Alla fine l’ufficialità della chiusura di Equitalia è arrivata: dopo mesi di annunci, con l’approvazione della manovra 2017 viene sancito lo stop all’attuale concessionario pubblico della riscossione e il tutto dovrà avvenire entro sei mesi; vediamo le ultime novità e quali potranno essere le conseguenze della chiusura di Equitalia, tra nuovi controlli fiscali e interessi sulle vecchie cartelle.
Le novità per i dipendenti e la rottamazione delle vecchie cartelle
Nel corso di questi sei mesi verrà perfezionato un percorso mirato all’internazionalizzazione della riscossione all’interno di un’Agenzia delle Entrate che dovrà essere diversa da come la conosciamo oggi, rinnovata seguendo anche le indicazioni di Ocse e Fmi; l’ente avrà più autonomia gestionale e questo dovrebbe anche far superare i problemi legati all’incorporazione del personale Equitalia (parliamo di ottomila dipendenti). L’ufficialità dell’addio al concessionario della riscossione è un ulteriore passo di quel procedimento già portato avanti dall’attuale amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini, che era già andato oltre la tripartizione nelle divisioni Nord, Centro e Sud.
La chiusura di Equitalia sarà accompagnata dalla rottamazione delle cartelle esattoriali: lo Stato dovrebbe recuperare in questo modo più di quattro miliardi. Bisogna precisare che la rottamazione delle cartelle permetterà lo sgravio solo di interessi e more: in pratica l’importo delle imposte o delle multe dovrà essere pagato per intero (quindi non si può parlare di condono), ma si eliminano quelle voci che in alcuni casi hanno portato al raddoppio o addirittura alla triplicazione della somma richiesta. Anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali in merito, si pensa che i debitori dovranno pagare l’importo dell’imposta, magari con l’aggiunta degli interessi per il ritardo del pagamento (che non sono quelli di mora) più una maggiorazione fissa (probabilmente intorno al 3%) che rappresenta l’aggio per il costo della riscossione.
I dubbi sulle conseguenze della chiusura di Equitalia
Bisogna ancora capire se la rottamazione avverrà in modo automatico o se sarà necessaria la richiesta dei contribuenti (la seconda ipotesi sembra al momento quella con più chance). La bozza del decreto prevede la possibilità di pagamento in unica soluzione o rateale, con una dilazione massima in 36 mensilità. A questo punto però sorge più di un dubbio: come si devono comportare quei contribuenti che stanno versando quanto dovuto a rate e magari hanno già pagato il 70/80% del totale della cartella, interessi e sanzioni inclusi? Potranno aderire alle nuove regole? E ancora, è possibile che l’importo delle vecchie cartelle possa diventare inferiore rispetto a quello che verrebbe pagato con un ravvedimento operoso?
Molto probabilmente chi ha un piano di rateizzazione in corso beneficerà dello sgravio su sanzioni, interessi di mora e aggi solo per le rate che deve ancora pagare, senza ricevere sconti su quanto già versato. In attesa di conoscere le risposte (il testo è stato approvato “salvo intese”, ovvero alcuni punti dovranno essere ancora ben definiti) possiamo segnalare una novità: a partire dal prossimo mese di novembre scatterà l’operazione SMS Se Mi Scordo: tramite un messaggio sul telefonino o con una email il Fisco avviserà i contribuenti che hanno dato l’autorizzazione che si sta avvicinando la data di scadenza di una rata.
Il cosiddetto magazzino aggredibile è pari a circa 50 miliardi di euro (più o meno un ventesimo del carico affidato per la riscossione nei quindici anni precedenti), ma non tutto potrà essere rottamato: i funzionari di Equitalia dovranno esaminare una milionata di cartelle per scorporare l’Iva che, essendo un’imposta di competenza comunitaria, potrebbe innescare contestazioni da parte della Commissione Europea. Come di consueto, il premier Renzi ha utilizzato anche i social network per comunicare e commentare il provvedimento, scrivendo che Equitalia era l’emblema di un approccio vessatorio e che con la legge di Bilancio 2017 verrà chiuso come era stato promesso un anno fa, aggiungendo poi lo slogan pagare meno, pagare tutti.