La creazione della prima carne artificiale, una nuova alimentazione senza sofferenze
La creazione della prima carne artificiale, una nuova alimentazione senza sofferenze. Qualche settimana fa, uno scienziato olandese di nome Mark Post, dell’università di Maastricht, dichiarava di aver quasi completato la creazione della prima carne artificiale. Da alcuni giorni l’hamburger è pronto e il 5 agosto 2013 è stato cucinato e mangiato a Londra, in diretta da uno studio televisivo. È il risultato di tre mesi di sviluppo in cui lo scienziato ha dapprima prelevato le cellule staminali dal muscolo di una mucca, le ha poi fatte moltiplicare e crescere e infine evolvere in tessuto muscolare.
Per il momento le opinioni sono contrastanti nei confronti del gusto della carne artificiale, secondo alcuni il sapore è simile a quello della carne, ma non molto succoso, a causa della mancanza di grasso, per altri invece rispecchia quello di un vero hamburger. E il costo? La produzione di questo hamburger di 140 grammi, è costata circa 250 mila euro, investiti da Sergey Brin, il miliardario cofondatore di Google, a questo proposito la fettina è stata denominato da alcuni “Googleburger“. Post afferma comunque che con la diffusione di questa ricerca, i costi saranno molto più contenuti, addirittura inferiori al normale prezzo della carne vera. Sta inoltre studiando metodi per creazione di altri tessuti come ossa e adipe ed è intenzionato ad avanzare un sistema circolatorio che ne consenta la produzione in pezzi di maggiori dimensioni.
Gran parte degli europei non sembra però essere favorevole alla nuova carne, circa l’80 per cento della popolazione residente in Europa non vuole la carne artificiale sulla propria tavola. Secondo Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti) e CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) “I cibi da laboratorio non servono e nascondono insidie” e il prezzo di produzione è troppo alto.
La produzione di carne da allevamento, però, ora più che mai, sta creando gravi danni ambientali. Gli allevamenti (intensivi e non) sono tra le più grandi fonti di inquinamento (circa il 18% delle emissioni di gas serra provengono da questi), a causa della forte e crescente richiesta di carne per il mercato mondiale. Occupano enormi suoli coltivabili e producono una scarsa quantità di cibo. Inoltre l’allevamento contribuisce altamente alla produzione di gas serra e cambiamenti climatici. Grossi spazi ora adibiti all’allevamento, potrebbero dunque essere sostituiti da campi agricoli, molto più produttivi ed economici, ma anche da laboratori che sviluppano la carne artificiale di Post.