L’epoca dello scontrino fiscale è al capolinea? Forse sì. Nella giornata di ieri, 21 aprile, il Consiglio dei Ministri si è riunito ed ha approvato, in fase preliminare, tre decreti attuativi della riforma fiscale (legge delega n. 23 del 2014), che ora sono passati anche alle Camere per il parere.
I tre decreti legislativi riguardano: la trasmissione telematica delle operazioni IVA e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori elettronici (fatturazione elettronica); misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese; disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente.
Uno dei tre decreti legislativi riguarda la fatturazione. Dal 1° giugno 2017 sarà possibile inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate tutte le fatture emesse e ricevute. Addio allo scontrino a fini fiscali. Dal 2017 sarà possibile evitare quel piccolo, fastidioso, ma finora indispensabile, foglietto bianco dopo un acquisto.
La misura si rivolge a tutti i soggetti passivi Iva e introduce incentivi, in termini di riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili, a vantaggio delle imprese che la utilizzano. Il provvedimento è in linea con l’impostazione dell’Ocse di un fisco “facilitatore”, secondo cui deve trasformarsi da verificatore ex post a soggetto che faciliti gli adempimenti fiscali sfruttando le potenzialità della tecnologia.
Superare lo scontrino si può. A favore, naturalmente, di un sistema più snello per il contribuente e più funzionale contro l’elusione fiscale. Come evidenzia una nota di Palazzo Chigi, la fatturazione elettronica non è obbligatoria. Ma chi sceglie di avvalersene ha dei vantaggi: vengono meno gli obblighi di comunicazione relativi al cosiddetto spesometro e alle black list. Inoltre, beneficiano di rimborsi Iva più veloci. Del vecchio sistema dello scontrino resta comunque l’obbligo della fattura su richesta del cliente, necessaria ad esempio per la garanzia o comunque per dimostrare un acquisto.