La variazione nelle riserve d’oro della Cina ha provocato un brusco crollo ai prezzi di mercato dell’argento. Il trend era previsto dalle stime precedenti all’accumulo di metallo aureo, ma fanno inevitabilmente riflettere.
Negli ultimi tempi, con la crisi economica e finanziaria che si è scatenata e abbattuta sulla Cina, si sono creati i presupposti per tornare a puntare su mercati stabili come quello delle materie prime. Tuttavia anche questo settore sta attraversando un momento non facile, e questo si riflette sui mercati affini o collegati ad esso. Scopriamo oggi come le riserve d’oro cinesi possono influire sul mercato dell’argento.
Nelle scorse settimane avevamo appreso le notizie relative ai prezzi dell’argento in discesa secondo i dati registrati dal relativo mercato. Analizzando nel dettaglio che cosa è successo, facendo una breve panoramica su oro e argento, si scopre che questi metalli preziosi rappresentano uno strumento di sostegno per la volatilità dei mercati. Dopo i testi minimi del 2009, infatti, ci fu un prolungato periodo che ha imposto un cambiamento in ottica di prospettiva e di trend economico e politico.
Prezzo argento, una discesa improvvisa nel mercato
Adesso il prezzo dell’argento sta rischiando di rimanere sotto il livello di guardia. Secondo le recenti stime, il mercato degli Stati Uniti dell’argento si aggira sul +0,22% registrato nel corso delle settimane passate. L’importo si trova ora sui 15 dollari all’oncia. Tutti sanno come la questione in Cina abbia compromesso ogni tipo di mercato nel corso delle ultime settimane, influendo in modo esponenziale su quasi tutti i settori nevralgici.
Il trend a ribasso dell’argento ha però motivazioni più datate e radicate e se escludiamo il buon momento del 2011-2012, si può dire che questo andamento prosegue da anni, a livello di investimento e di profitto. Ora però le riserve d’oro cinesi influiscono ulteriormente sul mercato dell’argento. Dopo il mese di luglio la Cina, per la prima volta in 6 anni, ha rilasciato un documento che attesta la quantità di riserve d’oro della Banca Popolare cinese, la PBOC che ha evidenziato come dal 2009 esse siano aumentate di 604 tonnellate, da 1.054 a 1,658. Ciò che risulta curioso di questo documento è che la PBOC ha dichiarato che tale aumento è avvenuto in un solo mese. Ma questa non è la sola cosa che sta mettendo in apprensione gli investitori e i finanzieri mondiali. Le stime fatte sulle riserve d’oro cinesi erano molto più alte rispetto ai dati riportati dal PBOC.
Quanto oro ha accumulato realmente la Cina?
La Cina sta accumulando oro da molto tempo, con picchi di domanda altissima già a partire dal 2009. Chi ha seguito personalmente queste vicende sicuramente lo ricorda bene. Oggi è la nazione che estrae la maggior quantità d’oro al mondo. Eppure non esporta oro, e se lo fa si espone sempre con quote molto basse. Dal 2009 ad oggi la Cina ha estratto 2.000 tonnellate d’oro e pochi mesi fa Zhang Bignan, membro dell’Associazione Oro Cinese, ha esposto un dato interessante durante un convegno a Londra: le riserve minerarie d’oro cinesi superano oggi le 9.800 tonnellate.
Non viene esportato oro in Cina, ma al contrario il Paese asiatico lo importa. Dal 2010 ad oggi l’importazione cinese d’oro tramite Hong Kong ha superato le 3.300 tonnellate. Secondo David Marsh del fondo monetario OMFIF, la Cina rischierebbe di destabilizzare il mercato dell’oro globale se rivelasse un reale possedimento d’oro di 2.000 o 3.000 tonnellate. Questa notizia potrebbe in qualche modo spiazzare il mercato che regola sia l’oro che l’argento e creare alcune tensioni tra Cina e Stati Uniti, paesi che puntano entrambi su assets simili come appunto la branca dei metalli preziosi.