L’hard disk, detto anche “disco rigido” o “unità di archiviazione” è un dispositivo che permette di archiviare i contenuti digitali all’interno di un computer fisso o portatile. Ne esistono di vari volumi che vengono espressi in megabyte (MB), gigabyte (GB) e terabyte (TB): più è “grande” il disco rigido, maggiore è la memoria del dispositivo in cui questo è installato.
Ogni computer è munito di un disco rigido: al contrario della RAM, questa memoria non si cancella allo spegnimento del PC e permette quindi di mantenere salvati programmi, documenti, foto, video ecc.
Gli hard disk, però, non sono tutti uguali. Nell’articolo di oggi esaminiamo nel dettaglio il funzionamento di un disco rigido, ripercorriamo la sua storia e vediamo quanti tipi ne esistono, evidenziandone vantaggi e svantaggi.
La storia dell’hard disk in breve
Dopo aver sperimentato per anni con il nastro magnetico come mezzo di archiviazione, nel 1956 una squadra di IBM guidata da Reynold B. Johnson sviluppò il primo HDD commerciale (clicca qui per vedere quali sono gli hard disk attuali) noto al tempo come RAMAC (Random Access Method for Accounting and Control).
Furono loro, per primi, a scoprire che è possibile memorizzare i dati su dei dischi metallici magnetizzati che consentono la riscrittura delle informazioni. Il primo disco rigido era grande più o meno come due frigoriferi e conteneva 50 dischi magnetici rigidi da 24 pollici che giravano a 1.200 giri. Tutto questo per una capacità di archiviazione di soli 5 MB.
I PC sono apparsi negli anni ’70 e fu proprio allora che IBM iniziò a sviluppare i floppy disk: presentanti al pubblico per la prima volta nel 1971, possono essere considerati i primi hard disk esterni.
Con il passare degli anni, gli hard disk sono diventati sempre più piccoli e, allo stesso tempo, sempre più capienti fino ad arrivare agli anni ’80, quando hanno assunto le dimensioni per cui li conosciamo adesso.
L’hard disk HDD
L’acronimo HDD (Hard Disk Drive) viene usato per indicare il disco rigido tradizionale, costituito da piastre rotonde magnetizzate in metallo o vetro che ruotano a velocità comprese tra 5.400 e 15.000 giri. Maggiore è la velocità di rotazione, maggiore è la velocità con cui il computer è in grado di accedere alle informazioni salvate su questa unità dopo averci cliccato sopra con il mouse.
Tutti i dati vengono salvati e trasmessi sotto forma di codice binario, una sequenza di uno e di zero. Le informazioni vengono scritte e lette sul disco da delle testine che vanno ad agire su ogni piccola parte dell’hard disk che ospita un bit uguale a 1 o 0. Dopo ogni modifica, salvataggio o eliminazione di un file, la testina modifica di conseguenza il magnetismo del disco rigido.
Le unità SSD
Le SSD (Solid-State Drive o unità a stato solido) sono un nuovo tipo di disco rigido che viene sempre più spesso montato all’interno dei computer portatili, degli smartphone e dei tablet. Queste unità di memoria si basano su una memoria flash, simile a quella delle chiavette USB e delle schede di memoria per fotocamere digitali.
Al loro interno non c’è nulla di magnetico. Questi nuovi hard disk usano dei semiconduttori che memorizzano i dati alterando lo stato elettrico dei trilioni di circuiti contenuti nell’unità. Poiché non ci sono parti mobili nelle memorie SSD, non solo funzionano più velocemente (poiché non è necessario attendere che le unità girino e le testine leggano le informazioni), ma durano anche più a lungo dei tradizionali HDD.
I dischi rigidi di tipi SDD sono molto più costosi da produrre e, di conseguenza, vengono impiegati per l’assemblaggio di dispositivi appartenenti alla fascia alta di prezzo. Per le opzioni economiche e di fascia media, molti produttori preferiscono ancora gli hard disk tradizionali.