Entra in rotazione radiofonica Ottobre, nuovo singolo in cui Carmen Consoli canta l’amore omosessuale e uno spietato desiderio di libertà.
Grazia, saggezza e umiltà: sarebbero probabilmente questi i tre aggettivi necessari e sufficienti per descrivere la personalità di Carmen Consoli. Chi ha avuto la fortuna di seguire il percorso della cantautrice dagli esordi sino ad oggi, avrà sviluppato maggiormente la parte del proprio intelletto inerente alla sensibilità, e non potrebbe essere altrimenti visti i temi affrontati nei vari album che han costituito il percorso dell’artista. Carla Carmen per l’anagrafe, cantantessa per i suoi fan, Carmen Consoli per il mondo dell’arte, riesce da sempre a far propria la capacità di trasformare in musica la storia degli ultimi, dei dimenticati o semplicemente dei contemporanei Mastri-Don Gesualdo, per citare un suo noto conterraneo. Partita da Catania con la sua inseparabile chitarra, ha alternato brani di successo senza mai scendere a compromessi e mantenendo la propria voglia di rimanere sé stessa, rispecchiando questa conquista nei suoi lavori discografici. Nei primi album non mancavano riferimenti sentimentali ma trovare la parola “amore” nelle canzoni di Carmen Consoli non è mai risultata impresa facile, se non per una delle sue più celebri opere Amore di plastica. Il Sole-Cuore-Amore non è affar suo, perché ciò che ha sempre contraddistinto la sua musica è proprio la schiettezza nel ricordare a chi la ascolta, che l’amore no, non è tutto rose e fiori. Basterebbe ascoltare il suo secondo album registrato in studio, Confusa e felice, per capire a cosa si fa riferimento, in particolare i brani Per niente stanca, Venere e Fino all’ultimo, veri e propri capolavori del repertorio consoliano. Procedendo con l’analisi delle sue uscite discografiche, notevole risulta la crescita che ha portato l’occhio attento e critico di Carmen Consoli verso temi più sociali, rendendo protagonisti delle proprie canzoni personaggi facilmente riconducibili ai vinti raccontati da Giovanni Verga. Questo già accadeva nel 1998 con singoli quali Contessa Miseria e Geisha, ma è poi proseguito con Matilde odiava i gatti, Masino e L’eccezione.
Carmen Consoli, la cantastorie che racconta l’Italia dei vinti
Ma il vero cambiamento, la vera maturità, Carmen Consoli l’ha raggiunta definitivamente con gli album Eva contro Eva, Elettra e L’abitudine di tornare. Un trittico perfetto, pubblicato interamente in una fascia di tempo di circa 10 anni, capace di mettere alla luce l’animo più profondo della cantantessa. Se analizzassimo i singoli brani che han poi formato le tracklist dei tre album, basterebbe isolare i testi dal resto della costruzione musicale per avere davanti agli occhi vere e proprie storie da leggere tutte d’un fiato. Il quadro che ne esce fuori disegna un’Italia a tratti grossolana, una realtà che porta con sé strascichi di pettegolezzi da comari di provincia. Si passa così dalla prostituta Elettra, al chiacchiericcio paesano di Maria Catena, passando per la gravidanza isterica de La dolce attesa e l’uomo vinto, ostile alla propria famiglia, raccontato e suonato in Signor Tentenna. Trascorsi cinque anni dall’ultimo album pubblicato, Carmen Consoli è tornata sul mercato discografico lo scorso mese di Gennaio con L’abitudine di tornare, riuscendo a non deludere le aspettative. Dieci inediti in cui la cantautrice siciliana racconta ciò che i propri occhi hanno osservato in quest’ultimo lustro, una lente d’ingrandimento da normale cittadina, su tematiche delicate e spesso considerate come veri e propri tabù. Scorrendo la tracklist del disco troveremo ad esempio:
L’abitudine di tornare: singolo omonimo dell’album che presta la voce al rapporto amante-uomo sposato in cui la donna parla in prima persona della propria gravidanza e del futuro del proprio bambino frutto di un rapporto condannato in partenza.
Esercito Silente: brano intenso in cui Carmen Consoli racconta la propria terra dal punto di vista più scomodo, quello della mafia, cantando l’omertà che ha circondato le vicende italiane degli scorsi decenni.
Sintonia imperfetta: Qui subentra l’innata ironia di Carmen Consoli che con grande astuzia affianca immagini popolari ad una realtà tristemente vera, cioè quella di una donna stanca del proprio matrimonio ma comunque responsabile delle proprie azioni proprio perché consapevole da sempre di ciò a cui sarebbe andata incontro.
La signora del quinto piano: una vera perla dell’album L’abitudine di tornare. Riportando il proprio stile verso il rock che l’ha contraddistinta agli inizi della sua carriera, qui Carmen Consoli canta il tristemente noto tema del femminicidio, rendendo ancor più amara la questione nella parte del brano in cui viene sottolineata l’indifferenza delle istituzioni rispetto alle denunce presentate dalle donne prima minacciate e poi uccise.
E forse un giorno: il tema della canzone è la crisi che sempre più colpisce le famiglie italiane, nello specifico qui Carmen Consoli presta la propria voce ad una madre di famiglia, costretta a vivere in automobile con i propri cari e a chiedere sacrifici ai propri figli.
La notte più lunga: In una sequenza di frasi per nulla scontate, la cantautrice siciliana si interpone tra i classici sapientoni da tastiera e la realtà che sta affliggendo negli ultimi anni l’Europa, l’Italia e ancor di più la Sicilia: il naufragio dei migranti. Proprio sulle coste meridionali della penisola italiana si sono consumate le terribili stragi degli ultimi mesi e da superba artista qual è, Carmen Consoli ha ben saputo raccontare l’umanità della questione sottolineando l’ipocrisia di chi rende tutto oggetto di mero scontro mediatico e politico.
Nota di merito per il brano Questa piccola magia, brano scritto da Carmen Consoli per omaggiare la dolce esperienza che la vede protagonista da circa due anni, la maternità.
Ottobre, nel nuovo singolo Carmen Consoli canta l’amore omosessuale e il desiderio di libertà
Da domani, venerdì 25 settembre, entrerà in rotazione radiofonica il brano Ottobre, terzo singolo estratto dall’album L’abitudine di tornare. La canzone è un ritratto adolescenziale degli anni ’50, nel quale due ragazze sono protagoniste di un amore vissuto segretamente, sottolineando così quanto l’Italia ormai da tempo continui a trascinarsi dietro il tabù dell’omosessualità, in particolare quella femminile. Le parole scelte da Carmen Consoli per affrontare questo determinato tema, rientrano tra le più delicate e poetiche che il cantautorato italiano possa ricordare negli ultimi anni.
Il desiderio di libertà che intercorre tra le protagoniste del brano è tangibile al primo ascolto e la voce della cantante sottolinea questo sentimento nel ritornello, intenso nella sequenza dei termini prescelti: “Piuttosto che il limbo avrei scelto l’inferno, fosse stato il prezzo della libertà” e ancora “Il paradiso poteva anche attendere, fosse stato il prezzo della libertà, lasciare tutto e accontentarsi di niente, già bastava il fatto in sé d’esistere”. In un periodo così ostile verso le diversità, Carmen Consoli rivendica con questa canzone l’umanità che troppo spesso riesce a trovar voce solo nell’arte e poco nella quotidianità sociale, provando a scuotere le coscienze e regalando l’ennesima perla artistica da inanellare nel proprio album di bei ricordi. Le parole vengono scandite con dolcezza dalla calda voce di Carmen Consoli, alle porte di un Ottobre malinconico durante il quale sempre più persone avranno la possibilità di ascoltare un pezzo intriso di emozioni. La musica italiana, tutta, non può che ringraziare per questo.
Bellissimo articolo, grazie.