L’energia fotovoltaica mondiale in crescita nonostante la crisi
La crisi economica non spaventa di certo lo sviluppo dell’energia solare. In un periodo in cui le aziende chiudono, ce ne sono altre disposte ad investire 1 miliardo di dollari nel settore del fotovoltaico. È il caso della società svizzera ABB che, il 22 aprile scorso – proprio nella Giornata Mondiale della Terra – comunica l’intesa raggiunta con l’americana Power One, diventando così il maggior produttore di pannelli solari del pianeta. E c’è anche una bella parte di Italia in tutto questo. Infatti, circa l’85 % del fatturato di Power One viene dagli stabilimenti italiani di Arezzo, dove lavorano 1200 persone.
E le stime dicono che a contendersi il primato nei prossimi anni in questo mercato saranno i Paesi emergenti. La crescita globale nel 2012 è stata del 20%, che corrisponde a una potenza cumulata di oltre 100 GW (gigawatt). Il leader rimane la Germania (7 GW installati), seguita dalla Cina che non solo scavalca l’Italia, ma che addirittura potrebbe impiantare entro la fine del 2013 circa 10 GW, conquistando così la medaglia d’oro nel mercato dell’energia solare. Sempre secondo le stime, stanno scalando la classifica anche India, Giappone, Sud Africa, Spagna, Canada e USA. Proprio negli Stati Uniti, nel mese di marzo 2013 la migliore fonte di energia elettrica è venuta dal fotovoltaico. Insomma, sempre di più il mondo intero è interessato all’energia solare: oltre all’America e alla Cina, infatti, anche l’Arabia Saudita si è detta pronta ad investire 109 miliardi di dollari nei prossimi venti anni.
E mentre gli USA fanno la “guerra” alla Cina aumentando i dazi doganali sugli impianti importati fino al 250%, per favorire la crescita interna, la IBM Research ha installato nella sede di Zurigo un sistema fotovoltaico innovativo: una parabola solare in grado di condensare la potenza di 2 mila Soli in centinaia di chip fotovoltaici che misurano un centimetro quadrato ciascuno. Il segreto è che ogni cella viene raffreddata utilizzando una tecnologia sviluppata per i super computer: in questo modo il sistema è in grado di convertire circa l’80% dell’energia solare raccolta in energia utilizzabile.
Questo sviluppo porta un altro dato importantissimo, soprattutto in tempo di crisi: cioè che di conseguenza i lavoratori del settore sono in continuo aumento. Da quanto riportato dall’ente Solar Foundation, che si occupa di ricerca e istruzione nel campo dell’energia solare, negli Stati Uniti c’è più lavoro nelle aziende solari che nelle miniere di carbone. In particolare, i lavoratori solari sono circa 120 mila tra installatori, produttori, distributori e venditori e di questi, oltre 40 mila solo in California. Questi numeri dimostrano che il fotovoltaico è un vero e proprio motore economico negli States.
E in Italia? Purtroppo in tempi recenti sono state introdotte ulteriori modifiche e riduzioni al sistema di incentivazione per il fotovoltaico facendo diminuire, come si diceva, la produzione da 1,5 a 2 GW in meno del 2012. Ma dal 2014, grazie alle attuali agevolazioni fiscali ancora in atto, si potrebbe raggiungere la grid parity, ovvero il punto in cui l’energia elettrica prodotta da fonti alternative o rinnovabili ha lo stesso prezzo di quella tradizionale, in particolare grazie alle potenzialità del Centro e del Sud. Questo potrebbe dare, secondo le stime, circa 110 mila posti di lavoro nella green economy entro il 2020.
Quindi anche gli italiani potranno continuare a sperare in un futuro nel green job, in un vero e proprio posto al “solare”.