Caregiver: una definizione entrata nel vocabolario comune, ma troppo spesso sottovalutata. Si tratta di personale non clinico e non professionista che si trova nella condizione di doversi occupare della salute o del benessere di un malato, un anziano o un disabile.
Rientra nella categoria dei caregiver la professione di badante, ma anche l’impegno quotidiano di un figlio o un nipote per l’assistenza ad un anziano genitore o nonno.
In questa definizione ci sono moltissimi elementi oscuri che vengono poco trattati: siamo qui per fare chiarezza.
L’impegno psicologico
L’impegno psicologico del caregiver è spesso sottovalutato: il carfegiver è per definizione una figura non professionista, con una formazione tecnicamente non “adatta” alla gestione di un invalido, un anziano o una persona disabile. Vedere il proprio caro in difficoltà per la propria condizione, dover affiancare la propria vita quotidiana alla gestione della persona, regolare i propri impegni di lavoro e personali in funzione delle esigenze del malato possono essere processi estremamente stressanti dal punto di vista psicologico.
Il nostro consiglio è di iniziare a richiedere un supporto psicologico alle prime avvisaglie della necessità di diventare caregiver: questo aiuterà l’umore a rimanere il più possibile stabile, con beneficio anche della persona cara di cui ci si prende cura.
L’impegno economico
Si sottovaluta spesso l’impegno economico che il caregiver deve affrontare per sostenere le esigenze della persona cara: dai farmaci alle visite, dalle modifiche alla casa ai mezzi di trasporto, dall’assunzione di un o una badante fino alle spese notarili o di avvocati, se il malato non è più finanziariamente autonomo è indispensabile pensare a questi costi in modo razionale.
Fortunatamente esistono molti bonus e sostegni economici, che seppur di piccola entità, possono aiutare il caregiver a far fronte a tutte le esigenze: sul nostro sito abbiamo per esempio parlato dei bonus per l’installazione di un montascale a beneficio del malato, che puoi recuperare qui.
Puoi trovare online anche altri bonus già attivi in Italia, senza tenere conto dell’accesso alla legge 104 che permette ai caregiver di avere giorni di lavoro pagati per dedicarsi all’assistenza dei familiari malati.
L’importanza di un supporto professionale
Un supporto professionale diventa spesso indispensabile per il caregiver, specialmente se la persona di cui prendersi cura ha esigenze molto specifiche, particolari o invasive.
Se ti trovi a Roma e stai cercando una valida agenzia per l’individuazione di badanti, colf, assistenti socio-sanitari, infermieri domiciliari e altri professionisti medici ti possiamo consigliare di visitare questo sito dedicato all’assistenza ai disabili a Roma: tramite questo servizio potrai snellire i tempi e le procedure di individuazione della persona giusta, gestire la burocrazia in modo corretto e soprattutto sgravare dalle tue spalle una parte faticosa del lavoro di caregiving.
Tutta la famiglia coinvolta
In uno scenario ideale è indispensabile che tutta la famiglia venga coinvolta nella gestione della persona. Sebbene il caregiver principale è di solito solamente uno, nulla vieta di chiedere un supporto per alcune attività particolari ad altri famigliari.
L’ideale, se possibile, è dividersi le categorie di compiti (accompagnamento quotidiano, spesa alimentare, gestione del denaro, componenti burocratiche, e così via) per sgravare responsabilità, tempo e impegno dalle spalle del caregiver principale e assicurare alla persona un supporto migliore e più regolare e continuo nel tempo.