Sono anni che gli italiani fanno meno figli. Le ragioni, soprattutto per le giovani coppie, sono sempre di tipo economico: salari bassi, costo alto degli affitti e degli immobili, e mancanza di un lavoro stabile. Poi ci sono le ragioni culturali. Nel mondo occidentale, per mantenere il tenore di vita si tende a fare pochi figli, per garantire loro gli studi fino all’università. E per finire, le ragioni lavorative: molto spesso le donne devono rinunciare alla maternità per non compromettere la carriera o per non perdere il lavoro.
I dati dell’Istat (Istituto nazionale di statistica) sono poco rassicuranti. Secondo l’ente pubblico di statistica, l’Italia sta diventando un paese di vecchi. La mancanza di nascite inizia a preoccupare seriamente. Il numero dei nati è inferiore a quello dei morti, di conseguenza il tasso di crescita naturale, che rappresenta la differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità, è fortemente in negativo. Il problema demografico, oltre l’oggettiva diminuzione della popolazione italiana, è serio.
Il paradosso vuole che il nostro apparato produttivo abbia bisogno di giovani lavoratori. Il loro inserimento garantisce il turn-over lavorativo, cioè tanti lavoratori vanno in pensione e tanti li sostituiscono. In questo modo si mantiene sicuro e solido il sistema pensionistico pubblico italiano. Infatti, sono proprio i neo assunti, tramite il pagamento dei contributi previdenziali, a coprire il costo delle pensioni anzianità. E se aggiungiamo l’esclusione delle donne perché madri dal mondo del lavoro, la previsione, pensionistica ed economica, si fa catastrofica.
Per contrastare la tendenza negativa demografica, il Governo Meloni, ha messo in atto un nuovo protocollo: il Codice contro la denatalità. E’ un patto tra Stato Italiano e il mondo produttivo volto a tutelare della maternità e della genitorialità. Come indicato nella legge 7 aprile 2022, n. 32, i futuri genitori avranno un sostegno concreto da parte dell’azienda privata o dell’ente pubblico per cui lavorano. Sono agevolazioni a favore della maternità che permettono alle lavoratrici madri di lavorare senza pregiudicare la carriera o il posto di lavoro. I datori di lavoro, firmatari dell’accordo stato/azienda, garantiranno condizioni di lavoro che tengano conto delle esigenze delle donne con figli. Elenchiamo alcuni punti:
- garantire la possibilità di fare carriera
- garantire strumenti di prevenzione e cura dei bisogni di salute della donna e dei figli
- elasticità dell’orario di lavoro
- conciliazione vita-lavoro tramite strumenti innovativi come lo smart working
- miglioramento delle clausole contrattuali per le madri lavoratrici.
Tutte le disposizioni devono rendere più facile la vita delle donne lavoratrici con figli. Sono previste la copertura per le visite sanitarie dei bambini, creazione di asili, dove possibile, all’interno degli uffici, e sovvenzioni per l’educazione scolastica.
Il Codice di autodisciplina d’imprese responsabili a favore della maternità è stato proposto dal Ministero per le pari opportunità e la famiglia, molto voluto dalla ministra Eugenia Maria Roccella.
Di seguito sono trascritti i punti essenziali della Legge n. 32/2022:
- Art. 1, punto 1. La presente legge contiene disposizioni di delega al Governo per l’adozione, il riordino e il potenziamento di disposizioni volte a sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, per contrastare la denatalità, per valorizzare la crescita armoniosa e inclusiva dei bambini e dei giovani, per sostenere l’indipendenza e l’autonomia finanziaria dei giovani nonché per favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro di entrambi i genitori e per sostenere, in particolare, il lavoro femminile.
- clausola b) promuovere la genitorialità e la parità tra i sessi all’interno dei nuclei familiari, favorendo l’occupazione femminile e agevolando l’armonizzazione dei tempi familiari e di lavoro e l’equa condivisione dei carichi di cura tra i genitori, incentivare il lavoro del secondo percettore di reddito nonché favorire con strumenti fiscali il rientro delle donne nel mercato del lavoro, in particolare dopo la maternità, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato.
La legge è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n.97 del 27/04/2022 ed entrata in vigore il 12/05/2022.
Il provvedimento è stato accolto con favore dalle aziende firmatarie, infatti, a oggi, sono circa cento le aziende private e pubbliche aderenti al patto. Una cosa bisogna dire, sono tutte grandi società di capitali italiane come Acea, Enel, Leonardo, Lottomatica, Tim e Autostrade per l’Italia, e multinazionali del calibro di Amazon e Coca Cola. Per le grandi imprese è più facile adottare provvedimento poiché è dotato di capitali ingenti e d’immobili commerciali, per quelle medio/piccole la possibilità di aderire si fa più difficile.