La Tredicesima mensilità del 2016 si avvicina, scopriamo in quale data viene generalmente erogata, a chi spetta, regole e requisiti di questo benefit riservato ai lavoratori e come viene calcolato l’importo. Il pagamento di questo tredicesimo stipendio viene spesso accordato da lavoratore e azienda al momento della stipulazione del contratto, ad esempio alcuni acconsentono alla rateizzazione del totale ottenendo in alcuni casi anche la “quattordicesima” mentre altri invece ricevono con un unico versamento la somma. Andiamo a scoprire nel dettaglio tutte le particolarità della Tredicesima.
A chi spetta la Tredicesima mensilità del 2016: regole e requisiti
Un aiuto economico che viene garantito ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati (non ai parasubordinati, anche detti co.co.co) è la Tredicesima mensilità, ovvero il pagamento di un mese extra di stipendio alla fine dell’anno. Nonostante in seguito vedremo che questo sussidio venga quasi annullato da tasse, mutui, canoni, bolli ecc, scopriamo tutte le caratteristiche di questo sistema. La Tredicesima varia in base ai mesi di lavoro maturati tra il 1 gennaio e il 31 dicembre di ogni anno, non è soggetta all’assegno al nucleo familiare (Anf) che viene garantito dall’Inps alle famiglie a cui spetta secondo determinati criteri; inoltre gli straordinari vengono contati per tale pagamento solo se obbligatori e predeterminati, per quanto riguarda invece i casi eccezionali non è previsto il conteggio durante il calcolo dell’importo finale. Un mese viene retribuito come intero se il lavoro è stato pari o superiore a 15 giorni completi, in ogni caso questo non è un criterio fisso poichè alcuni contratti sono più flessibili nei confronti del lavoratore e talvolta prevedono il conteggio anche in caso di assenza dello stesso.
A proposito di assenze, nelle rate della tredicesima sono compresi anche i periodi di maternità obbligatoria e permessi per allattamento, in questo caso sarà l’Inps a garantire il pagamento dei giorni presi dalla neo mamma. Non è previsto lo stesso trattamento invece per la maternità facoltativa e congedo parentale, non presi in considerazione durante il calcolo e dunque detratti. Mentre le assenze per malattia e per infortunio e le ferie sono retribuite e calcolate ai fini della Tredicesima fino al limite di giorni tutelati al contratto, non saranno prese in considerazione le ore durante le quali il lavoratore non si è presentato a lavoro per malattia del figlio anche se retribuite nello stipendio normale. Le ore di sciopero vengono sottratte dall’importo totale della Tredicesima, per quanto riguarda invece la cassa integrazione non è previsto alcun importo per chi è soggetto a una sospensione a zero ore: in questo caso non vi è alcun pagamento da parte del datore di lavoro ma l’Inps invece prevede una tredicesima anche dell’integrazione salariale dell’80% dello stipendio.
In quale data verrà pagata? Importo e calcolo, tasse e mutui ne cancellano l’85%
Non è possibile definire una regolare generale sul pagamento della Tredicesima. Questo è un dettaglio stabilito tra azienda e lavoratore al momento della stipulazione del contratto, è infatti possibile rilasciarla tramite rate durante le dodici normali mensilità oppure prevedere un pagamento unico entro Natale. Rispetto a uno stipendio normale le imposte applicate su questo pagamento sono molto più alte, viene infatti applicata la ritenuta Irpef e non è possibile accedere ad alcuna detrazione; per questo motivo il pagamento effettivo è minore rispetto allo stipendio garantito da contratto ogni mese.
Pensionati e lavoratori ricevono solitamente la Tredicesima verso la fine di dicembre, coloro che sono impegnati nel mondo dell’edilizia invece sono soggetti a un differente meccanismo: i dipendenti infatti versano mensilmente alla Cassa Edile il 14,20% della retribuzione di ogni lavoratore, questa poi il 31 luglio pagherà il totale accumulato da ottobre a marzo e il 14 dicembre da aprile a settembre.
Come già annunciato in precedenza è stato calcolato da Adusbef e Federconsumatori che dei 34,9 miliardi di euro che verranno erogati in Tredicesime ben 29,8 verranno spesi dai lavoratori per RC auto (5,1 mld), prestiti o rate (4,3 mld), mutuo (3,8 mld), bollo (4,2 mld), bollette (7,7 mld) e così via, un dato aumentato dell’1,7% nell’ultimo anno. Per questo motivo segnaliamo un invito da parte dei sindacati nei confronti del governo a rivedere la spesa pubblica e destinare più fondi all’imprese, molte piccole aziende hanno infatti annunciato con anticipo ai propri dipendenti di non avere la disponibilità economica per pagare le Tredicesima, mettendo così in crisi i lavoratori che caso per caso decideranno se denunciare questo fatto, mettersi d’accordo con i propri datori di lavoro per un pagamento futuro o prendendo altri tipi di iniziative.