Chick Lit mette su carta storie di donne moderne
Sono donne affascinanti, alla moda e molto molto emancipate….protagoniste del fenomeno editoriale targato chick lit. Il genere emerso per la prima volta negli anni ’90, grazie alle opere di scrittrici britanniche e statunitensi, è in forte crescita sul mercato. Nello slang statunitense chick starebbe per chicken (pollastra) e lit è il diminutivo di literature (letteratura). Le scrittrici che hanno aderito al suddetto stile hanno risposto alle trasformazioni apportate dal movimento femminista, mettendo in scena delle storie incentrate prevalentemente su stereotipi delle donne giovani e in carriera, eroine dallo status sociale indipendente, alla ricerca di maggiori diritti in ambito di parità tra i sessi, che si lasciano coinvolgere in svariate esperienze sessuali. La maggior parte di loro ha un impiego nel mondo del giornalismo e dell’editoria, tuttavia una recente indagine, apparsa sul New Repubblic, mettendo a confronto i grandi successi chick lit anni 90 con quelli usciti nel nuovo decennio, ha voluto dimostrare come ci sia stato, anche nella carriera delle protagoniste, un netto passaggio dalla carta stampata alla blogsfera.
Se l’editoria tradizionale faceva da sfondo a tutte le vicende, basta anche solo sbirciare le trame delle nuove uscite per comprendere quanto le cose siano cambiate e come, anche nella finzione, si cominci a far sentire la crisi mediale. La struttura del racconto prevede: una situazione iniziale, una complicazione, lo sviluppo della vicenda, il finale, o per meglio rendere l’idea, l’happy end, attraverso uno schema che ricalca fedelmente il modello delle fiabe. Una giovane donna incontra un uomo, spesso più grande di lei, cinico, beffardo, sprezzante ed ostile. Il loro amore, che verrà coronato solamente alla fine del romanzo, è sottoposto ad una serie infinita di peripezie, mentre lo scenario che si staglia all’orizzonte è l’ambiente elegante ed urbano delle metropoli americane: Manhattan, New York, Londra, Los Angeles.
Pur trattandosi di una storia irreale, ciò che colpisce il lettore è la maturità dei personaggi che si fa sempre più viva. Mentre la ragazza raggiunge il suo lieto fine aprendo la strada all’amore da lei tanto sospirato con l’uomo dei suoi sogni, il protagonista maschile raggiunge una maturità che si basa sulla trasformazione del soggetto in un essere emozionale, segnando in tal modo un passaggio da una vita sentimentale fatta da continue e brevi avventure e da uno stato di idolatria nei suoi confronti, ad un rapporto vero e duraturo.
Sebbene durante l’epoca femminista il concetto di maternità sia stato più volte presentato come momento fondamentale per la donna, nelle novelle chick lit, il tema non viene trattato. Impacciate già nei loro ruoli di donne affascinanti e in carriera, nessuna di loro aspira ad avere un figlio, riconoscendo un’incapacità di fondo di prendersi cura di un piccolo frugoletto. Il genere, commercializzato come un prodotto scritto dalle donne per le donne, viene visto da molti come “genere spazzatura”, capace di mettere in scena una realtà femminile probabilmente troppo moderna rispetto alle trasformazioni apportate dal movimento femminista, tuttavia, ancora oggi, riesce ad inglobare nella sua sfera di lettrici un numero piuttosto congruo di affiliate che riga dopo riga ritrovano se stesse e imparano a sorridere di quei problemi che spesso sono anche i loro.
Bell’articolo interessante ma soprattutto scorrevole e ben scritto…piacevole lettura tutt’altro che noiosa…complimenti a colei che lo ha scritto
molto ben scritto e strutturato, piacevole e interessante da leggere!!
bravissima