Ciò che speravamo non accadesse, purtroppo è avvenuto: l’esercito russo è entrato in Ucraina.
È iniziata una guerra, con protagonista una super potenza come la Russia. La Nato e l’Europa stessa cercano di intervenire diplomaticamente affinché tutto questo possa cessare, ma al momento, Putin, non sembra trovare ragioni. Iniziata la guerra non sappiamo quanto possa durare, se non sperare che possa farlo il meno possibile. “Non bisogna perdere tempo e vite umane. Con la guerra bisogna far presto” così interviene a FanPage.it il professore e fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi; nel frattempo, molte famiglie, donne, anziani, bambini sono rimasti senza una casa. Alcuni di loro hanno perso i propri cari, o non sapranno mai se riusciranno a rivederli ancora. È incredibile come, ancora nei nostri giorni, la guerra e le armi sembrerebbero il gesto più estremo per risolvere questioni diplomatiche.
Il dialogo come messaggio di pace
“Credo che la pace deve essere trovata attorno al tavolo da ucraini e da russi e bisogna che l’Europa e l’Occidente facciano pressioni in ogni modo per la pace” continua Riccardi. Con il dialogo e la pace, tutto diventa possibile, contribuendo a rasserenare animi e situazioni. La mancanza di dialogo e relazioni con l’Europa Orientale potrebbe aver aiutato a scaturire questo gesto. Più volte si è avuta la sensazione che qualcosa di brutto stesse per accadere, ma forse non si è fatto abbastanza per non permetterlo. Il dialogo come mezzo fondamentale per ritrovare la pace, ma ciò anche grazie ad una cooperazione fra i diversi stati e principalmente fra Occidente e Russia, con la Cina che potrebbe svolgere un ruolo da mediatore fondamentale. La guerra è un prezzo troppo grande da pagare per tutti: in termini di vite umane ma anche dal punto di vista sociale ed economico. Ogni guerra riserva spiacevoli sorprese, così come in Ucraina anche in Siria o altrove.
Kiev città aperta
In questi giorni diverse associazioni e privati si stanno dando da fare per lanciare iniziative di supporto al popolo ucraino. Fra questi Andrea Riccardi e la Comunità di Sant’Egidio, che non sono nuovi a queste attività, con la proposta di arrivare ad un immediato cessate il fuoco, proclamando con urgenza Kiev “città aperta”. «La guerra è un orrore, semina rancore che si trasmette di generazione in generazione e diventa odio dei popoli. Dobbiamo aprire spazi di umanità e salvare vite umane» così interviene Riccardi in trasmissione a “Che tempo che fa”. I più deboli sono chiaramente le persone più esposte: molte famiglie vengono divise, anziani costretti ad andare via da centri di riabilitazione o case di risposo, bambini che perdono i genitori ma soprattutto genitori che vedono morire i propri figli. Andrea Riccardi e Sant’Egidio implorano chi può ad astenersi dall’uso delle armi a Kiev, di cessare il fuoco nella città, di non far uso della violenza e distruggere una città a cui oggi guarda l’umanità intera ma proclamare Kiev “città aperta”. La capitale dell’Ucraina è patrimonio culturale, nonché città santuario per tanti cristiani, soprattutto ortodossi. Famoso l’imponente monastero della lavra delle grotte, che affianca il fiume Dnepr, meta di pellegrinaggio e preghiera.