In seguito all’accordo con l’Agenzia delle Entrate, il colosso miliardario di booking online AirBnb, applicherà la cedolare secca sui contratto di affitto stipulati online. Una disputa questa iniziata quando la Procura di Milano aveva sequestrato alla piattaforma circa 779 milioni di euro per ottemperare al pagamento delle ritenute non corrisposte per gli anni dal 2017 al 2021.
Nuova legge di bilancio e regole per la cedolare secca sugli affitti brevi AirBnb
La nuova Legge di Bilancio, entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 2024 contiene una serie di provvedimenti economici volti a sostenere principalmente i redditi medio-basso. Tra questi provvedimenti ne troviamo anche uno riguardo la regolamentazione della cedolare secca. Ma cosa intendiamo quando parliamo di cedolare secca?
Questa consiste in una particolare tassazione agevolata introdotta per rendere più vantaggiosi e cercare di incrementare i contratti di affitto. Prevede la tassazione di tutti gli immobili in affitto a uso abitativo che sostituisce l’IRPEF e che il proprietario dell’immobile deve versare in base al canone percepito annualmente. Questa tipologia di tassazione rappresenta sicuramente un vantaggio a livello economico in quanto la sua aliquota si attesta al 21%, mentre la tassazione soggetta ai fini IRPEF è sicuramente maggiore di questa percentuale.
Con la nuova manovra di bilancio appena entrata in vigore, però, si è deciso di aumentare la tassazione della cedolare secca per gli affitti dal 21% al 26%. Questo, però, è valido solo per i proprietari di più immobili, facendo eccezione per uno solo tra quelli posseduti. Ovviamente il pagamento della cedolare secca non si intente solo per gli affitti a lungo termine, ma si applica anche agli affitti brevi, ovvero quelli che non superano i 30 giorni, e non solo sui contratti stipulati tra due parti, ma anche su quelli che vengono stipulati tramite le piattaforme online, come appunto Airbnb (Art. 18 della Legge di Bilancio 2024).
Se il contratto di affitto, quindi, viene gestito da una piattaforma di booking online, sarà quest’ultima ad essere responsabile e soggetta alla trattenuta della cedolare secca. La piattaforma quindi, una volta che l’affittuario avrà pagato la sua parte dovuta, si occuperà di trattenere tutte le imposte necessarie per poi versare al proprietario dell’immobile la cifra netta.
Le nuove regole per il contrasto all’evasione fiscale con AirBnb
Il tema dell’evasione fiscale sui canoni d’affitto AirBnb è stato molto dibattuto anche nel corso dello scorso anno. Il governo ha dovuto, infatti, mettere in atto dei seri provvedimenti per evitare che la crescita del turismo, dopo lo stop forzato causato dalla pandemia di Covid -19, diventasse incontrollato. Siamo a conoscenza anche di altre misure create ad hoc per contrastare l’evasione fiscale e promuovere un turismo trasparente e sicuro sia per gli affittuari che per i proprietari degli immobili. Ad esempio ricordiamo l’introduzione del Codice Identificativo per gli Affitti Brevi. Un codice di cui ogni proprietario di immobile ad uso affitto deve munirsi per far sì che l’Agenzia delle Entrate possa controllare in modo capillare che tutti i proprietari adempiano ai loro obblighi fiscali.
Il nuovo provvedimento riguardo la cedolare secca è nato in seguito ad un accordo tra la piattaforma online AirBnb e l’Agenzia delle Entrate. Il colosso del booking online, infatti, era stato accusato tramite un’inchiesta della Procura di Milano di non aver versato le ritenute sulla piattaforma per gli anni dal 2017 al 2021, per un ammontare di circa 570 milioni di euro.
L’accordo preso prevede quindi che sarà la piattaforma stessa a farsi carico del pagamento della cifra non versata nel triennio sopra citato, non chiedendo alcun rimborso economico agli affittuari della piattaforma. AirBnb si preoccuperà però di comunicare a tutte le persone attive sulla piattaforma di regolarizzare la propria posizione per ciò che riguarda la cedolare secca.
Gli host, così vengono chiamate le persone che mettono a disposizione uno dei loro immobili sulla piattaforma AirBnb, potranno quindi stare tranquilli perché sarà la stessa piattaforma di booking ad occuparsi di questi aspetti per il loro conto.
Riassumendo quindi, a cambiare sarà la percentuale della cedolare secca, che invece del 21% sarà applicata al 26% per chi è proprietario di più di un immobile in affitto, eccetto uno. Gli host, al contempo, non dovranno preoccuparsi del pagamento di questa tassa perché il tutto avverrà direttamente tramite la piattaforma online alla quale hanno scelto di affidarsi. Il sito web, infatti, dopo aver riscosso i soldi dai clienti, applicherà tutte le trattenute del caso, inclusa la cedolare secca e corrisponderà così al proprietario dell’immobile solo la cifra netta che effettivamente gli spetterà.