Tra i ddl inseriti all’ordine del giorno delle sedute della prossima settimana della Commissione Giustizia del Senato sono presenti anche quelli relativi ad amnistia e indulto; qualche provvedimento però andrebbe preso in tempi rapidi, visto che all’interno delle carceri italiane sia i detenuti che gli agenti di polizia penitenziaria vivono in condizioni estreme, tra sovraffollamento e carenze di organico.
Le proteste della polizia penitenziaria: carenze di organico e strutture inadeguate
Partiamo proprio da questo punto: il personale che lavora nel carcere di Crotone (e non parliamo solo degli agenti), per denunciare la carenza di organico e le grosse difficoltà operative che ne derivano, ha messo in atto una protesta, rifiutando il cibo servito alla mensa. L’iniziativa è scattata dopo le tante segnalazioni fatte precedentemente alle amministrazioni centrale e regionale: il Sappe ha subito espresso la sua solidarietà nei confronti del personale di Crotone, ribadendo quanto può essere pericoloso per le carceri calabresi l’immobilismo delle amministrazioni. L’attivazione di nuove strutture (tra cui la sezione detentiva di Rossano Calabro, dove ci sono anche i detenuti che sono accusati di terrorismo internazionale) ha comportato una riduzione nell’organico degli istituti già presenti: a Crotone si sono ritrovati con un personale ridotto della metà rispetto al 2001, ma anche a Vibo Valentia e Cosenza le riduzioni di organico sono state pesanti. Le carenze di personale, continua a spiegare il Sappe nella sua nota, portano ad un accumulo di congedo e di lavoro straordinario, oltre ad un pericoloso abbassamento del livello di sicurezza: serve un incremento di personale di almeno trecento unità.
Le cose non vanno molto meglio in Puglia: una delegazione di Radicali a fine febbraio si è recata nella casa circondariale di Bari per verificarne le condizioni dopo il suicidio di un detenuto avvenuto due settimane prima. La struttura è stata definita obsoleta e inadeguata alla funzione di accoglienza, rieducazione e reinserimento nella società dei detenuti; nelle sezioni maschili le celle sono piccolissime (da soli i letti a castello occupano praticamente tutta la superficie calpestabile) e il parametro minimo dei tre metri quadrati per detenuto viene rispettato solo con continui trasferimenti presso altri istituti; le sezioni femminili si presentano come incubi penitenziari, anche se è previsto l’arrivo di un finanziamento per iniziare dei lavori di ristrutturazione. La capienza del penitenziario di Bari sarebbe di 301 posti, mentre attualmente la popolazione carceraria ammonta a 348 unità. Anche qui si presenta il problema della carenza di organico: gli agenti dovrebbero essere 340, invece sono 317 e il numero sembra destinato a scendere ancora.
Il sovraffollamento delle carceri e i problemi documentati dalla Cgil con Dentro a Metà
Ma bisogna sottolineare che i problemi non sono solo al Sud: per fare un paio di esempi, nelle carceri del Lazio il sovraffollamento persiste, visto che ci sono 5.721 detenuti contro i 5.260 posti previsti (461 in più) e anche in Veneto il personale delle carceri denuncia una grave carenza di organico, con agenti costretti a turni massacranti, e diversi tipi di problemi, come i mezzi per il trasporto dei detenuti in condizioni pessime e le divise consumate che non vengono sostituite. Giusto cinque giorni fa c’è stata l’inaugurazione del nuovo carcere di Rovigo (costato quasi 30 milioni di euro e nove anni di attese), ma per l’apertura ci sarà da aspettare la primavera inoltrata.
Per poter mostrare in modo più chiaro com’è la vita di un agente di polizia penitenziaria all’interno delle carceri la Cgil ha realizzato una serie di documentari il cui titolo dice tutto: “Dentro a metà”. I tre video, girati presso le carceri d Rebibbia (Roma), Poggio Reale (Napoli) e San Vittore (Milano) mostrano come viene svolto un lavoro difficile, tra carenze di personale e all’interno di strutture inadeguate e ormai vecchie.
Amnistia e indulto: le novità sui ddl in Commissione Giustizia
Come detto in apertura di articolo, la Commissione Giustizia del Senato tra l’otto e il dieci marzo ha inserito all’ordine del giorno delle sue sedute l’esame, tra gli altri, dei ddl relativi ad amnistia e indulto e di quelli relativi alle misure alternative alla detenzione nelle carceri in caso di inadeguata capienza della struttura e alle disposizione in materia di relazioni familiari e affettive dei detenuti. I disegni di legge su amnistia e indulto che stazionano in Commissione ormai da diversi mesi sono quattro (Manconi, Compagna, Buemi e Barani i firmatari) e i relatori alla Commissione sono Falanga e Ginetti.