A chi di non è mai capitato di assistere ad una riunione di condominio? E soprattutto chi di noi non è rimasto colpito dalle innumerevoli e spesso colorite interazioni che si verificano durante la seduta?
È anche vero, che un vero professionista riesce a gestire il caos nel migliore dei modi e dare a ciascuno le risposte più calzanti. Ma come si inquadra il profilo dell’amministratore di condominio?
È una professione singolare che tutti conosciamo ma non siamo a conoscenza probabilmente delle modalità per accedervi e delle dinamiche specifiche.
O per dirla tutta, conosciamo la persona che si occupa di gestire nel miglior modo possibile gli equilibri della vita condominiale e che si occupa quindi non solo dell’interazione tra i condomini ma anche della parte strutturale dell’edificio. Ma quali sono le modalità per accedere ad una professione che è perfettamente inquadrata e regolamentata per legge è un argomento che suscita una certa curiosità.
Cosa bisogna fare per diventare amministratore di condominio in Italia?
Innanzitutto occorre essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado. Successivamente sarà necessario seguire dei corsi preparatori che introducono alla gestione condominiale. Questi corsi devono essere abilitanti alla professione e hanno una durata minima di 72 ore. Sono facilmente reperibili sia in sede che online. Ottenuto l’attestato abilitante alla professione, sarà obbligatorio seguire corsi di aggiornamento fino al raggiungimento di 15 crediti formativi. L’esperienza sul campo e particolari doti personali, come quella di essere particolarmente portato ai rapporti interpersonali, fanno sì che questa professione possa rendere a livello economico uno stipendio più che dignitoso.
Corsi per diventare amministratori di condominio: quali e come farli
Per diventare amministratore di condominio non è indispensabile, in Italia, aver conseguito un corso di laurea. I corsi, siano essi online o in sede, devono essere specificatamente “abilitanti alla professione” ai sensi della legge dell’11/12/2012 n. 220 e al Decreto del Ministero della Giustizia n. 140 del 13/08/2014. Sul territorio nazionale pare sia Anaci ( Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) l’associazione più rinomata.
A.N.A.C.I, nasce nel 1995, raggruppa oltre 8000 amministratori di condominio ed è presente su tutto il territorio nazionale. È il Codice Civile che regolamenta gli obblighi a cui deve far fronte chiunque voglia intraprendere la strada della professione dell’amministratore di condominio.
Requisiti indispensabili per diventare amministratore in regola
I requisiti di acceso indispensabili per diventare amministratore di condominio sono nella fattispecie quelli di godere dei diritti civili; nona ver subito condanne per reati contro la pubblica amministrazione, la giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o qualunque delitto non colposo che commina una pena compresa tra i due e i cinque anni; non essere stati sottoposti a misure di prevenzione diventate definitive, salvo che non sia intervenuta la riabilitazione; non essere interdetti o inabilitati; non comparire nell’elenco dei protesti cambiari; essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado e aver frequentato un corso di formazione iniziale, che comprenda una formazione periodica nella materia in oggetto.
Per diventare amministratore di condominio è necessario aprire la Partita Iva e lavorare quindi come liberi professionisti.
Amministrare un solo condominio non comporta guadagni elevati, ma l’esperienza e le competenze acquisite sono il propulsore per poter amministrare più condomini e aumentare i guadagni. Diciamo che ogni condominio produce un guadagno inferiore a 500€ mensili.
Requisiti comportamentali per essere un buon amministratore condominiale
Un buon amministratore di condominio deve mostrare qualità a livello umano, unitamente a competenze specifiche. Deve essere incline all’ascolto, imparziale, paziente e deve saper prendere decisioni in maniera tempestiva per il bene della comunità. Deve essere in grado di mediare pacificamente i conflitti che spesso si generano tra i vari condomini. Deve avere buone capacità organizzative ed essere disponibile al dialogo. Oltre a fornire il suo recapito telefonico e gli orari di ricevimento, deve far rispettare il regolamento condominiale, convocare assemblee e attuare le delibere delle stesse. Si deve impegnare inoltre a farsi cura dei beni condominiali e alla manutenzione dello stabile e delle aree pertinenti. Di ogni gestione condominiale, risulta essere il legale rappresentante.
Conviene diventare amministratore di condominio?
Alla domanda se conviene o meno fare l’amministratore di condominio, la risposta deve essere anticipata da qualche considerazione. È una professione dinamica nella quale il contatto umano è preponderante. La capacità di saper ascoltare tutti e ciascuno risolvendo problemi di vita comune è essenziale. Una persona particolarmente irascibile, probabilmente non è indicata per approcciarsi a questa professione. Ottenere la qualifica riconosciuta è in termini economici un piccolo investimento possibile.
Se invece si pensa al guadagno in termini puramente economici, è ovvio che agli inizi non ci saranno enormi gratificazioni. E da considerarsi che ogni condomino versa per la quota relativa all’amministratore circa 100€ l’anno. E quindi facile capire che più condomini molto popolosi rappresentino forme di maggior guadagno.
La dinamica vincente rientra nel sapersi porre ed essere un professionista capace e acquisire altri condomini sarà molto semplice. Tant’è che spesso la nomina del nuovo amministratore di condominio avviene soprattutto grazie al passaparola, cioè a quegli utenti che, ben amministrati, sponsorizzano il proprio amministratore. Oltre ad acquisire una nuova clientela, o al fine di diversificare e ampliare la professione si potrebbe, ad esempio associare a questa professione quella immobiliare. È una fusione assolutamente naturale e le due attività risultano essere in qualche modo integrate, anche in termini di gestione pratica.