CNEL e Referendum Costituzionale 2016: che cos’è il Consiglio Nazionale dell’Economia e Lavoro, perché abolirlo?

Pubblicato il 5 Ott 2016 - 10:01am di Ubaldo Cricchi

Ora che la data ufficiale del Referendum Costituzionale è stata fissata e che è stato già diffuso il testo del quesito gli italiani cercano di farsi un’idea più chiara sui vari punti toccati dalla riforma per poter esprimere un voto più consapevole: tra le tante novità previste dal testo c’è anche l’abolizione del CNEL; non se ne parla molto, quindi cerchiamo di capire cos’è il Consiglio Nazionale dell’Economia e Lavoro, perché sarebbe giusto abolirlo e perché no.

Abolizione del CNEL: cosa prevede la riforma Boschi

La riforma Boschi prevede esplicitamente la cancellazione dell’articolo 99 della nostra Costituzione, ovvero quello che elenca le funzione del CNEL: in questo modo l’ente verrebbe eliminato del tutto, ma bisogna dire che il suo smantellamento era già in corso da parecchio tempo, visto che il Governo Renzi lo aveva immediatamente individuato come espressione della cattiva gestione della cosa pubblica. Quando l’anno scorso il ddl Boschi venne approvato dal Parlamento la dismissione del CNEL subì una decisa accelerazione ma, anche se era palese che la soppressione sarebbe arrivata in tempi strettissimi, l’ente ha continuato a rimanere attivo proprio perché la sua esistenza è prevista dalla Costituzione e solo modificando la Carta si sarebbe potuto procedere alla sua eliminazione. E qui entra in gioco il Popolo Italiano: saranno infatti i cittadini, approvando o bocciando la riforma, a decretare l’abolizione o il mantenimento del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (oltre che delle Province, ma questa è un’altra storia). E qua potrebbe tornare a galla una delle critiche più frequenti che riguardano il referendum: magari molte di quelle persone che non sono d’accordo su una parte della riforma sono comunque favorevoli all’abolizione del CNEL, ma avendo un unico voto a disposizione si trovano costretti ad esprimere un giudizio che non li può soddisfare appieno.

Cos’è il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro

Se ne sente parlare tanto per via del referendum, ma sappiamo cos’è il CNEL? Come abbiamo già detto, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è un organo di rilievo costituzionale (previsto dall’articolo 99). La sua nascita risale al 5 gennaio 1957 e la sua funzione principale è quella di fornire una consulenza tecnica al Parlamento su argomenti di natura economica. Ha anche la possibilità di promuovere disegni di legge da presentare al Parlamento che le può discutere, modificare e approvare. Ma in quasi sessant’anni di attività le proposte di legge arrivate dal CNEL sono state solo 14 e nessuna di queste è stata presa in considerazione dalle Camere; l’ente è stato sicuramente più attivo sul fronte della consulenza, visto che finora ha dato pareri in 96 occasioni. Il CNEL è formato da 64 consiglieri: otto di loro sono nominati dal Capo dello Stato e due dal Presidente del Consiglio che li scelgono tra esperti ed importanti esponenti della cultura economica, giuridica e sociale; gli altri 48 membri sono dei rappresentanti delle categorie produttive di beni o servizi nei settori privato e pubblico. I componenti del CNEL restano in carica per cinque anni con la possibilità di essere confermati.

CNEL, perché abolirlo? I motivi del Sì e del No

Ma veniamo all’attualità: perché sarebbe giusto votare Sì al Referendum Costituzionale del 4 dicembre per abolire il CNEL (attenzione, ci riferiamo solo a questo argomento e non alla riforma in generale)? Lo ribadiamo: per Renzi questo ente è un perfetto esempio degli sprechi della politica, ma non è solo il Premier che lo definisce come una cosa inutile: se ne parla da diverso tempo, anche se finora nessuno ne aveva espressamente proposto la sua eliminazione. I sostenitori del Sì affermano che in più di 50 anni di attività i 14 disegni di legge proposti (tra l’altro mai considerati) e i 96 pareri offerti sono davvero troppa poca cosa se confrontata al costo medio di questo ente, che ammonta a circa 20 milioni di euro all’anno. Già dopo l’approvazione della riforma da parte del Parlamento c’è stato un forte ridimensionamento che ha permesso allo Stato di ridurre le spese (l’attività è stata ridotta e molti consiglieri hanno presentato le loro dimissioni e non sono stati sostituiti).

A dire il vero è difficile trovare dei sostenitori del No che difendono a spada tratta il CNEL: è un’opinione abbastanza diffusa che questo ente non sia fondamentale e soprattutto che i suoi costi siano esagerati. C’è anche chi dice che il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ha delle funzioni politiche e istituzionali molto importanti, ma sembra che la maggioranza sia convinta che la sua abolizione possa essere, per lo meno dal punto di vista dei costi, una cosa positiva. Ma questo ovviamente non basta a far cambiare idea ai sostenitori del No al referendum, anzi: la volontà del Governo di inserire la cancellazione dell’articolo 99 all’interno di una riforma molto complessa che va a toccare dei punti oggettivamente più importanti dà un po’ fastidio, visto che per eliminare il CNEL bastava una semplice legge costituzionale.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

15 Commenti finora. Sentitevi liberi di unirsi a questa conversazione.

  1. mauro leombruni 6 Ottobre 2016 at 08:32 - Reply

    ottimo articolo, grazie per le informazioni. mi fa piacere che includi la passione per gli animali nella tua presentazione. immagino che quella dell’Umbria sia una scelta obbligata, è come un pezzetto di Sardegna senza mare, io potendo, farei la scelta opposta.

  2. Pinco Pallino 8 Ottobre 2016 at 04:28 - Reply

    La mentalità burocratica (e poliziesca) è dura a morire. Per quale motivo dovrei lasciare nome ed email per dire come la penso? E’ più importante schedare le persone o conoscerne il punto di vista sull’abolizione del CNEL? Ecco perché la pagina ha un solo commento e nessuna discussione, caro bachelor-webmaster-articolista.

    • Daniele Celli 8 Ottobre 2016 at 13:56 - Reply

      Salve, il motivo è semplicemente uno: sui siti progettati in WordPress è necessario l’inserimento della mail per commentare. Indirizzo che a noi, tra l’altro, non serve assolutamente a nulla e di conseguenza lei è libero (come ha fatto) di inserirne una fasulla. Lasciamo stare certe discussioni inutili e concentriamoci sulla notizia, se vuole commentare saremo lieti di darle spazio 😉

  3. UGO SARAO 12 Ottobre 2016 at 03:57 - Reply

    Domani sarò intervistato da un giornale locale che mi chiederà cosa penso della riforma costituzionale. Vi anticipo che faccio parte del Fronte del NO; pertanto sto elaborando una riflessione anche sul CNEL. In questo momento sono abbastanza favorevole al mantenimento, ma a certe condizioni che domani renderò note. Pertanto come nella Turandot… all’alba spiegherò! Se mi dimentico ricordatemelo; la mail l’avete. Cordiali Saluti. Ugo Sarao

  4. UGO SARAO 12 Ottobre 2016 at 16:33 - Reply

    COME PROMESSO
    Domanda: Mi chiarisca la sua posizione nei confronti del CNEL; secondo lei serve a qualcosa?
    Risposta: La prevista soppressione è il classico specchietto per le allodole. Se il Comitato Nazionale per l’Economia ed il Lavoro funzionasse a dovere, con persone capaci di dare impulso all’attività della Nazione ed utili consigli al Parlamento ed agli Organismi Governativi… perché non tenerlo in vita, considerato che è composto da rappresentanti di tutte le categorie produttive; se invece il problema è il costo (che è pari alla somma che lo Stato risucchia settimanalmente dalle giocate del Superenalotto), penso che ai componenti poco importi il gettone o l’indennità, per cui potrebbe diventare una carica onorifica anzi -voglio esagerare- so di qualcuno che sarebbe anche disposto a pagarsi lo stipendio pur di far parte di un Ente così prestigioso… pertanto è un atto meramente propagandistico perché la chiusura del CNEL avrà un impatto economico-sociale equivalente alla chiusura del chiosco di gelati sul lungomare di Forte de’ Marmi nel periodo invernale. Cordiali saluti. Ugo Sarao

    • Ubaldo Cricchi 13 Ottobre 2016 at 12:34 - Reply

      Grazie mille per il suo contributo: è un punto di vista molto interessante.

  5. Vito 14 Ottobre 2016 at 08:17 - Reply

    Articolo interessante ed esplicativo – Premesso che io sono per il “SI” ha ragione Ugo Sarao nel dire che il risparmio sarà minimo, ma, come dice Zio Paperone, tutto cominciò da un cent. – Se poi qualcuno vuole la carica onorifica ben venga, ma cominciamo a smantellare questi elefanti imbalsamati.

  6. Tonino 5 Novembre 2016 at 19:18 - Reply

    Concordo pienamente nella cancellazione del cnel per tutti gli sprechi politici ed economici degli anni passati

  7. Giulia 7 Novembre 2016 at 16:29 - Reply

    grazie per le informazioni, che ritengo comunque utili. Ho qualche riserva sulla validità del mantenimento di un Ente che, dietro remunerazione ha prodotto veramente poco, e sulla capacita “con persone capaci di dare impulso all’attività della Nazione ed utili consigli al Parlamento ed agli Organismi Governativi…” …. Visti i risultati fin qui prodotti sorge legittimo un sospetto…fino ad oggi, sono stati nominate solo persone incompetenti… e non in grado di dare utili consigli?…se devo essere sincera non mi appassiona la polemica sui costi…. sono convinta che quanto speso per la “Democrazia” non sia un costo inutile … ma è proprio qui che si vede il valore… laddove i risultati siano tangibili…se devo spendere per non ottenere nulla … o veramente poco….allora è meglio risparmiare… anche se poco…

  8. mario 12 Novembre 2016 at 17:01 - Reply

    abbolire il cnel e solo lo specchitto per le allodole

  9. Clo 12 Novembre 2016 at 20:49 - Reply

    Voterò per il SI e sono più che convinta sulla eliminazione del CNEL, un impianto di esperti piuttosto improduttivo, dove, guarda un po’, non mancano i rappresentanti sindacali della CGIL,CISL,UIL,UGL,CONFSAL che, al momento, sono più che paralizzati e senza idee di fronte alla pressante richiesta di lavoro, ma sono là a fornire consulenza (retribuita) alle camere e al governo. Incredibile! Dalle piazze, dalle strade, dai salotti tutti inneggiano al cambiamento, ma pochissimi sono quelli che si stanno mettendo in gioco e molti sono quelli che pensano di cambiare qualcosa in Italia con le sole parole. Sterili ed inutili parole! Che dire, forse assomigliamo, più di quanto non si possa credere, ai nostri politici ed è per questo che non ce ne frega niente del “cambiamento” di cui si ha tanta paura e che, invece, dovrebbe determinare con un po’ di sacrificio e buona volontà, la trasformazione nella struttura sociale e culturale italiana.

  10. roby 13 Novembre 2016 at 11:36 - Reply

    Signor.Sarao,lei pensa che dopo questa tanto attesa possibilita,di rinnovamento,nel caso che vinca il no.,brunetta e compagni (si fa per dire) leghisti ,grillini, destra varia, parte del pd , e ( altri personaggi che ho sempre avuto la massima stima) riusciranno a proporre quacosa di meglio ( insieme?) pura utopia ,allora meglio (pane senza niente che niente senza pane.) poi col tempo si potra migliorarla saluti roberto

  11. giovanna 26 Novembre 2016 at 20:22 - Reply

    i dipendenti del cnel andranno alla corte dei conti perchè non possono essere licenziati , la struttura la costosissima villa Lubin continuerà ad esserci …. e comunque bastava una legge costituzionale e si poteva fare prima…. ma guarda caso lo specchietto per l’allodole è stato inserito nel referendum che tratta diversi e importanti temi … stessa cosa per i senatori parlando di risparmio potevano approvare la riduzione degli stipendi proposta per ben due volte e sempre bocciata , la presidenza del consiglio ha speso 250.000 € in più rispetto alla precedente quindi la volontà di risparmiare non c’è per non parlare dei 4 milioni di € spesi per la lettera all’estero e viaggi per proporre il Si della Boschi..soldi pubblici quindi anche di quelli che sono per il No … quindi non parliamo di risparmio ne di semplificazione … in merito alla costituzione neanche giuristi e costituzionalisti ” neutrali” si trovano d’accordo , evidentemente è scritta proprio male … per non parlare dei vuoti legislativi che contiene… non si sa come saranno eletti i senatori, non è disciplinato tutto ciò che riguarda le nostre relazioni con l’unione europea ….e altro ancora per non parlare del fatto che criticano le regioni per la cattiva gestione e poi riempono il senato di tali personaggi …tutto è il contrario di tutto…. grandi incongruenze, l’immunità dei senatori non è stata definita… la scadenza del mandato da consigliere coinciderà con quella da senatore e quindi grande caos in quanto ci saranno spesso scadenze diverse tra i senatori con continui turn over … se una regione non vorrà una discarica o le trivellazioni non potrà ribellarsi perchè non sarà più di competenza regionale l’energia, i trasporti, i rifiuti tutti settori che attirano la criminalità organizzata …cerchiamo di approfondire le questioni e non rimaniamo in superficie…. andiamo oltre a ciò che ci ripetono sotto forma di slogan mascherati da cambiamento ma forse perchè sta arrivando carnevale…..

  12. carlo 27 Novembre 2016 at 19:37 - Reply

    Giulia, Clo, Roby,
    il CNEL è oggi accusato ad arte di sprechi, ma rapportata la sua spesa a quella di Camere e Governo fa ridere:
    gli stipendi dei componenti sono “umani” , mediamente intorno ai 2000€ al mese, eccezion fatta per i ruoli primari.
    E’ vero che il suo ruolo storico avrebbe potuto essere maggiore.
    Ma la sua storia è chiusa nell’essere sempre stato ostacolato dalla volontà politica del Governo per il rischio rappresentato dal confronto cui i dati da esso elaborati avrebbero costretto il potere politico, abituato a proclami spesso avulsi dall’oggettività dei dati.
    Lo dimostra il ritardo con cui venne istituito, solo nel 1957, benché l’art 99 della Cost lo prevedesse fin dall’inizio.
    Non gli venne mai dato modo di esercitare fattivamente un potere legislativo, in seguito venne riformato, ma sempre in modo insoddisfacente.
    Crederlo inutile è un po come credere inutile la cultura, la scienza e un elevato numero di istituzioni universitarie per lo sviluppo di un paese…
    Un momento di confronto delle “verità” politiche alla luce di ciò che realmente accade nel mondo del lavoro e dell’economia reale è fondamentale.
    Anche la scuola non forma come vorremmo, la aboliremmo? Si, certo, risparmieremmo..
    CNEL a parte non è eliminando il 90% delle democrazie di questo paese (tutte le decisioni assunte dal popolo a livello regionale e provinciale spariranno) e lasciando a Roma un antidiluviano e monarchico potere assoluto di governarci che si può sperare in un miglioramento.
    Non basta dire cambiamo per cambiare in meglio
    Al peggio non esiste fine.

  13. UGO SARAO 22 Dicembre 2016 at 11:15 - Reply

    Leggo solo oggi a Referendum fatto, i commenti sulla mia visione della Riforma di cui il CNEL era e rimane la più adescatrice perché è mia convinzione che fosse solo strumentale a provocare una reazione di vasto consenso. Probabilmente se non ci fosse stato tutto il resto, forse, l’avrei pensata come la maggior parte delle persone… Sulle riforme in genere sono scettico perché ho vissuto anche la chiusura delle Preture e l’introduzione del Giudice di Pace che con la nostra tradizione non c’entrava un bel niente. Comunque come tutte le cose di scarso valore a distanza di 10 giorni anche Riforma e Referendum sono solo un ricordo. Adesso vedrò il da farsi per la legge elettorale, io se vogliono ne ho un cassetto pieno per… tutti i gusti. Auguri!

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