Non esistono più segreti sui nostri conti correnti per il Fisco, l’Inps e l’Agenzia delle Entrate: il 30 Giugno le banche e gli altri operatori finanziari, come le Poste o le società che si occupano di gestione del risparmio, hanno inviato all’Anagrafe Tributaria i dati relativi ai saldi, alla giacenza media e ai movimenti relativi al 2014 (in precedenza erano già stati trasmessi le informazioni relative agli anni 2011/2013). Il tutto in ottemperanza a quanto stabilito dalla legge di Stabilità e reso operativo da un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.
I controlli del Fisco sui conti correnti
Con la possibilità per il Fisco di calcolare l’importo delle somme a credito nell’arco di tutti i 365 giorni dell’anno, quella pratica da furbetti di svuotare il conto al 31 Dicembre (per poi rimpinguarlo all’inizio del nuovo anno) a dimostrazione di non aver detenuto nessuna somma non ha più alcuna efficacia. E questo rende più difficile l’accesso a servizi o prestazioni agevolate che in realtà non spetterebbero.
Inps, stop ai furbetti dell’Isee
Tutti i dati sui conti correnti forniti dalle banche vanno infatti a finire nell’immenso database dell’Inps, che potrà in questo modo smascherare coloro che presentano un Isee dal valore più basso rispetto a quello reale. La considerazione della giacenza media nel calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente (introdotta a partire da Gennaio di quest’anno) sembra svolgere in modo adeguato la sua funzione di deterrente anti furbetti: c’è stato un vero e proprio fenomeno di emersione di patrimoni non dichiarati, con la componente patrimoniale dell’indicatore che è salita dal 13,6% al 20,5%,
Il Fisco contro l’evasione: analisi complete e continue
Ma il controllo sui conti correnti non crea difficoltà solo a chi ha a che fare con l’Isee: nell’ambito della lotta del Fisco contro l’evasione, tutte le informazioni inviate dalle banche verranno utilizzate anche per gli accertamenti. Lo strumento del redditometro, con i controlli che scattavano solo dopo aver notato delle difformità, è superato: ora l’Anagrafe Tributaria può eseguire analisi più complete e continue. Le operazioni sospette verranno individuate subito e il correntista sarà invitato a fornire le giuste spiegazioni.
L’Agenzia delle Entrate invade la privacy finanziaria?
Come nel caso della tassa sui bancomat, dietro al nobile scopo della lotta all’evasione si nasconde un’esagerata intromissione del pubblico nella sfera finanziaria privata dei cittadini. Anche se, come auspicava la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Orlandi, sarà più facile ottenere informazioni sui conti correnti e non saranno più necessari gli eclatanti blitz per scovare gli evasori, sono tantissime le persone per bene che ribadiscono che l’eccessività dei controlli sul proprio denaro sta diventando inaccettabile.
Premesso che sono un dipendente e quindi non evado un euro, questi geni dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, perchè non vanno a controllare chi possiede una barca di lusso, che a quanto pare 2 su 3 sono intestate a nullatenenti?