Il risparmio postale è storicamente uno dei più amati dai cittadini italiani: negli ultimi tempi un’importante campagna pubblicitaria ha rilanciato i buoni fruttiferi postali (BFP), titoli emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti che sono garantiti dallo Stato e distribuiti proprio da Poste Italiane. Tra crisi bancarie, bail in, prezzi del petrolio in picchiata e crollo dell’economia cinese, per i risparmiatori che non si fidano più di un mercato azionario in difficoltà e di un mercato obbligazionario incapace di garantire rendimenti interessanti, i BFP rappresentano un’opzione in più. Cerchiamo di sapere di più su questi prodotti, sulle loro caratteristiche e rendimento.
Caratteristiche e tipologie di BFP: emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato
I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane rappresentano un classico del settore risparmio: in passato venivano molto utilizzati, magari intestati a nome di figli o nipoti. Lo scenario che si è venuto a creare e gli accattivanti spot che passano in televisione potrebbero far tornare prepotentemente di moda questo particolare strumento. Ecco le caratteristiche principali del BFP: emessi da Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato, soggetti a ritenuta fiscale del 12,50%, esenti da imposta di bollo per rimborsi fino a 5.000 euro, esenti da spese e commissioni, rendimento crescente nel tempo, rimborsabili in ogni momento, restituzione del capitale investito maggiorato con gli interessi maturati.
Di buoni fruttiferi postali ne esistono varie tipologie; ci sono quelli ordinari, ovvero un pezzo di storia del risparmio postale, hanno 90 anni di storia e possono durare fino a 20 anni; ci sono i BFP 3X4, con interessi che maturano allo scoccare di ogni triennio e hanno una durata massima di 12 anni; ci sono i BFP 4X4, con interessi che maturano ogni quattro anni, per una durata massima di 16 anni; ci sono anche buoni indicizzati all’inflazione, altri studiati apposta per i minori e i Piani di Risparmio, per i quali è necessario essere titolari di un conto corrente o un libretto postale su cui fare i versamenti con periodicità mensile o annuale.
Il rendimento dei buoni fruttiferi postali
Nelle caratteristiche fin qui elencate abbiamo visto solo aspetti positivi: certezza, tassazione agevolata, possibilità di richiedere il rimborso in ogni momento. I lati meno positivi si trovano quando si affronta il tema del rendimento: in un periodo in cui i tassi d’interesse sono molto vicini allo zero i buoni fruttiferi postali non possono certo garantire una grande remunerazione del denaro. I BFP ordinari hanno un rendimento annuo lordo dello 0,15% per i primi tre anni, dello 0,21% se viene mantenuto per più di 5 anni, dello 0,45% se si va oltre i 10 anni e dell’1,06% alla scadenza naturale dei 20 anni. Nei BFP 3X4 si va dallo 0,20% dopo i primi 3 allo 0,80% per la durata massima; per i BFP 4X4 si va dallo 0,25% all’1%. Si capisce subito che i tempi in cui i buoni fruttiferi postali riuscivano a raddoppiare il loro valore sono solo un ricordo decisamente sbiadito. Tutto sommato, i BFP continuano a creare nei possibili acquirenti una sensazione di fiducia e positività: rispetto ai conti di deposito delle banche hanno un rendimento molto inferiore, ma una tassazione agevolata e soprattutto la garanzia dello Stato, mentre rispetto ai Btp offrono la possibilità di un rimborso sicuro anche prima della scadenza (il rendimento dei buoni del Tesoro alla scadenza è teoricamente più elevato, ma prima del termine il loro prezzo di mercato è condizionato dall’andamento dei tassi).
Comprensibile anche ai miseri mortali. Grazie