico prima che si trasformi in un crac; le proposte sono essenzialmente due.
Le novità proposte del Ministro: contributi più alti e aumento dell’importo per il secondo figlio
Il primo, quello meno pesante per le casse dello Stato (e quindi considerato più fattibile), consiste nel raddoppio del contributo mensile riconosciuto per il primo figlio (che passerebbe, a seconda del reddito, a 160 o 320 euro), mentre per quelli successivi il bonus aumenterebbe, passando a 240 o 400 euro; in più il Ministro vuole prolungare la validità del Bonus Bebè: le regole attuali prevedono che ne possano beneficiare i genitori di bambini nati tra il primo gennaio 2015 e la fine del 2017, mentre l’obiettivo è quello di posticipare la data di scadenza al 2020. Con l’eventuale entrata in vigore di questo regime, i genitori che hanno avuto un figlio prima del 2015 e uno durante il periodo di validità del bonus riceveranno per questo un importo mensile più alto. Nel 2015 sono state 330.000 le famiglie a beneficiare del contributo (circa il 25% di queste ha ottenuto l’importo raddoppiato per il reddito Isee più basso di 7.000 euro). Con la legge di Stabilità 2015 sono stati stanziati 3,6 miliardi per sei anni: questa prima proposta del ministro Lorenzin comporterebbe un aumento della spesa di poco superiore ai 2 miliardi (tenendo anche conto del miliardo di euro che si risparmia sulle previsioni per via del calo delle nascite).
La seconda idea: ampliamento della platea dei beneficiari e maggiori vantaggi
La seconda misura che verrà proposta è invece decisamente più importante dal punto di vista delle cifre: prima di tutto prevede l’estensione della platea dei beneficiari con l’innalzamento della soglia di reddito Isee a 30.000 euro (una manovra di questo tipo potrebbe far accedere al Bonus Bebè circa 60.000 famiglie in più rispetto alle regole attuali), poi stabilisce anche un contributo più alto per chi presenta un Isee inferiore ai 7.000 euro (320 euro al mese per il primo figlio, 480 per il secondo), in modo che il bonus possa diventare un vero e proprio strumento di sostegno per le famiglie povere. Ovviamente un provvedimento di questo tipo costerebbe allo Stato molti più soldi e poi richiederebbe un importante cambio delle politiche di welfare, cosa che al momento non sembra molto fattibile.