Quanto “pesa” il vino bianco o rosso in termini di calorie? E quali sono i vini migliori per non ingrassare? In questo articolo cercheremo di scoprire i segreti per non rinunciare a un buon bicchiere ma nemmeno alla propria forma fisica!
La vita sociale contemporanea è sempre più di frequente scandita da momenti di convivialità che si consumano davanti ad un bicchiere di vino: che si tratti di un aperitivo veloce dopo il lavoro, di una cena tra amici o colleghi o di una semplice sosta al bar dopo svariate ore di ufficio per “decomprimere”, il vino bianco o rosso è la bevanda alcolica che tende a monopolizzare i momenti di pausa di moltissimi italiani.
Ma tra un aperitivo oggi, un bicchiere domani e una cena la prossima settimana la linea rischia di passare in secondo piano e, in particolare nel periodo estivo, in pieno allarme da prova costume, cade proprio la stagione di massima concentrazione di cerimonie bagnate da un calice di vino (matrimoni, battesimi, comunioni), per cui, passati tutti i brindisi di rito, ritrovarsi alcuni spiacevoli chili di troppo nei punti sbagliati non è così difficile!
Quante calorie ha un bicchiere di vino bianco o rosso?
Ovviamente esiste una relazione diretta tra contenuto alcolico di un vino e le calorie che esso contiene. L’uva è un alimento ad alta concentrazione zuccherina e l’alcol deriva dalla fermentazione degli zuccheri, per cui più alta sarà la percentuale alcolica del vino (espressa dal simbolo % riportato sull’etichetta), più alta sarà la concentrazione calorica del vino, bianco o rosso che sia.
Appare subito evidente che, per mantenere la linea, è opportuno limitare il consumo di vini con elevato contenuto alcolico.
Per calcolare la il contenuto calorico di un bicchiere di vino (approssimativamente 100 ml di prodotto liquido), occorre moltiplicare il contenuto alcolico del bicchiere (espresso in ml) per il peso specifico dell’alcool (0,79 kg/l)e poi per il contenuto calorico dell’alcol (7 kcal/gr).
Prima della fermentazione il vino contiene moltissimo zucchero: il succo d’uva ne contiene una quantità che oscilla tra i 120 e 250 g/kg. Dopo la fermentazione però, nel caso dei vini secchi, lo zucchero residuo è presente in quantità irrisorie, inferiori a 4 gr/l. Quindi, vini anche molto corposi come il Barbera d’Asti o il Gavi hanno una quantità di zuccheri residui molto bassa (sommando fruttosio, glucosio e saccarosio), che si aggira intorno a 3 g/l per il primo e 2 g/l per il secondo. Dunque, moltiplicando l’apporto calorico di 1 g di zucchero (3,93 calorie) per la quantità di zucchero residuo presente nel vino e rapportando questo dato ad un bicchiere da 100 ml le calorie presenti saranno si aggireranno intorno allo 0,45, un apporto davvero minimo.
Nel caso dei vini dolci invece il quantitativo minimo di zucchero presente è di 45 gr/l: un vino come il Moscato presenta così un residuo zuccherino di 125 g/l al quale sommare la percentuale alcolica (intorno al 5,5%) e le calorie apportate dal residuo zuccherino (3,2 cal/g x 125 g/l x 0,1l): l’apporto calorico di un bicchiere sfiora così le 72 calorie e quindi è piuttosto alto.
In generale, un bicchiere di vino contiene dalle 80 alle 200 calorie, variabili in base al grado di carbonazione (per i prosecchi e i vini spumanti), la dolcezza e il contenuto di alcol. Esistono poi vini dolci o da meditazione, come il Porto, che contengono fino al doppio di calorie rispetto a un vino rosso da tavola o al triplo dell’apporto calorico di un vino bianco secco.
Quali sono i vini più dietetici con poche calorie?
Se la Sangria, il vin brulé, il vino di prugne (come il liquoroso vino giapponese Umeshu) o il già citato Porto dominano la classifica dei vini più calorici, per mantenere la linea e preservare la salute ci si può rivolgere ad una moltitudine di vini rossi più leggeri ma ugualmente corposi: due grandi vini piemontesi come il Barbaresco e il Barolo contengono circa 80 kcal a bicchiere, il Montepulciano d’Abruzzo o il Morellino di Scansano contengono tra le 80 e le 90 kcal, mentre un vino più beverino da pasteggio come la Bonarda circa 100 kcal mentre l’altrettanto popolare Lambrusco circa 85 kcal. Il Brunello di Montalcino contiene circa 85 calorie a calice mentre il Dolcetto 94 kcal, poche meno rispetto al toscanissimo Chianti (99 kcal). Un bicchiere di San Giovese contiene invece circa 100 kcal. Appare chiaro quindi come vini che nell’immaginario sono ritenuti “strutturati” e quindi alcolicamente forti, come i piemontesi o i toscani, abbiano un contenuto calorico inferiore rispetto ad altri prodotti di vinificazione considerati più “alla portata” di tutti, come il Lambrusco, la Bonarda o il San Giovese.
Tra i vini bianchi invece, onde preservare la linea ma senza mortificare il gusto, sarà preferibile lo Champagne (90 kcal a calice) al più diffuso Chardonnay (100 kcal). Un bicchiere di Frascati, leggero e fruttato, contiene sole 76 kcal mentre il trentino ed inebriante Gewurztraminer contiene 96 kcal. Il profumatissimo Riesling ne contiene 94e il Sauvignon Blanc poco di più, 96. Il Pinot grigio contiene 98 kcal contro le 89 del Pinot Nero. Il diffusissimo Prosecco è piuttosto “leggero” in termini calorici e un calice contiene 84 kcal così come i vini rosati, che si configurano tra i più innocui dal punto di vista dell’introduzione di calorie e quindi meno onerosi in termini di apporto energetico. In generale, da questa veloce carrellata nelle “cantine” italiane, può stupire che, contrariamente a quanto molti pensano, il vino bianco – dall’abboccatura più delicata, che spesso fuorvia la percezione del contenuto alcolico – è mediamente più calorico di quello rosso.
Al termine di questo articolo è necessario ricordare, però, che il vino di per sé non fa ingrassare: un bicchiere di vino al giorno, in una dieta equilibrata, povera di grassi saturi e carboidrati, copre il 7-10% del fabbisogno calorico giornaliero di un adulto. Il vino è dunque di gran lunga preferibile ad altre bevande come la birra o i superalcolici e ovviamente anche alle bevande gassate e zuccherine, come le bibite. Bere vino con moderazione non danneggia la salute né la linea: che sia bianco o rosso, dolce o secco, il vino consumato con parsimonia e prestando attenzione all’etichetta è un toccasana a cui non rinunciare e un incentivo al buon umore e alla condivisione.